Tolto il Ciccone vincitore, il secondo italiano sul traguardo di Cogne è stato Luca Covili, 25 anni di maglia Bardiani-CSF-Faizané. Consapevole di non aver vinto coppe, ma di aver concluso al sesto posto una fuga durissima da portar via, il corridore di Pavullo del Frignano sul traguardo ha salutato il pubblico e poi è rimasto fermo per venti minuti a godersi la scena, mentre i colleghi di altre squadre scendevano a valle col fischietto al collo. Si fa così quando il parcheggio dei pullman è posto a inizio salita. E non osiamo pensare alle parole che saranno volate quando i corridori si sono resi conto che quei provvidenziali tratti di discesa dell’ultima scalata, si sono trasformati in rampe anche ripide per arrivare al meritato riposo.
Maglia bianca
Fra le statistiche che a fine Giro saranno probabilmente riviste, per il momento Covili è anche il primo italiano nella classifica dei giovani: sesto. Davanti a lui ci sono nomi difficilmente scalzabili. Almeida, in lotta per il Giro. Lopez, maglia rosa fino a Torino. Arensman, nuovo leader del Team DSM dopo il ritiro di Bardet. Buitrago, anche lui in fuga ieri verso Cogne. Sivakov, che dovendo lavorare per Carapaz potrebbe dover rinunciare alla lotta fra i pari età. Ma forse ieri sul traguardo a questo Luca non pensava.
«Sin dal mattino – spiega – avevamo intenzione di andare in fuga, perché sapevamo che era una tappa adatta. Ovviamente bisogna avere le gambe e infatti la fuga è andata via dopo 80 chilometri e svariati tentativi in cui hanno provato a entrare anche altri miei compagni. Alla fine si è sganciato un gruppo numeroso e io mi sono ritrovato a bordo. Ho cercato di limitare il più possibile la spesa di energia, ma sulla seconda salita abbiamo fatto un ritmo forte fin da subito. Per questo ho cercato di andare su col mio passo. Alla fine nel mio gruppetto eravamo rimasti in quattro (con lui c’erano Tesfatsion, Mollema e Leemreize, ndr) e a 10 chilometri dall’arrivo sono riuscito a staccarli e a fare un sesto posto».
Giro in crescendo
Covili non è mai stato un grande vincitore, ma la sua regolarità non è mai mancata. Pallino di Locatelli alla Palazzago, ha chiuso il suo percorso fra gli under 23 alla Mastromarco e nel 2019 è passato professionista con la famiglia Reverberi. Il fatto che sia ancora lì, dopo i due anni del Covid che sono costati il posto a più d’un corridore, significa che la qualità c’è.
«Sto facendo un Giro in crescendo – dice – la condizione è super buona. E vediamo con le prossime tappe se si riuscirà ad andare nuovamente in fuga. Questa è la nostra filosofia. Nelle le strade c’è tantissimo pubblico. Dopo gli ultimi due anni del Covid, finalmente è tornato a esserci il pubblico del Giro d’Italia. Adesso ci godiamo il giorno di riposo. Recuperiamo un po’ di energie e poi vediamo come muoverci. La tappa del Mortirolo potrebbe essere già buona, sono quelle sfide che mi gasano. Ne parleremo con la squadra, però sicuramente sarà un giorno per le fughe e proveremo a entrarci».
Sull’arrivo il saluto di Covili al pubblico di Cogne, che celebra il suo 6° posto Ieri Luca è entrato nella fuga partita dopo 80 chilometri sulla salita di Pila
Bardiani da decifrare
Nel difficile Giro di chi sapeva già dalla partenza di lottare per le briciole, la Bardiani si tiene stretto intanto il secondo posto di Gabburo a Napoli e osserva con curiosità l’evoluzione di questo Covili. Il team, che già prima del via da Budapest aveva dovuto rinunciare a Battaglin, non ha mantenuto per ora le attese anche in termini di presenza nelle varie fughe. Basti pensare che fra i primi 10 della classifica dei chilometri in fuga risultano tre corridori della Drone Hopper-Androni, tre della Eolo-Kometa e poi vari uomini WorldTour fra cui Alessandro De Marchi. E’ chiaro che vincere una tappa sarebbe certo meglio di salire su quel podio, ma l’assenza è pur sempre spia di un atteggiamento in corsa o di un livello di prestazione individuale non ancora al meglio.
«Ma in squadra – dice Covili – c’è un clima sereno, proveremo ancora e siamo sempre concentrati sull’obiettivo. Adesso tiriamo un po’ il fiato. Da domani inizia un altro Giro».