Il Giro del Belgio non è forse la corsa più complicata del mondo, né tantomeno la sola ad essere andata in scena nella prima decade di giugno, ma vincere è sempre la miglior medicina, anche se ti chiami Remco Evenepoel e in qualche modo appartieni già alla mitologia ciclistica.
Il fuoriclasse della Deceuninck-Quick Step sta mostrando sempre più il suo lato umano. Quello che tutti noi credevamo essere un corridore invincibile, quasi un “robot progettato” per vincere, dopo la famosa caduta al Giro di Lombardia della scorsa estate ha rivisto i suoi valori e sul podio di Beringen, dove terminava la corsa, per poco non ci scappava la lacrimuccia. La mazzata del Giro, per chi come lui era abituato a vincere facilmente, deve averlo cambiato in qualche modo. Di sicuro lo ha fatto maturare e una volta che avrà recuperato in tutto e per tutto, questa esperienza gli tornerà utile. E lo renderà più forte. In fin dei conti dopo 18 giorni dalla caduta verso Sega di Ala questo ragazzo ha vinto una (breve) corsa a tappe.
Ritorno alla vittoria
Ma vediamo cosa ha combinato Evenepoel al Baloise Belgium Tour, il nome corretto del Giro del Belgio. Nella prima ondulata frazione è stato secondo, preceduto di un soffio da Ghys, ma sempre nel vivo della corsa. E’ andato in fuga e la fuga è arrivata. Un bel segnale dopo il mesto ritiro del Giro d’Italia. Già quella sera, voci di chi gli stava intorno dicevano di averlo visto con altri occhi.
La luce intorno al tunnel si è fatta ancora più chiara il giorno successivo. La seconda frazione infatti prevedeva una crono individuale di 11,2 chilometri. E lì Remco, che ha provato piccole novità tecniche in chiave olimpica, ha davvero mostrato al suo Paese di essere tornato.
«Il giorno prima ho corso per la classifica – ha detto Evenepoel ai microfoni di Rtbf, riferendosi al fatto che nella fuga aveva tirato molto più dei suoi due compagni di attacco – ma nella crono volevo vincere. E’ stato importante aver sviluppato certi livelli di potenza dopo l’incidente del Lombardia. E’ un grande sollievo aver vinto la cronometro e la classifica generale. Ringrazio davvero tutti coloro che mi hanno sostenuto in questo periodo difficile. Ora posso tornare a guardare al futuro».
Tra Giro e Olimpiadi
«Tornare a guardare al futuro»: parole di chi si è tolto un peso dallo stomaco. Con questo successo in tasca Remco potrà allenarsi con maggiore serenità.
«Io volevo essere pronto per l’inizio del Giro e arrivare qui dopo aver fatto bene nella corsa rosa – ha detto Evenepoel sempre a Rtbf – però ho visto che ho recuperato bene, che abbiamo fatto un buon lavoro, difficile, ma che ha funzionato».
Prima però ci sono da affrontare i campionati nazionali, sia a crono che su strada. Ma Remco sembra molto più interessato a quelli contro il tempo, che tra l’altro si corrono oggi pomeriggio. Lui partirà alle 16,18.
«Non vedo l’ora di correre la crono di domani – ha detto ieri Remco – sarà l’ultima prima dei Giochi. La distanza sarà la stessa, è un buon esame. Sento di avere forza e velocità nelle gambe».
In realtà la crono belga è leggermente inferiore (circa 37 chilometri) rispetto ai 44 e passa chilometri di Tokyo. Ma poco cambia.
Ancora tanto lavoro
Ma a bocce ferme il corridore della Deceuninck ha parlato anche del suo futuro e ha fatto un punto più generale del suo stato di forma.
«Ho ancora del lavoro da fare in termini di esplosività e d’intensità – ha continuato a dire Remco a Rtbf – La crono dei campionati nazionali sarà un test anche dal punto di vista atletico. E’ da un po’ che sono tornato a spingere e a fare fatica, ma non sono ancora il Remco di prima della caduta. La differenza è che prima potevo accelerare anche dopo i lunghi sforzi».
«Dovrei andare in altura ma non so per quanto tempo. Perché se vai in quota non puoi fare certi tipi di lavori molto intensi. Probabilmente andrò in Spagna. Mentre parto a inizio luglio per Tokyo».
E quest’ultimo è un aspetto molto interessante. Come mai così presto? C’è da giurarci che lavorerà molto con i materiali. Già durante il Giro fonti Specialized ci avevano detto che Remco sarebbe addirittura tornato negli Usa prima di andare a Tokyo. Magari la sua partenza è così anticipata perché arriverà in Giappone direttamente dagli Usa. Chissà?
L’importante è che Remco abbia ritrovato il sorriso. La squadra lo ha celebrato alla grande e in tal senso non sono passate inosservate le parole di Mark Cavendish dopo l’ultima frazione in Belgio. «Nella mia carriera ho corso con molti campioni ma Remco e Wiggins hanno qualcosa in più. Hanno una determinazione una concentrazione incredibili. Sono rispettosi e ridono anche – e infine rivolgendosi a Remco stesso, Cav ha aggiunto – Non cambiare ragazzino».