Landa, i piedi per terra e la testa sulle spalle

10.12.2022
4 min
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Anche se per il 2023 ha scelto il Tour, resta il fatto che il 2022 di Mikel Landa sia stato soprattutto un affare italiano. Nel 67 giorni di corsa della passata stagione, gli unici lampi e piazzamenti degni di nota sono venuti infatti fra Tirreno, Giro e Lombardia: chiusi tutti al terzo posto, con sensazioni di vario colore. Martedì sulla sua torta ci saranno 33 candeline e probabilmente il tempo dei grandi sogni si sta concludendo, ma prima di darlo per morto bisognerebbe soffermarsi sui dati. E i dati dicono che le prestazioni di Landa in salita sono fra le migliori di sempre. Ma se fino a qualche anno fa bastavano per tenere testa a Contador, Aru e Nibali, adesso servono a malapena per arrivare sul podio. Come se salire sul podio del Giro d’Italia fosse un risultato da poco! Questo è il ciclismo di adesso. E se non fai spazio, finisci sotto al treno.

«Tornare al podio del Giro sette anni dopo la prima volta – sorride il basco – è stato importante. Nel 2021 ero fortissimo, ma ebbi una caduta che ha lasciato il discorso incompleto. Il podio mi ha dato la fiducia che posso ancora fare buone cose. C’è poco da cambiare però, la preparazione sarà la stessa. Di diverso c’è che nel 2023 farò il Tour che il prossimo anno sarà meglio del Giro. Un po’ perché è il Tour. Un po’ perché ci sono meno crono. E un po’ perché si parte dai Paesi Baschi, dalle strade di casa».

La Bahrain Victorious tiene ancora le porte chiuse, il media day del primo ritiro si svolge online
La Bahrain Victorious tiene ancora le porte chiuse, il media day del primo ritiro si svolge online

Le porte chiuse

Il primo ritiro della Bahrain Victorious si svolge nuovamente a porte chiuse. Le comunicazioni avvengono in videoconferenza, mentre negli hotel dei dintorni l’andirivieni dei giornalisti è certo regolamentato, ma ben apprezzato. Il ritorno alla normalità ha tempi diversi, bisogna saper aspettare.

«Ho riposato bene – racconta Landa – abbiamo lavorato per recuperare il problema che avevo a livello del gluteo e della spalla, figlio dell’ennesima caduta. Ora sto bene e si è visto già al Lombardia. Il tempo passa e comincio a sentirmi tra i vecchi del gruppo. Proverò di nuovo a stare con il leader che dominano il ciclismo. Il fatto è che sono molto completi e hanno squadre fortissime, per cui l’unica cosa da fare è provarci sempre sperando di riconoscere un loro eventuale giorno nero. Quello è il solo punto debole che hanno: il fatto che sono anche loro umani».

Giro 2022, Landa marca da vicino l’ex compagno Carapaz in rosa, ma da dietro incombe Hindley
Giro 2022, Landa marca da vicino l’ex compagno Carapaz in rosa, ma da dietro incombe Hindley

Fiducia Lombardia

Non cambia la preparazione, si rivedono gli obiettivi. La vittoria manca. Pur avendo conquistato la Vuelta Burgos del 2021, l’ultima volta che Landa ha esultato su un arrivo risale alla Coppi e Bartali del 2019: un tempo eterno. La Spagna fuori è mite, con giornate grigie, ma la colonnina del mercurio intorno ai 15 gradi, che permettono di allenarsi in pantaloncini, mentre in Italia finalmente piove.

«Mi piacerebbe arrivare vicino al podio del Tour – dice – combattere nelle corse di una settimana come i Paesi Baschi, la Tirreno oppure il Catalunya. E finalmente provare a vincere una tappa. Mi manca il fatto di alzare le braccia al cielo. Aver finito il 2022 con il podio del Lombardia è una bella motivazione. E’ stata una corsa di grande livello e mi ha ricordato quale potrebbe essere il mio posto nel gruppo. L’avevo già corso nove volte, quasi ogni anno e mi ero sempre ritirato (lo aveva concluso nel 2013 e nel 2015, ndr). Essere salito sul podio essendomi anche divertito lo inserisce fra i giorni più belli del 2022».

L’ultima vittoria di Landa risale alla Coppi e Bartali 2019, a Sogliano, senza neppure alzare le braccia
L’ultima vittoria di Landa risale alla Coppi e Bartali 2019, a Sogliano, senza neppure alzare le braccia

La nuova Spagna

Ci sarà il Tour dunque e ci saranno le strade di casa, portando la fiaccola del ciclismo spagnolo che con l’addio di Valverde vive un profondo rinnovamento.

«Il Tour parte dai Paesi Baschi – dice e gli brillano gli occhi – sulle nostre strade e davanti al nostro pubblico. Sarà un momento storico. Bello per i tifosi, ma noi corridori avremo i peli dritti sulle braccia. Avrò una doppia motivazione e responsabilità, più di quella che si ha normalmente. Bisognerà farne un vantaggio. Il 2022 è stato un buon anno per il ciclismo spagnolo, dopo che i tifosi si erano ben abituati con Contador, Purito, Valverde, Freire, Samuel Sanchez. Ora ci sono Mas, Ayuso e Rodriguez. Magari non hanno ancora la statura per vincere, ma saranno lì a lottare. Sono sicuro che la passione tornerà presto come prima».