EDITORIALE / Per andare forte si deve stare scomodi

08.11.2021
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Per andare forte bisogna stare scomodi. Questa frase di Mattia Cattaneo a proposito della sua posizione a cronometro continuava a risuonarci nella testa. E poi chissà perché si è estesa ad altri ragionamenti. A Bartoli che parlava di Sagan. Oppure a Roberto Amadio che raccontava della sua entrata nello staff della nazionale. Per andare forte bisogna essere scomodi. Non scomodi nel senso che si debba vivere un disagio, ma di sicuro non si può fare sport di alto livello creando per sé un ambiente troppo morbido. Non funziona.

Ha detto Bartoli che a Sagan servirebbe un Ferretti o un Riis, capace di tirargli fuori la rabbia. Ha detto Amadio che in un primo momento i tecnici federali potrebbero aver vissuto male la sua presenza, perché era lì a sorvegliare che tutto fosse fatto al massimo. Questo non significa che Sagan e i tecnici azzurri abbiano lavorato male, ma forse in determinati momenti (magari non tutti) se la sono fatta bastare.

Sagan è stato con Riis nel 2015-2016, vincendo due mondiali, il Fiandre e altre 22 corse
Sagan è stato con Riis nel 2015-2016, vincendo due mondiali, il Fiandre e altre 22 corse

La scelta di Argentin

Sapete chi a un certo punto, oltre chiaramente a Bartoli, per tornare vincente andò con Ferretti? Moreno Argentin, che dalla Gewiss-Bianchi nel 1990 arrivò all’Ariostea, voluto fortemente dal patron Pederzoli. Aveva trent’anni e un bottino di 48 vittorie, fra cui un mondiale, tre Liegi e due Freccia Vallone, ma da due stagioni non rendeva più come prima. Sembrava appagato, serviva una svolta.

«Deve tornare la fame – racconta Moreno – anche Sagan l’ha avuta e l’ha utilizzata per ottenere tante vittorie. Non fame economica, perché credo che abbia guadagnato abbastanza, ma la fame di dimostrare di esserci ancora. Cambiare aria e trovare un Ferretti è il desiderio del corridore che ha l’orgoglio di tornare. Che ha voglia di riscattarsi, in un ambiente in cui magari non deve pensare ai suoi gregari, ma concentrarsi su se stesso. Se non ci sei con la testa, non vai da nessuna parte.

«Se vuoi continuare a vincere, devi andare in una squadra che ti metta nelle condizioni di farlo. Oggi la migliore da questo punto di vista è la Deceuninck-Quick Step, perché ha l’ambiente giusto. Non so se Sagan in Francia troverà questo. Quando arrivai all’Ariostea, Ferretti preparava e mentalizzava la squadra per le singole gare, come fanno oggi nel calcio. Ma il capitano a quel punto deve dimostrare di avere la condizione fisica e mentale per vincere. Altrimenti i compagni puoi prepararli quanto vuoi, ma in corsa ti mollano».

Nei tre anni con Ferretti, Argentin vinse 14 corse, fra cui il Fiandre, due Freccia Vallone e la Liegi. Con Ferretti litigò più volte, ma il risultato finale di quella convivenza così… scomoda andò bene a entrambi.

Argentin corse con Ferretti per 3 anni e tornò a vincere. Qui nella Liegi del 1991
Argentin corse con Ferretti per 3 anni e tornò a vincere. Qui nella Liegi del 1991

Come Nibali all’Astana

Bisogna stare scomodi. Trovare un tecnico capace di morderti e darti la scossa, come seppe fare anche Scinto con Pozzato nel 2012. Non ci sarà soprattutto questo alla base dei tanti successi della Deceunick di Bramati e anche del gruppo Ineos che lavora con Tosatto? Che ambiente troverà Sagan alla TotalEnergie? Ci sarà qualcuno capace di pungerlo nel vivo e tenerlo sulla corda? Oppure, come detto e scritto, l’obiettivo sarà ritrovare il divertimento nell’andare in bici?

Bisogna stare scomodi, oppure pensare che ci sia il rischio che ciò accada. Forse c’è anche questo nel ritorno di Nibali all’Astana. Perché ci sono squadre in cui si corre per vincere e null’altro. E Vincenzo ricorda bene quando a giugno del 2014 gli arrivò una lettera in cui si parlava di scarso rendimento, pur dopo il Giro vinto nel 2013 e il secondo posto alla Vuelta. Vinokourov non le manda a dire e il siciliano in tutta risposta vinse il campionato italiano e poi il Tour. Lui lo sa che troverà ancora il capo kazako e anche Martinelli, che le cose te le dice e quando serve, ti scuote. Stare scomodi è il solo modo che funziona. E poi, quando il traguardo è stato raggiunto e finalmente ci si può rilassare, si gode di più la conquista.