GENT (Belgio) – Tra pochi minuti andrà in scena la partita della “serie A” belga fra il KAA Gent e gli ospiti dello Standard Liegi, in una sorta di Fiandre contro Vallonia. Noi ciclisti diremmo Fiandre contro Ardenne. Ed è proprio qui, nella Ghelamco Arena, lo stadio che ospita questo match, che la Visma-Lease a Bike ha tenuto la conferenza stampa in vista del Giro delle Fiandre.
Prima le donne
Tutto è molto maestoso. Ci si attendeva un clima ben più festoso, ma le fratture di Wout Van Aert hanno dannatamente appesantito tutto.
Non è però così per le donne, almeno sembra. Per fortuna Marianne Vos porta leggerezza e sorrisi. La campionessa olandese è tornata a ruggire come non si vedeva da un po’. Lei stessa ha parlato di un bel momento. E’ tornata sul discorso dell’operazione alle gambe che quasi poteva fermare la sua carriera e ha guardato avanti.
«Ho deciso – ha detto Marianne – da un momento dall’altro di riprendere, di buttarmi. Mi sento bene, non vedo l’ora che arrivi domenica. Il Fiandre è un obiettivo per molte. E’ chiaro però che rispetto alla Dwars door Vlaanderen è un’altra corsa».
Domenica Marianne potrebbe tornare a vincere la Ronde dopo 11 anni. Sarebbe un record. Al suo fianco c’era anche Fem Van Empel. Loro due sono l’osso duro della Visma in rosa.
Van Aert al centro
Qualche minuto dopo ecco entrare il capo dei tecnici dei gialloneri, Meerijn Zeeman. Si presenta in compagnia di un altro diesse, Grischa Niermann.
La domanda sostanzialmente è una: come cambierà la corsa della Visma – Lease a Bike senza Van Aert? Rispondere non è facile. Alla fine, gira che ti rigira si parla sempre di Van Aert, nonostante Matteo Jorgenson si sia portato a casa la Dwars door Vlaanderen, l’ultima corsa che precede la Ronde. Addirittura a Zeeman si chiede del Giro d’Italia: se Wout ci sarà o meno.
«Siamo tristi – ha detto Zeeman – ma già abbiamo vissuto momenti così. Ricordiamo quando Primoz Roglic cadde al Tour de France. In quel momento pensavamo fosse tutto finito e invece riuscimmo a portare a casa il secondo posto con Jonas Vingegaard. Io vedo sette ragazzi molto motivati per domenica.
«Abbiamo un mix di sentimenti. C’è il nostro capitano in ospedale ed altri ragazzi qui pronti a lottare. Cosa possiamo fare se non cercare di fare un buon piano per domenica e anche per la Roubaix. Ma come ho detto non è la prima volta che subiamo incidenti duri».
Zeeman non si sbilancia sul Giro. Ammette che onestamente è difficile, ma neanche si può tracciare un cammino in questo momento per poter stabilire il “piano B”, cioè il Tour.
«L’importante – prosegue – è che ora Wout si riprenda bene, che possa tornare a casa dalla famiglia. E’ stato operato e so che aveva molto dolore. Non sappiamo neanche quando tornerà in bici».
Nonostante Wout
Lo spettacolo deve andare avanti, come si dice in questi casi e il Giro delle Fiandre incombe. Con o senza Van Aert, c’è una corsa fantastica da godersi. Certo, la Visma-Lease a Bike, Jorgenson a parte, non se la passa bene. Malanni di stagione, nasi rotti, Van Aert in quel modo, cadute… Non ci saranno neanche Tratnik e Laporte.
«Noi cercheremo di fare il nostro meglio. Non era questa la squadra che immaginavamo di schierare a ottobre e novembre quando stiliamo i nostri piani, ma non abbiamo alternative. Combatteremo», ha aggiunto Niermann.
Il Belgio sulle spalle
E combatteremo è anche il grido di battaglia di Tiesj Benoot. Il corridore all’improvviso si ritrova come la miglior speranza del Belgio. Senza Van Aert, ma anche senza Stuyven (per non contare Remco) e Philipsen che ha dato forfait, un giornalista belga ha definito la situazione come un dramma nazionale.
Lo stesso Benoot si tocca le botte quando, entrando nella sala della conferenza, parlotta con uno del suo staff.
«Non siamo i favoriti, ma lotteremo – dice il re della Strade Bianche 2018 – ho sentito Wout l’altro giorno ed era sotto morfina. E anche io ho diverse botte sul corpo. Almeno non toccherà a noi controllare la corsa, posto che con Jorgenson e gli altri ragazzi abbiamo giocato bene le nostre carte nelle ultime gare».
Girava voce, e Benoot stesso non nega, che fosse stato lui a innescare veramente la caduta del compagno Wout. Tiesj si sentiva molto in colpa. Poi in realtà la dinamica è stata diversa e lo stesso Benoot si dice ora più sereno. Almeno questo è un punto a suo favore.
«Wout farà il tifo per noi», ha concluso Benoot.
Jorgenson in agguato
Matteo Jorgenson appare più rilassato. Entra, si siede, attende che Benoot finisca la sua conferenza e intanto si fa portare dell’acqua.
«Domenica – dice l’americano – preferisco una corsa dura. Credo sia più adatta a me. Sto bene. Ma più che l’io conta la squadra. Conta che uno di noi riesca a vincere. Certo, fa un certo effetto ritrovarsi all’improvviso tra i favorti per il Fiandre».
«La soluzione per battere Van der Poel? Una bella domanda! E’ impressionante. Super. Quando parte e va all’attacco, non è facile seguirlo. Serve una squadra e un buon piano. Il nostro staff ci lavora tutto il giorno. Però posso dire che con Tiesj mi trovo molto bene. In queste ultime settimane ci siamo avvicinati molto e anche l’altro giorno in gara mi ha dato un sacco di consigli. Mi diceva la corsa pezzetto per pezzetto. Mi aspetto una corsa che esploda presto».
Prima di congedarsi, un giornalista francese gli fa notare che mai nessun americano ha vinto il Fiandre. Jorgenson un po’ spaesato, ma non senza una celata ambizione, replica: «Non lo sapevo», sorride e va per la sua strada. Intanto i tifosi iniziano ad arrivare allo stadio. Domenica saranno sulle strade a tifare, magari proprio per Benoot.