COMANO TERME – Nonostante il percorso tricolore abbia poco da spartire con quello nervoso dei prossimi mondiali, alcuni uomini che si sono distinti potrebbero far parte a buon diritto del club azzurro. Qualcuno più, qualcuno forse meno. Daniele Bennati li ha seguiti dal punto di vista privilegiato di una moto: quella guidata da Marco Velo. I due cittì dei pro’ – quello della crono e quello della strada – non si sono persi un colpo di pedale.
«Quello del mondiale– dice subito Bennati – è un percorso che tecnicamente non ha niente a che vedere con questo, perché comunque ha strappi più brevi. Per far bene nel campionato italiano servivano più doti da passista scalatore, tuttavia corridori come Trentin, Baroncini e lo stesso Sbaragli sanno anche essere esplosivi, per cui magari starebbero bene anche sulle strade di Glasgow».
Allora andiamo per nomi. Cosa dire di Baroncini?
Mi è piaciuto, perché quando ha deciso di prendere in mano la corsa, ha provato in tutte le maniere a rientrare. A mio avviso, è stato il più attivo e anche quello che ha creduto più di tutti di poter recuperare. L’ho sempre seguito con interesse, nell’ultimo anno e mezzo si è rotto tre volte il radio, quindi ha avuto veramente tanta sfortuna. Però si è sempre rialzato dai momenti difficili e questa è una cosa molto importante. Non lo dico solo io, ma Baroncini è un corridore che per il futuro sarà importantissimo soprattutto per le classiche di un giorno.
Prima del via hai parlato con Trentin, che cosa ti è parso del suo campionato italiano?
E’ stato molto forte, ha una buona condizione. Farà il Tour de France, sicuramente in appoggio per Pogacar. Il percorso non era semplice per lui, quindi si è visto bene chi aveva davvero le gambe. Sia lui sia Filippo (Baroncini, ndr) sono andati forte. Persare 74 chili e andare bene in salita su un percorso del genere è sempre molto complicato. E’ stata una corsa diversa rispetto a quello che troveremo al mondiale, totalmente diversa. Però ci sono gli elementi su cui lavorare.
Rota è arrivato secondo e l’anno scorso ha fatto un bel mondiale in Australia.
Con Lorenzo ho parlato già dallo scorso mondiale. A Wollongong è stato uno dei più forti e si meritava anche il podio, che è sfumato veramente per pochissimi metri. Non lo vedo molto adatto per il tipo di percorso che troveremo a Glasgow, benché comunque ci starebbe anche bene. So che adesso, dopo questo campionato italiano staccherà completamente e penserà a preparare il finale di stagione. Il suo pensiero è sicuramente più orientato al prossimo mondiale in Svizzera.
E poi c’è Velasco…
C’è un nuovo campione italiano. Velasco non era nei miei pensieri, io però ho sempre detto che la maglia tricolore va sempre valorizzata. E’ chiaro che Simone ha delle caratteristiche molto particolari. E’ più un corridore che si difende su salite lunghe e ha un buono spunto veloce. Diciamo anche che è un po’ piccolino fisicamente per fare un certo tipo di lavoro a un mondiale, per cercare di proteggere i suoi compagni di squadra. Però ci devo parlare. Ogni corridore ha il suo programma, magari anche Simone è arrivato a questo campionato italiano e poi immagino che mollerà. E quindi quest’anno, essendoci il mondiale ad agosto, non sarà facile gestire certe dinamiche. Ma ripeto: voglio parlarci, mentre sono certo che anche lui potrebbe stare bene sul percorso di Zurigo 2024.
Sbaragli si è sfogato, dicendo di aver dimostrato di esserci, mentre molti non lo considerano per il lavoro che fa nella sua squadra…
“Sbara” è molto bravo e molto solido e anche lo scorso anno era nella mia lista. Non voglio mai parlare di esclusioni, perché anche chi rimane fuori deve sempre sentirsi in squadra. Quindi parlerò anche con lui.
E’ confermato il ritiro prima di partire per Glasgow?
Ci ritroveremo a Scarperia, nel Mugello, dal 30 luglio al 3 agosto. Serve per creare il gruppo e poi vorrei fare l’ultima distanza in Italia, prima di partire. Si corre il 6 agosto, arriveremo in Scozia tre giorni prima.