I cari amici dell’UCI rischiano di prendersi il boomerang dritto in faccia. E un po’ gli starebbe anche bene! Il sistema dei punti messo a punto e approvato anche dalle squadre (sarebbe curioso scoprire quanti in realtà a suo tempo abbiano letto attentamente i termini della riforma) rischia di danneggiare seriamente i mondiali. E i mondiali, come ben noto, sono la principale fonte di guadagno per la federazione internazionale.
Le squadre impegnate nella lotta per la salvezza infatti hanno alzato le spalle e deciso di non mandare i loro corridori in nazionale. Che cosa vuoi dirgli? Così se già la collocazione agli antipodi delle gare iridate ha fatto fuori la piccola Irlanda (alle prese con problemi di budget), adesso si rischia di avere un mondiale senza alcuni grandi nomi.
Valverde a casa?
L’allarme lo ha dato Pascual Momparler, tecnico della Spagna. «Al momento – ha dichiarato a Marca – degli otto corridori che avevo in mente, possono venire solo in due: Juan Ayuso e Marc Soler».
A causa della battaglia per i punti, la Movistar ha detto che non manderà Mas, Aranburu e Valverde (in apertura Alejando con Nibali, nell’ultima Vuelta della loro carriera). La Cofidis preferisce tenersi stretto Herrada e la Ineos non manderà Rodriguez (probabilmente per motivi diversi, visto il ranking del team britannico).
La Spagna si ritrova senza un leader spendibile, al punto che durante una riunione presso la sede della RFEC, la Real Federacion Española de Ciclismo, si è persino ragionato se valesse la pena di annullare la trasferta dei professionisti.
«Poi – ha spiegato il tecnico – abbiamo pensato di fare comunque le convocazioni e di sanzionare chi non risponderà. Però a questo punto il presidente Cerron si è opposto, dicendo che in ogni caso a pagare sarebbero i corridori. La sanzione infatti prevede che non possano più partecipare ad altri eventi e questo li porterebbe a inevitabili tensioni con le loro squadre».
Riformare la riforma
Probabilmente per il futuro l’UCi dovrà rivedere il sistema nell’assegnazione dei punti e il cervellotico passaggio per cui a portarli siano soltanto i migliori 10 di ogni squadra. Questo taglia le gambe a tutti gli altri, condiziona negativamente l’approccio tattico con le corse, impedisce ai giovani di farsi vedere e soprattutto falsa i reali valori in campo.
Quello che sta accadendo in Spagna, dove si spera in un ravvedimento dell’ultima ora (lo speriamo tutti), potrebbe estendersi a macchia d’olio. La EF Education-Easy Post, ad esempio, è piuttosto bassa nel ranking e potrebbe decidere di non dare Bettiol all’Italia. E a quel punto anche per noi si creerebbe un bel problema. Anche perché nel frattempo, stando a L’Equipe, Mauro Gianetti avrebbe chiesto gentilmente a Bennati di non considerare Diego Ulissi, di cui la UAE Emirates, che già tanti corridori presta alle varie nazionali, avrebbe bisogno per il finale di stagione.
Il boomerang è in volo. Resta da capire se per schivarlo, l’UCI si farà portavoce del problema presso le società o lascerà tutto in mano alle Federazioni.
Un silenzio che parla
A proposito di Federazioni… Nel nostro cercare di scrivere sempre e comunque di ciclismo, riscontriamo purtroppo che il tanto parlare, indagare e speculare sulle vicissitudini fiscali ed economiche della nostra FCI ha raffreddato gli animi del pubblico.
Apprezziamo la sensibilità del presidente spagnolo, preoccupato di non far pagare ai corridori il prezzo dei disguidi burocratici e delle beghe. Qui s’è deciso di tenere un altro profilo. E se è vero che l’attività è proseguita regolarmente, resta il fatto che il silenzio ha alimentato le voci e portato via l’attenzione dai veri protagonisti.
Intendiamoci, anche i media (alcuni) hanno la loro parte di responsabilità, avendo scelto di raccontare soltanto il fango senza accorgersi dei fiori. Tuttavia, in questo Paese che disconosce l’equilibrio, sarebbe stato ingenuo aspettarsi qualcosa di diverso.