Fusaz e Pellizotti: gli “sherpa” di Tiberi per scalare il 2024

20.10.2023
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Una novità in casa Bahrain Victorious, per quanto riguarda la stagione 2024, sarà la presenza, fin dal ritiro invernale di Antonio Tiberi. Dopo aver salutato anzitempo la Lidl-Trek l’atleta di Frosinone è approdato in Bahrain Victorious. Che abbia un gran motore e tante potenzialità lo si è visto, ma che cosa potrà fare in più dopo questo cambio squadra?

In pochi mesi la Lidl-Trek ha perso due corridori giovani di grande prospetto: prima Tiberi e poi Baroncini, diretto alla UAE Emirates. Come lavorerà il team Bahrain e cosa hanno visto in questi primi mesi insieme al giovane Tiberi? Per capirci qualcosa in più siamo andati a bussare a due porte: quella del preparatore Andrea Fusaz e a quella del diesse Franco Pellizotti. 

La grande forza a cronometro di Tiberi è una buona base su cui lavorare
La grande forza a cronometro di Tiberi è una buona base su cui lavorare

La visione di Fusaz

Dal punto di vista atletico Tiberi ha fatto vedere buone prestazioni in questi tre anni da professionista. Un corridore in grado di fare bene a cronometro e in salita, tanto da aver conquistato la sua prima vittoria nel ciclismo che conta sulle rampe di Gyongyos-Kékesteto al Giro di Ungheria. 

«Antonio Tiberi – racconta il preparatore Fusaz – è il prototipo del buon corridore per le corse a tappe. E’ molto forte a cronometro e si difende bene in salita, in questi primi mesi con noi l’ho visto molto motivato e disponibile. Chiaramente essersi fermato a metà stagione ed aver perso giorni di allenamento non lo ha aiutato. Si è immerso bene nella nostra realtà capendo subito come lavoriamo. Alla prima gara si è messo subito a disposizione andando in fuga e dandosi tanto da fare per i compagni».

Tiberi non è uno scalatore puro: il ciociaro è un passista-scalatore che “gioca” molto sul passo
Tiberi non è uno scalatore puro: il ciociaro è un passista-scalatore

Metodo di lavoro

Ma come lavoreranno Tiberi e Fusaz per far crescere e sbocciare il talento del ciociaro? Arrivare a metà anno non aiuta, ma può essere un passaggio utile per gettare le prime basi in vista della stagione successiva. 

«E’ un ragazzo dotato – spiega ancora Fusaz – d’altronde non vinci un mondiale a  cronometro juniores per nulla. A livello fisico si nota una buona base per costruire. L’obiettivo principale potrebbe essere capire come cresce nei prossimi mesi e vedere se potrà correre un grande Giro con un approccio fisico e mentale di primo livello. Difficile capire cosa può migliorare perché i test che abbiamo sono influenzati dal fatto che sia stato fermo per un mese. Però c’è da crescere nell’endurance, fattore chiave per un corridore da corse a tappe. In salita la differenza è nella continuità, allenarsi tutto l’anno su determinate situazioni potrà portare grandi vantaggi. Sicuramente Tiberi non è un ragazzo formato, ha 22 anni e deve crescere e migliorare ancora. Strada facendo capiremo se potrà reggere carichi maggiori di allenamento e pressioni psicologiche».

Durante le tre settimane alla Vuelta Tiberi ha avuto come compagno di stanza Caruso
Durante le tre settimane alla Vuelta Tiberi ha avuto come compagno di stanza Caruso

Parola a Pellizotti

Una visione d’insieme la può dare Franco Pellizotti, diesse del team Bahrain Victorious. In questi mesi lo ha visto in corsa e ha avuto modo di farsi una prima idea di come gestire Tiberi, partendo dai punti deboli.

«Sono convinto – ci dice Pellizotti – che siamo riusciti ad accalappiare uno dei pezzi pregiati del ciclismo italiano. Ha ancora dei margini sui quali migliorare, soprattutto dal punto di vista tattico. Uno su tutti è il modo in cui si muove in corsa, spesso corre in fondo al gruppo. Questo lo si è visto al Lombardia quando sull’attacco di Pogacar si è fatto cogliere di sorpresa. Poco dopo lo abbiamo rivisto alla ruota di Roglic, ma per rientrare ha fatto sicuramente uno sforzo enorme. Si fosse piazzato meglio avrebbe potuto giocarsi una top 10. Per aiutarlo a migliorare questo aspetto, alla Vuelta lo abbiamo messo in camera con Caruso, uno che sa come insegnare ai giovani. Anche in Spagna spesso lo riprendevamo perché si perdeva all’interno del gruppo. 

«Non è un difetto inguaribile – continua – il solo fatto di correre con noi fin dall’inizio della prossima stagione ci dà modo di poterlo correggere. Si tratta di una cosa che gli può tornare utile anche per quello che è il suo futuro nei grandi Giri, correre davanti aiuta a risparmiare energie, cosa che in tre settimane di gara è fondamentale».

Tiberi deve imparare a correre più vicino ai suoi compagni, qualità che crescerà corsa dopo corsa
Tiberi deve imparare a correre più vicino ai suoi compagni, qualità che crescerà corsa dopo corsa

Possibile leader

Le parole di Pellizotti fanno capire come in lui ci credano tutti: la squadra, lo staff e i compagni. Il 2024 diventa quindi un anno importante, dove si dovranno anche tirare le prime somme. Nelle brevi corse a tappe Tiberi ha mostrato qualcosa, ora tocca fare un passo in più.

«Non mi sorprenderei – spiega il diesse – se nelle corse di una settimana dovesse togliersi qualche soddisfazione. E non lo sarei nemmeno se dovessimo portarlo al Giro d’Italia, il percorso prevede tanti chilometri a cronometro. Anche se lui non è propriamente uno scalatore, ma un passista-scalatore. In salita prende il suo passo e difficilmente lo si vedrà fare un cambio di ritmo. 

«Un primo spartiacque – conclude Pellizotti – potrebbe essere il mese di aprile con corse come la Tirreno-Adriatico o la Parigi-Nizza. A seconda dei percorsi vedremo dove potrebbe risultare più efficace la sua presenza. E’ chiaro però che se un corridore vuole fare bene il Giro d’Italia a questi appuntamenti deve essere pronto. Stiamo già lavorando con lui per il 2024, a livello fisico ha avuto qualche problema alla schiena e deve fare della ginnastica posturale per risolverli. E’ bene che si facciano prima dell’inizio della stagione perché una volta in bici tutto deve essere a posto. Lo sta facendo andando qualche volta in piscina. Vedo che è un ragazzo disponibile e volenteroso».