Da Burgos all’europeo, la via di Simon Yates per tornare grande

04.08.2021
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Il 2018 sembrava essere l’anno della consacrazione per Simon Yates. Il britannico nelle prime due settimane del Giro d’Italia impressionò tutti con la sua condizione che sembrava lanciarlo verso la conquista della maglia rosa. Poi la famosa tappa del Colle delle Finestre fece cadere nel baratro il corridore dell’allora Mitchelton-Scott. I primi scricchiolii arrivarono già il giorno precedente con arrivo a Prato Nevoso dove perse 30 secondi da Froome, vincitore di quel Giro.

Quell’anno però conquistò la Vuelta e sembrava essersi ripreso definitivamente, tuttavia negli anni successivi non è più riuscito a riconfermarsi. Anche in questo 2021, dopo il Tour of the Alps i segnali erano incoraggianti, ma poi al Giro non è andata come ci aspettavamo. Ci facciamo raccontare gli ultimi anni di Simon da quello che è stato il suo diesse, Vittorio Algeri, le fragilità di quello che è un talento mai completamente esploso.

Buongiorno Vittorio, vorremmo capire cosa può lasciare nella testa di un corridore quel che è successo nel 2018 al Giro.

Partiamo dal presupposto che la condizione era strepitosa, Simon aveva una gamba impressionante. Stava vivendo una situazione stimolante e si è fatto prendere dall’emozione, arrivando a spremersi troppo nelle prime due settimane. Il contraccolpo psicologico è stato forte, per lui il Giro è diventata poi un’ossessione ed ha voluto riprovarci negli anni successivi.

Lo stesso anno si ripresentò alla Vuelta, vincendola in maniera netta. Nel 2019 non diede seguito ai risultati ottenuti, come mai?

La Vuelta del 2018 fu la sua rivincita, fece capire di non essere un fuoco di paglia. Il problema fu che arrivò stanco a fine stagione ed ebbe poco tempo per recuperare. A gennaio iniziò subito la preparazione per il Giro e arrivò prima della Corsa Rosa già scarico. Lì sbagliò la squadra, dovevamo ragionare di più, prendere tempo e preparare il Giro in maniera diversa.

Sul podio del Giro 2021: puntava a vincere, ha avuto grandi giorni come ad Alpe di Mera e crolli inattesi
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Invece nel 2020?

L’anno scorso prese il Covid, probabilmente sull’aereo che lo ha portato a Palermo. Alla seconda tappa già avevamo segnali di malessere ed infatti all’ottava risultò positivo al tampone. Il Covid interruppe la sua stagione, che di conseguenza finì lì. 

Quest’anno al Tour of the Alps ha dato segnali incoraggianti, anche se poi non è riuscito ad esprimersi a quei livelli al Giro

In questo Giro d’Italia ha sofferto tanto il freddo, eravamo partiti con l’idea di nasconderci nelle prime settimane ed uscire nei momenti cruciali. Una delle tappe evidenziate sul calendario era quella di Cortina, dove però il meteo ha penalizzato tanto Simon, che soffre troppo il freddo. Anche a Sega di Ala e Alpe Motta speravamo in prestazioni più convincenti, credevamo di riuscire a recuperare più margine.

Simon Yates ed Egan Bernal sullo Zoncolan: il britannico per un giorno fa tremare la maglia rosa
Simon Yates ed Egan Bernal sullo Zoncolan: il britannico per un giorno fa tremare la maglia rosa
Con un clima migliore, Simon avrebbe preso più condizione, migliorando giorno dopo giorno?

Sì, non è matematico ma l’obiettivo era quello, arrivare al top nella settimana decisiva.

Ma visto che soffre così tanto il freddo non sarebbe meglio puntare su corse calde come Tour o Vuelta? Non è che questa ossessione del Giro lo abbia penalizzato troppo?

E’ una considerazione giusta, non gli ha fatto bene quell’esperienza (Giro 2018, ndr) e avrebbe voluto mettersela alle spalle con un trionfo. Forse invece di insistere così, sarebbe stato meglio cambiare corsa, così da prendere più sicurezza dei propri mezzi

Al Giro del 2018 iniziò a calare nella terza settimana, sul Finestre il blackout
Al Giro del 2018 iniziò a calare nella terza settimana, sul Finestre il blackout
Da quel che ci racconta sembra che il momento cruciale per Simon sia stato il Giro 2019, quando c’era uno spazio per inserirsi tra i campioni degli anni precedenti e quelli di ora.

Sì, senza dubbio, non era minimamente pensabile che il livello si alzasse in così poco tempo. Tuttavia, quell’anno per Simon sarebbe dovuto essere quello dell’incoronazione, ma così non è stato.

La divisione da Adam gli ha fatto bene oppure no?

Simon e Adam sono molto diversi, ma si stimolavano molto in allenamento ed in gara, avevano uno spirito competitivo che li portava a migliorarsi a vicenda. Senza il fratello Simon si è sicuramente trovato più peso sulle spalle, dovuto anche al fatto che alcuni corridori, come Hamilton e Chaves, non hanno reso come ci si aspettava. 

Adam e Simon alla Vuelta del 2018 corsa insieme. Da quest’anno Adam è alla Ineos Grenadiers
Adam e Simon alla Vuelta del 2018 corsa insieme. Da quest’anno Adam è alla Ineos Grenadiers
Per concludere, quali saranno i prossimi appuntamenti per Simon, ha delle corse nel mirino?

Ora è a Burgos (nella prima tappa, corsa ieri, Yates è arrivato 19° con un ritardo di 13” dal vincitore di giornata Planckaert), si sta preparando per il mondiale e per il campionato europeo. Al momento è difficile dire quali saranno gli altri obiettivi, la Vuelta è fuori discussione, dato che ha fatto Giro e Tour.