Si fa fatica a capire chi sia davvero contento dell’organizzazione degli imminenti mondiali di Glasgow. Anche nei giorni del Tour, lo stesso capo ufficio stampa dell’UCI – certamente scherzando – alla domanda su come andassero le cose, ha risposto che avrebbe preferito parlare dei prossimi. Di certo non è contento Bennati, che a causa della sovrapposizione fra strada e pista non ha potuto convocare Milan, Ganna e Consonni. E a sentirlo, neppure Marco Velo che sovraintende alle crono, è al settimo cielo. Questa volta, oltre all’indisponibilità degli atleti, il motivo è l’impossibilità di provare il percorso della gara a squadre. La città non può fermarsi, bisognerà che il ciclismo si adegui.
«Non condivido la gestione delle gare – sbotta il bresciano – perché si è penalizzata la multidisciplina. Non puoi fare un percorso su strada mediamente facile (anche se poi il mondiale non è mai facile), comunque adatto a passisti resistenti, compatibili con la pista e mettere le date concomitanti. E neppure la cronometro a squadre il giorno dopo la madison in pista. Ma questo non è il solo errore. Parliamo proprio del Mixed Team Relay, avete visto il percorso? Si corre in tre per volta, ma ha 42-43 curve in 20 chilometri. Si snaturano il gesto e lo stesso concetto di cronometro a squadre. Mi sembrano delle cose assurde, soprattutto fatte dall’UCI che dovrebbe dare indicazione su come andrebbero tracciati i percorsi».
Una cronosquadre che come minimo andrà imparata curva dopo curva, giusto?
Invece si corre l’8 agosto, ma l’unico giorno in cui si potrà provare per un’ora e mezza è il 4, nel pieno delle prove su pista, con altri che magari sono al Tour de Pologne. Ci hanno risposto che è un percorso cittadino e non ci sono altri momenti. Oppure pare che si potrà vederlo il giorno stesso e nemmeno tutto, perché ci sono dei tratti che avranno il traffico aperto. Forse non capiscono che ci sono in ballo le medaglie e la sicurezza dei corridori?
Il calendario e i vari incroci penalizzano anche te nelle scelte?
Sono in difficoltà proprio con la cronometro a squadre, perché alcuni atleti hanno già detto che non la fanno. Ad esempio se Vittoria Guazzini fa la madison il 7 sera, non può correre la Mixed Relay il giorno dopo, considerato che poi deve fare anche quella individuale.
Quindi chiederai a qualcuno gli straordinari o dovrai convocarne altri?
Porterò altri atleti, che comunque sono altrettanto forti e adatti ad un percorso come quello. I nomi ho dovuto darli presto, altrimenti si finiva con l’andare fuori dai termini dell’UCI.
Le altre crono?
Quelle si fanno a Stirling, 35 chilometri da Glasgow. Percorsi bellissimi e in campagna, lineari. Puoi fare tutti i giri che vuoi. E’ bella anche quella delle donne, anche se su un tracciato diverso dai pro’. L’unico punto semmai è la distanza, perché comunque fare 36 chilometri per le ragazze è tanto, come pure 22 per gli juniores. Ma a parte questo, nulla da dire.
L’arrivo è sulla cima di uno strappo, al castello di Stirling, con la strada in pavé…
Non si farà di slancio, perché comunque sono 7-800 metri di salita, per cui ci sarà da spingere. Non si può pensare che l’arrivo sia lì sotto, bisogna arrivare in cima. Ai piedi di quell’ultimo settore, bisogna avere ancora da rilanciare perché altrimenti ti pianti e ci lasci 20 secondi.
Per uno come Ganna è un vantaggio o uno svantaggio?
Per lui lo vedo anche a favore, perché comunque Filippo quando è in forma è capace di rilanciare e scattare. Basta vedere quello che ha fatto sul Poggio al termine della Sanremo. Se non fosse brillante sugli strappi, non sarebbe andato a chiudere a quel modo.
Oltre a Ganna, chi hai considerato? Affini, Sobrero, Cattaneo…
I nomi sono quelli. Su Sobrero ho ragionato a lungo, perché la prima parte è veramente veloce, 48 chilometri in cui non si toglierà mai la moltiplica grande, e forse non è proprio adattissima. Edoardo (Affini, ndr) forse in questo momento potrebbe risentire del lavoro che gli chiedono alla Jumbo-Visma e anche se non ha mollato il discorso crono, probabilmente è riuscito a seguirlo meno. Invece Cattaneo merita considerazione per quello che ha fatto al campionato italiano.
Cosa si può dire di quegli strappi lungo il percorso?
Sono leggeri, non sono salite. Sono dentelli da spingere, con il rapporto e le mani sulle protesi. Non c’è da alzarsi e rilanciare, insomma. Saranno al 3 per cento, non li chiamerei neanche strappi, semmai sono avvallamenti.
Distanza di 47,8 chilometri: si scende sotto l’ora di gara?
Spero proprio di sì, saranno crono a velocità alte.
E il meteo?
Siamo in un campo aperto, forse passi in un paesino di 500 abitanti. Se c’è vento, lo becchi tutto da qualunque direzione arrivi. Dopo le gare su pista avremo tutto il tempo per provare e riprovare, ma sono strade talmente semplici che anche con le transenne non cambiano di molto. La vera rogna è la cronosquadre. In quel caso conoscere le curve serve per non farsi male. E anche noi dietro con la macchina, dopo un po’ non li vediamo più. Devo guidarli come sulla PlayStation?
L’anno scorso arrivammo secondi.
Ci crediamo e vogliamo farla bene. Quindi metteremo in campo le migliori donne e i migliori uomini possibili. L’anno scorso le ragazze furono bravissime e ci permisero di prendere un argento che però ancora mi brucia. Dobbiamo assolutamente migliorarlo.