Gandin e la promozione (meritata) tra i pro’

25.11.2022
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Stefano Gandin ha già iniziato a preparare la seconda stagione in maglia Corratec. La differenza rispetto allo scorso anno è che dal 2023 la sua squadra sarà professional e il prolungamento di contratto per il ragazzo veneto significa professionismo. Un traguardo raggiunto dall’interno, ma non per questo meno prestigioso e sudato. La stagione scorsa non è finita nel migliore dei modi, ma ora è tempo di guardare avanti.

«Sono caduto ad agosto – esordisce Gandin al telefono – e mi sono fermato per qualche mese. Ho iniziato un po’ prima per lavorare qualche settimana in più e recuperare il tempo perduto. Ma tra lo stop di due mesi, la palestra e il riprendere la bici, mi si è leggermente infiammato il ginocchio. Ho deciso di fermarmi e non rischiare nulla».

Gandin si è messo in luce al Giro di Sicilia conquistando la maglia dei gpm
Gandin si è messo in luce al Giro di Sicilia conquistando la maglia dei gpm
Anche perché questa stagione sarà un po’ più importante…

Sì, già a gennaio ero partito con l’obiettivo di ottenere risultati e la Corratec mi ha dato questa occasione. Ripartirò dalla stessa squadra, ma da un altro mondo e un’altra qualità di corse. 

Quando hai capito che saresti rimasto?

Si sapeva fin dall’inizio che la Corratec aveva l’ambizione di fare la professional, questo mi ha dato tanta motivazione per impegnarmi al massimo. Durante l’anno ho tenuto spesso dei colloqui, sia con Frassi che con Parsani e mi hanno sempre tranquillizzato sulla mia permanenza nel team. 

Avevi già in mente di passare con la Corratec?

Un po’ sì, ma nel mondo del ciclismo fino a quando non firmi non puoi essere sicuro. Ho firmato a inizio ottobre, sono stato tra i  primi dieci contratti presentati non appena la squadra ha ottenuto la licenza come professional.

Al Sibiu Tour 2022, Gandin conquista così l’ultima tappa (foto Focus Photo Agency)
Al Sibiu Tour 2022, Gandin conquista così l’ultima tappa (foto Focus Photo Agency)
Diventi pro’ a 26 anni, che effetto fa?

Passo a questa età e una cosa vuol dire: non ho mai mollato, conservando sempre la speranza di diventare professionista. Rispetto al mondo di ora, dove anche gli junior passano subito, è strano ma non è detto che non possa andare bene. Quando ero dilettante c’era Fiorelli che è passato tardi, ma ora va forte ed ha appena fatto una bella stagione. Anche Lucca è passato professionista quest’anno, ce lo meritiamo. Se uno merita, è giusto che gli sia concessa l’occasione. 

Diventare professionista con la stessa squadra che ti ha accompagnato per un anno è un vantaggio?

Sicuramente conosco parte dello staff e dei direttori sportivi. I corridori un po’ cambieranno, rispetto al 2022 siamo rimasti in 5, questo vuol dire avere 15-16 compagni nuovi. Punteremo molto sui velocisti. D’altronde in una squadra che mira ai piazzamenti e alle fughe o comunque a cogliere sempre l’occasione, servono corridori così, non da classifica. 

Nel 2022 hai corso molto all’estero e fatto tante corse a tappe…

Era il primo anno che facevo corse a tappe con continuità, già da inizio stagione mi sentivo bene e sicuramente più passano i giorni più sto meglio. Mi piacciono molto come tipologia di gare, non da fare classifica, ma per cercare qualche vittoria di tappa.

Le corse a tappa sono il palcoscenico perfetto per Gandin e la sua indole da cacciatore di tappe (foto Anderson Bonilla)
Le corse a tappa sono il palcoscenico perfetto per Gandin (foto Anderson Bonilla)
Anche perché da elite non ce ne sono molte in Italia…

No, quando sei under 23 nei hai solo 3-4 durante l’anno, e una volta che sei elite scarseggiano. E poi per migliorare serve continuità, da gennaio ad ora ho imparato molto mettendomi alla prova in queste corse. Capisci cosa vuol dire lavorare per obiettivi o risparmiare energie, salvare la gamba, gestirti… Nella mia carriera sono sempre stato molto costante tutto l’anno, ma senza mai trovare il picco di forma. Nel 2022, invece, ne ho trovati 2 o 3 e infatti ho ottenuto qualche vittoria (oltre alla vittoria al Sibiu Tour, sono venute due tappe alla Vuelta a Venezuela, ndr) e dei bei risultati.

La prima cosa che hai pensato firmando il contratto?

Le persone che mi sono state vicine. All’impegno loro e mio, il supporto di chi mi vuole bene è stato fondamentale. Non è facile a 25 anni non avere un’indipendenza economica o non avere certezze nel futuro. Avere delle persone accanto che ti tranquillizzano è importante. Una volta ringraziati, però, l’attenzione va al futuro, perché nei professionisti bisogna restarci