Il giorno di Mohoric è un assaggio di mondiale

21.07.2023
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Mohoric non la finisce di piangere, in questo giorno francese che ha visto in prima fila gli uomini del mondiale. L’hanno detto tutti e in tutte le salse. Davanti alla corsa c’erano i migliori cacciatori del mondo. E forse non è un caso che si siano trovati davanti dopo tre settimane di Tour e a due dal mondiale. Vuol dire che la condizione top è in arrivo.

«Essere un ciclista professionista – dice Mohoric – è difficile e crudele. Soffri molto nei preparativi, sacrifichi la tua vita, la tua famiglia e fai di tutto per arrivare qui pronto. E poi dopo un paio di giorni ti rendi conto che tutti sono così incredibilmente forti. A volte è difficile seguire le ruote. L’altro giorno sul Col de la Loze ero completamente stanco e vuoto. Però vedi il personale che si sveglia alle 6 e finisce il lavoro a mezzanotte. E certi giorni ti senti di non appartenere a questo posto, perché tutti sono così incredibilmente forti che fai fatica a tenere le ruote. Sapete a cosa ho pensato oggi per tutto il giorno? Speriamo che quel ragazzo là davanti che sta tirando soffra almeno quanto me...».

Una tappa vinta e un mondiale vinto: Pedersen esce dal Tour in grandissima condizione
Una tappa vinta e un mondiale vinto: Pedersen esce dal Tour in grandissima condizione

Dal Tour a Glasgow

Bennati l’ha seguita da casa. Il tecnico della nazionale sa che il tempo stringe. La squadra sarà fatta dopo il Tour de Wallonie, ma sarà resa nota il primo agosto nella conferenza stampa nell’Autodromo del Mugello. Ai corridori lo dirà prima, ma solo perché i prescelti per la sfida di Glasgow a quel punto saranno già in ritiro. Sarà un mondiale strano. Serve gente che attacca, come oggi Trentin e Bettiol, Pedersen e Van der Poel, oppure Alaphilippe, Asgreen e Mohoric. Ma serve anche un velocista da tenere nel taschino casomai si arrivasse in volata. E noi il velocista ancora non l’abbiamo. Nizzolo correrà il Wallonie, ma sinora ha fatto vedere poco. Viviani si è praticamente chiamato fuori. Gli altri sono spariti.

Bettiol ha superato qualche problema di allergia e nella tappa di Poligny è parso brillante
Bettiol ha superato qualche problema di allergia e nella tappa di Poligny è parso brillante
Da osservatore interessato, come hai visto la tappa di oggi?

Ho visto molto bene Matteo e poi anche Alberto. Trentin era già nella fuga di 7-8 quando a Politt si è rotta la catena. Alberto è stato il primo a rompere gli indugi e cercare di rientrare. Insomma, da lì si è rotto definitivamente il gruppo. Inizialmente c’era anche Oss, che però in finale è saltato. Vuol dire che stanno finendo il Tour in crescendo. Bettiol ha avuto problemi di allergia e sta recuperando. Trentin è caduto la seconda tappa e aveva problemi al ginocchio, che però sembrano alle spalle…

Oggi si sono visti uomini da mondiale?

E’ stato comunque un bel test, dopo quasi tre settimane di un Tour corso a livelli stratosferici. Hanno fatto anche oggi quasi 50 di media e c’era davanti gran parte di quelli che si giocano le classiche più importanti. E’ una giornata che deve dare morale a loro. Il Tour è la vetrina più importante. Finisce solamente a due settimane dal mondiale, quindi sappiamo benissimo che i protagonisti probabilmente usciranno da qui.

Tappa vinta ieri a Bourg en Bresse, secondo oggi: Asgreen sta tornando ai suoi livelli
Tappa vinta ieri a Bourg en Bresse, secondo oggi: Asgreen sta tornando ai suoi livelli
E il tuo morale invece?

Il mondiale dello scorso anno mi ha dato la consapevolezza che se anche ci sono tre o quattro elementi sulla carta molto più forti di noi, nella corsa di un giorno ce la dobbiamo giocare ad armi pari. Correndo in una certa maniera, da intelligenti, senza farci mai sorprendere. Bisogna cercare di essere sempre in vantaggio, di non rincorrere.

Quando darai i nomi?

Ai ragazzi la darò prima, perché dal 30 luglio saremo già in ritiro. Nel frattempo aspetterò il Wallonie, perché ci sono diversi corridori che non hanno fatto il Tour. Ci sono Rota e Baroncini, ci sono Ballerini, Bagioli, Nizzolo, Oldani, Sbaragli. Il Wallonie sarà l’ultimo test importante. 

Trentin è stato il capitano dell’Italia lo scorso anno a Wollongong. A Glasgow ha vinto gli europei nel 2018
Trentin è stato il capitano dell’Italia lo scorso anno a Wollongong. A Glasgow ha vinto gli europei nel 2018
Oggi ha vinto Mohoric.

Uno di quei corridori che comunque vanno forte dappertutto. Sa guidare bene la bici, è molto intelligente, perché oltre che con le gambe, ha vinto anche soprattutto con la testa. In caso di brutto tempo, sa districarsi bene. Anche Van der Poel sta crescendo, ma lui è un caso a parte. Secondo me le tre settimane gli danno un po’ fastidio o comunque non rende come dovrebbe. Infatti anche oggi era lì, ma non brillantissimo. Però dopo il Tour, mi aspetto che voli. Lo stesso per Van Aert, che però quest’anno ha corso più pensando alla squadra.

Ce l’abbiamo il velocista da tenere lì in caso di arrivo allo sprint?

Il miglior Nizzolo e il miglior Viviani sarebbero andati da Dio, però non si vedono da un po’ a quel livello. Per giustificare la convocazione servono anche i risultati e il coraggio di prendersi la responsabilità di un certo ruolo. E comunque se non hai il velocista, puoi sempre fare affidamento su Trentin, che dopo 270 chilometri un risultato lo può fare. E poi c’è da dire un’altra cosa…

Magari nella Soudal-Quick Step il clima per lui non è dei migliori, ma Alaphilippe sta crescendo
Magari nella Soudal-Quick Step il clima per lui non è dei migliori, ma Alaphilippe sta crescendo
Quale?

Quando facevo il velocista, sapevo che venivo giudicato per le volate. Ogni tanto bisogna anche farle al vento. Magari parti e poi ti rimontano e va bene, però se le fai sempre a ruota, non migliori mai. Io non ero nessuno, ma le volate a volte le vincevo, a volte le perdevo, a volte mi passava solo uno, a volte mi passavano due o tre. Un velocista ogni tanto deve provare a fare la volata. Noi purtroppo abbiamo velocisti che sono fermi o non fanno le volate e così è difficile considerarli.

Milan ci sarebbe stato bene?

Sarebbe stato l’uomo su cui puntare in caso di volata. E’ giovane e ha dimostrato che se si arriva in gruppo è forte. Lo tieni lì e, se non succede niente e arrivano 50 corridori, lui c’è e avrebbe anche gli uomini per aiutarlo. Ma il mondiale è fatto così, pista e strada sono praticamente insieme, per cui dovremo fare senza di lui.