Il Tour de France 2024 ha classificato otto frazioni come “piatte”, adatte quindi ai velocisti. Sono le otto occasioni di Mark Cavendish per battere il record assoluto di vittorie nella Grande Boucle e staccare così Eddy Merckx. Sono le tappe che gli hanno fatto decidere di rimandare l’addio alle corse. Otto occasioni di cui non solo Cav, ma anche il suo direttore sportivo Stefano Zanini, sono ben consapevoli.
Meno velocisti?
L’Astana-Qazaqstan ha tenuto gli occhi puntati sulla presentazione del Tour. Più che altro per capire quanto potesse essere reale questa possibilità del record. E il terreno c’è, per i dettagli magari ci sarà tempo, ma intanto si può iniziare a mettere giù la “missione record”.
«Qualcosina – spiega Zanini – abbiamo visto. Di certo nel complesso si tratta di un Tour impegnativo, anzi bello duro direi. Quest’anno poi, guardandola dal punto di vista dei velocisti, manca Parigi e quindi non c’è il classico arrivo sui Campi Elisi. Il gran finale di Nizza avverrà con una crono. Questo fattore magari potrebbe scoraggiare qualche velocista. Qualcuno potrebbe tagliare la corda anzitempo senza l’obiettivo finale. Poi è chiaro, se è in lotta per la maglia verde no, però qualcun altro potrebbe pensare di non tenere duro fino in fondo, specie con le Olimpiadi a seguire».
Quest’ultimo aspetto potrebbe essere una piccola carta a favore di Cavendish. Qualche ruota veloce potrebbe gestire in modo differente il Tour de France, tanto più che l’Olimpiade parigina sembra essere abbastanza veloce.
Otto tappe
Le frazioni veloci iniziano dalla terza e si concludono alla 16ª. E quelle in mezzo chiaramente non sono tutte per gli sprinter.
«Penso – riprende Zanini – che le tappe adatte allo sprint possano essere queste: la terza, Torino; la quinta, Saint Vulbas; la sesta, Dijon; l’ottava, Colombey; la decima, Saint-Amand Montrond; la dodicesima, Villeneuve sur Lot; la tredicesima, Pau, e la sedicesima, Nimes».
Alle otto piatte individuate dal Tour noi aggiungeremmo anche le frazioni di Troyes (9ª tappa) e quella di Barcelonette (18ª tappa). Il Tour le classifica come ondulate, ma nel complesso sembrano essere veloci… almeno su carta. Poi si sa: la corsa la fanno i corridori e magari arriva la fuga anche in una di quelle otto tappe piatte.
«Per Cav già la terza tappa è un’opportunità importante. La Piacenza-Torino. E’ totalmente piatta. E potrebbe essere l’obiettivo. Ma ogni occasione di tappe veloci è buona e va sfruttata. Per il resto dobbiamo studiarle bene, oggettivamente non abbiamo ancora un quadro preciso degli arrivi e delle altimetrie. Magari faremo qualche sopralluogo in occasione della Parigi-Nizza se ci sarà qualche tappa che arriva in prossimità delle sedi di arrivo del Tour. Vediamo…».
Cavendish ha già vinto in due località in cui si arriverà il prossimo anno: Nimes (nel 2008) e Saint-Amand Montrond (nel 2013). Magari è un piccolo segno del destino, magari quegli arrivi sono ancora ideali per lui e per la sua squadra.
La vittoria di Nimes fu la quarta in assoluto delle sue 34 e l’ultima di quel Tour de France. Mentre è interessante quella di Saint-Amand Montrond. Quella infatti non era una frazione del tutto piatta. E infatti quel giorno Mark precedette Sagan (che non era solo un velocista) e una corposa serie di scalatori: Mollema, Fuglsang… Pensate che Contador fu settimo!
Chiaro. Non è più il Cav che tiene in quel modo sugli strappetti, ma occhio a tagliarlo fuori prima del previsto. Manzoni, altro diesse dell’Astana, pochi giorni fa ci ha detto che l’inglese col peso non era messo male.
Motivazione e serenità
Questo record in ogni caso “acchiappa”. Anche in gruppo se ne parla. E anche in gruppo l’ex campione del mondo ha dei fans. Elia Viviani per esempio è convinto che Cav possa farcela. Che è motivato.
«Dico che ha ragione Elia – incalza Zanini – Cav è super motivato e credo che quest’anno abbia qualcosina in più. Qualcosa che anche noi siamo riusciti a dargli. Penso al suo preparatore Anastopoulos, all’arrivo di Morkov come apripista e al fatto che è già con noi, mentre lo scorso anno è arrivato a fine dicembre e ha trovato quel che c’era. Non potevamo fare molto. Credo che tutto ciò, messo insieme, possa farlo stare più tranquillo e più sereno».
«Io penso che stia nascendo un treno non indifferente: oltre a Morkov, ci sono Bol, Ballerini… Gente importante, che quando ci saranno quelle occasioni si metterà a sua completa disposizione, come del resto abbiamo fatto quest’anno prima che cadesse. E ci potrà essere qualche rischio in meno nel controllare la corsa. L’unica cosa che vorrei, è riuscire a lavorare bene prima del Tour, facendo tante gare insieme».