L’inizio del terzo anno del progetto giovani della Green Project-Bardiani-CSF Faizanè (che diventerà Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè dal 2024), ha visto l’inserimento di un solo corridore di primo anno: Filippo Turconi (in apertura al Giro di Primavera, dove è arrivato secondo, photors.it).
«Questo perché visti gli investimenti fatti negli ultimi due anni – incalza subito Roberto Reverberi – abbiamo una rosa che su 22 corridori vede 9 under 23. Nella stagione appena conclusa abbiamo messo insieme 220 giorni di gara, inizia ad essere un’attività importante. Abbiamo solo Turconi per scelta, anche perché arriva anche Rojas, cileno classe 2002, anche lui under 23».
In linea con il progetto
La scelta della famiglia Reverberi continua nella direzione intrapresa nel 2021. L’arrivo dei team development delle squadre WorldTour ha abbassato l’età in cui si fa la selezione, non si può aspettare che un corridore sia under 23, si deve agire prima.
«Il progetto continua e lo seguirà sempre Rossato – spiega ancora Reverberi – la nostra rimane una scelta legata al modello internazionale. I team devo vengono a prendere i corridori quando sono juniores e lo fanno anche in Italia. La nostra squadra è sempre stata legata ai giovani corridori del nostro Paese, questo inserimento nel mercato ci ha costretto ad agire di conseguenza. Turconi rientra in questa idea, è un ottimo corridore e dai test fatti dal nostro staff è emerso che si tratta di un ragazzo con un grande motore. Chiaramente non basta solamente questo, ma serve anche la testa e qui entra parzialmente la seconda parte del nostro progetto».
Tempo e spazio
Quello che serve ai giovani corridori sono il tempo e lo spazio per dimostrare le proprie qualità. Non si discute del fatto che i team di sviluppo di squadre WorldTour non siano una bella occasione, ma non tutti i ragazzi sono pronti subito.
«Noi come squadra – dice Reverberi – ai ragazzi di primo anno offriamo, in quasi tutte le situazioni, un contratto di quattro anni. Cosa che abbiamo fatto anche con Turconi. Questi ragazzi hanno bisogno di tempo per crescere e di avere una certa tranquillità. Nei team development di solito si firmano contratti di due anni e ci si trova ad avere la fretta di andare forte per dimostrare di valere. Avere a disposizione il doppio del tempo è una bella tranquillità, i giovani mordono per emergere ma i momenti difficili ci sono. Abbiamo comunque visto che i ragazzi con 4 anni di contratto non si sentono arrivati, ma lavorano sodo per crescere e fare bene».
«I corridori giovani dai noi hanno delle buone occasioni – continua – anche perché come calendario under 23 possiamo correre solo gare internazionali. Capite che questo per un corridore di primo anno è un bel banco di prova, si capisce se vale».
Cammino continuo
Non ci si ferma solamente al primo anno, il prosieguo della crescita arriva con le stagioni “intermedie” e davanti ci sono esempi importanti.
«Se un corridore ha già fatto un paio d’anni tra gli under 23 – spiega Reverberi – allora si può fare un passaggio in più e farlo correre tra i professionisti. Pellizzari e Pinarello sono due esempi, soprattutto il primo. Giulio (Pellizzari, ndr) è andato a correre il Tour of the Alps e in una tappa ha fatto terzo. E’ arrivato secondo al Tour de l’Avenir e ha vinto il Giro del Medio Brenta. Secondo me questi risultati sono una bella testimonianza che il progetto funziona. Pellizzari stesso se tutto andrà bene nel 2024 potrebbe fare il Giro d’Italia, occasioni così nei team development non ci sono. Anche se al terzo anno passi nel WorldTour è difficile partecipare ai grandi Giri».
«Prendere i giovani è sempre più difficile – conclude Reverberi – ma le soddisfazioni arrivano. Grazie al nostro progetto riusciamo comunque a prendere juniores di primo piano, tenerli in Italia e farli crescere secondo il nostro metodo».