Cozzi e il circolo virtuoso di Froome. I segnali positivi di Chris

08.06.2022
4 min
Salva

«Chris finalmente non ha più dolori e può allenarsi bene». Il Chris in questione è Froome, chiaramente. Queste parole Claudio Cozzi, direttore sportivo della Israel-Premier Tech, ce le aveva dette al Tour of the Alps e ce le aveva ripetute al Giro d’Italia.

E in effetti qualcosa si muove per il britannico. I segnali positivi ci sono stati sia nelle sue sensazioni, sia in corsa, e nel suo computerino che è tornato a parlare di wattaggi importanti.

Mentre Froome pedala il Tour de France al Delfinato, torniamo a parlare con Cozzi.

Claudio Cozzi (classe 1966) è uno dei diesse della Israel-Premier Tech
Claudio Cozzi (classe 1966) è uno dei diesse della Israel-Premier Tech

Dolori giù, watt su

«Confermo tutto – dice Cozzi – nelle ultime settimane ci sono stati dei miglioramenti in allenamento, ma anche in corsa. E lo abbiamo abbiamo visto al Mercan’Tour. So che in questi primi giorni del Delfinato le sue sensazioni sono buone. Io non sono con la squadra adesso, ma ho sentito Chris anche pochi giorni fa in quanto voleva provare una nuova radio e mi ha ripetuto che non ha dolori e per questo ragione è motivato e contento».

La cosa più importante, ancora prima dei valori espressi in bici che sono tornati ottimi, è proprio l’assenza di dolore. Questo cambia tutto. Cambia l’umore, aumenta l’ottimismo e ti fa tornare la voglia di allenarti forte. Cosa che comunque a Froome proprio non è mai mancata. Lui è uno stakanovista del lavoro. S’innesca il famoso circolo virtuoso.

«Al Tour of the Alps per la prima volta ci aveva detto che non avvertiva più i soliti dolori. Che rispetto allo scorso anno stava meglio e quindi sapeva di essere sulla buona strada. In quanto a chilometri e volumi di lavoro, non che sia cambiato molto: Chris non è mai stato restio ad allenarsi, neanche quando stava male.

«Riguardo ai valori che crescono, in questi giorni non sono in grado di quantificarli e non posso, però il fatto che qualche giorno fa, quando ha vinto Fuglsang (il Mercan’Tour, ndr) sia stato con il gruppetto dei primi fino ai 10 chilometri dall’arrivo è un’ottima notizia. E’ qualcosa che fino a qualche mese fa sarebbe stata impossibile».

Il britannico sta ritrovando il sorriso
Il britannico sta ritrovando il sorriso

Forza mentale

Come lo squalo che fiuta mezza goccia di sangue e fa scattare il suo istinto killer, anche Froome se sente “mezza gamba” come si dice in gergo, cambia i suoi orizzonti. 

Il britannico può davvero fare bene, può davvero essere ad una nuova svolta della sua carriera. E già la crono o un arrivo di tappa in salita fatte bene al Delfinato possono dire molto. Se dovesse arrivare con i primi… automaticamente ritornerebbe la testa del campione di vertice.

«Vedendo che va si carica – riprende Cozzi – questo è sicuro. Chris già è carico di suo. Mi diceva: «Io non sono sicuro se tornerò a vincere un grande Giro, ma non voglio finire così”. 

«Se riuscirà a tornare in alto, il 90% sarebbe da attribuire proprio alla sua voglia, alla sua testardaggine, alla sua forza mentale. Poi se dovesse arrivare una volta davanti sì, ripeto, sarà contento e motivato, gli scatterà qualcosa nella testa ma non ha comunque la bacchetta magica».

«Froome non si pone obiettivi di corsa o di posizioni al Tour. Tra l’altro per correttezza devo dire che neanche è ufficiale la sua presenza alla Grande Boucle: ci sono in lista 11 atleti per 8 posti e lui ne fa parte. L’obiettivo è tornare ai suoi livelli e quello sarebbe un punto di partenza. Se Froome torna Froome, poi può vedere una volta per tutte cosa fare».

Cozzi, per onestà dice che non c’è ancora una convocazione ufficiale, ma di certo il Tour de France è l’obiettivo di Froome: uno come lui vuole e “deve” esserci in Francia.

Froome è al Delfinato pensando al Tour, anche se ufficialmente non è ancora certa la sua presenza
Froome è al Delfinato pensando al Tour, anche se ufficialmente non è ancora certa la sua presenza

Meglio in sella

Il lavoro una volta era impostato per il Tour e provare a vincerlo, adesso è sempre per il Tour, ma come detto, prima ancora per ritrovare se stesso. E in tale senso il Tour è una delle tappe da affrontare.

«Si è allenato bene ad Isola 2000 con la squadra. Tanta quantità e tanta qualità: non sono mancati lavori specifici, fuori giri che riproducano le situazioni di gara e dietro motore.

C’erano Woods, Fuglsang, Clark… ne hanno approfittato anche per fare delle ricognizioni. Ma lui ha poco da scoprire sul Tour, visto che ne ha vinti quattro!».

Cozzi parla poi di un Froome visto bene anche in sella. L’assenza di dolori hanno migliorato anche questo aspetto.

«Non che Chris sia un grande “stilista” in bici – conclude il diesse della Israel PremierTech – però da quel che ho visto al Tour of the Alps e da quel che vedo nelle corse alla tv, mi sembra meglio dello scorso anno. Per esempio nella corsa che ha vinto Fuglsang l’ho visto bene quando era davanti con i primi. E quando dico bene intendo che si muove meno in sella. E’ più stabile.

«Con Gary Blem, il meccanico che si porta dietro dal vecchio team, hanno lavorato bene. Chris si fida ciecamente di lui».