Bahrain Victorious, la squadra giusta per Tiberi

08.06.2023
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Quando si fa per ragionare in modo serio, a volte anche i giornalisti ci prendono. Così, quando verso fine Giro ci siamo trovati a scommettere su quale sarebbe stata la miglior collocazione per Antonio Tiberi, il ragionamento aveva portato all’Astana e alla Bahrain Victorious. Entrambi con un gruppo dirigente di matrice fortemente italiana, entrambi capaci di creare un clima familiare. Ma l’Astana aveva già 30 corridori, perciò non restava che il Bahrain (in apertura il team sul podio finale del Giro, dopo la vittoria della classifica a squadre).

Così alla partenza dell’ultima tappa da Roma, visto Pellizotti in attesa di partire con la sua ammiraglia, lo abbiamo affiancato. E’ vero che Tiberi viene con voi? «Non so niente – ha risposto impassibile – non posso dire niente».

Ora che il passaggio di Tiberi è stato annunciato ufficialmente, abbiamo sentito di avere un credito morale con il direttore sportivo friulano, così siano tornati al suo finestrino per iniziare il discorso stroncato a Roma sul nascere.

Dopo la chiusura del rapporto con la Trek, dal primo giugno Tiberi è diventato un atleta Bahrain Victorious (foto TBV)
Dopo la chiusura del rapporto con la Trek, dal primo giugno Tiberi è diventato un atleta Bahrain Victorious (foto TBV)
Quando hai saputo che sarebbe arrivato?

Non mi ricordo di preciso, ma circa un mesetto prima. Io mi occupo anche del discorso abbigliamento e di colpo e anche alla svelta abbiamo dovuto fare tutto il vestiario per lui.

Lo conoscevi già?

Il primo ricordo è di quando vinse il mondiale crono ad Harrogate, pur avendo avuto dei problemi alla bici. Ricordo anche che andava forte su strada, mi piace seguire i ragazzi italiani, poi non so dire se sia passato troppo presto, ma ricordo che appena passato fece vedere qualcosa. Tanto che al UAE Tour, Nibali e Damiano Caruso fecero una scommessa.

Che scommessa?

Noi avevamo Milan, Tiberi era alla Trek. E Vincenzo diceva che il giovane Antonio sarebbe andato più forte di Jonathan nella crono. Si giocarono il posto in business per tornare a casa. Chi avesse perso lo avrebbe ceduto al “suo” giovane. Fu la volta che Tiberi cadde sul traguardo, ma andò fortissimo. Arrivò 19°, Milan si piazzò 32° e Damiano perse la scommessa.

Harrogate 2019, nel mondiale juniores Tiberi cambia bici per un guasto in partenza, poi vince l’oro
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Contento che arrivi da voi?

Molto contento. Credo che debba crescere ancora molto e questo è dovuto al fatto che è passato troppo presto. C’è chi magari è pronto, non solo fisicamente, ma anche mentalmente. Secondo me lui ha delle doti veramente importanti e speriamo che adesso abbia raggiunto o stia raggiungendo la solidità mentale per affrontare il professionismo.

Come si stila il programma di un corridore fermo da due mesi che arriva in squadra a metà stagione?

Intanto si valuta la condizione fisica, un po’ come immagino abbiano fatto lo scorso anno quando Piccolo è passato alla Ef Education. Antonio arriva da una situazione un po’ particolare, quindi posso immaginare anche che negli ultimi mesi non si sia potuto allenare come avrebbe voluto, anche se era tranquillo.

Pensi fosse preoccupato di non trovare squadra?

Non credo quello, perché è un corridore promettente, però mentalmente non è stato facile. Noi lo abbiamo inserito subito e lo abbiamo messo anche nella long list del Tour de France. E’ un atleta valido. Per cui se qualcuno dei corridori che dall’inizio dell’anno sapeva di fare il Tour dovesse avere dei problemi, potremmo chiamare lui. Altrimenti potrebbe tornare per la Vuelta, che sarebbe ugualmente una scelta ben fatta, perché ci arriverebbe più fresco degli altri e con molta voglia di dimostrare.

L’ultima corsa di Tiberi è stata il UAE Tour, concluso il 26 febbraio: riprende sabato, dopo tre mesi e mezzo
L’ultima corsa di Tiberi è stata il UAE Tour, concluso il 26 febbraio: riprende sabato, dopo tre mesi e mezzo
Prima corsa in maglia Bahrain?

Farà Gippingen, Giro di Svizzera, campionato italiano e poi si vedrà.

In queste prime trasferte lo affiancherete, anche in camera, a un corridore più esperto?

Sì, è una cosa che facciamo sempre. Cerchiamo di fare le coppie per le camere in base all’esperienza dei corridori. Il giovane finisce sempre in camera con uno più esperto, che lo aiuterà a inserirsi meglio e così sarà per lui.

Pensi che in squadra peserà la vicenda che ha vissuto?

Credo proprio di no. Il primo ad averne sofferto è stato lui, ma sicuramente in squadra su questo ci ci sarà ancora qualche battuta, ma solo per metterla sul ridere. I nostri sono ragazzi intelligenti e per quel poco che ho visto al Giro, quando hanno saputo che sarebbe venuto con noi, erano molto felici. Sono convinto che lo inseriranno molto bene. 

Pellizotti in ammiraglia e magari Caruso in corsa e nei ritiri saranno per Tiberi un’ottima guida
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Come l’hai trovato al primo contatto?

La prima volta che l’ho chiamato, l’ho trovato un po’ formale. C’è da capirlo: hai 22 anni, entri a far parte di una squadra nuova e vieni chiamato dal direttore sportivo. Ma io ho cercato di parlargli da amico e non da direttore sportivo. Ho cercato di farmi sentire molto tranquillo e di fargli capire che il passato è passato

Da chi sarà seguito per la preparazione?

Da Michele Bartoli, che fa parte del nostro staff tecnico. Non viene alle corse perché è una sua scelta, però a tutti gli effetti è con noi. A gennaio è stato in ritiro con noi e nelle riunioni parla apertamente di tutto, dei programmi a tutto il resto. Antonio è con lui, come pure Landa. Sono convinto che il clima familiare che abbiamo costruito sarà perfetto per lui. La nostra è una squadra di amici, di ex corridori che si conoscono da una vita e di personale affiatato. Penso che Antonio si troverà bene e che abbiamo da dargli la serenità di cui ha bisogno.