Se un arrivo è per velocisti quando a vincere è un velocista, allora quello di oggi a Pontivy lo è stato alla grande. La terza tappa del Tour è andata infatti a Tim Merlier, il velocista belga della Alpecin-Fenix che aveva lasciato il Giro con una scusa e appena cinque giorni dopo era andato a vincere la Ronde Van Limburg. Se però ripensiamo al pandemonio di proteste del Giro nel giorno di Cattolica, quando uno spartitraffico mandò a casa Landa e Dombrowski e si disse che non fosse possibile mettere una volata dopo tutte quelle difficoltà, allora bisogna dire – a fronte delle cadute di Roglic, Haig e Thomas poi finiti all’ospedale – che quello di oggi non solo non era un arrivo per velocisti, ma era un arrivo troppo pericoloso a prescindere da chi lo abbia vinto.
Gesink e Thomas
Terzo giorno di cadute al Tour, senza che una sola squadra abbia potuto prendere in mano la corsa, data l’impossibilità di restare in fila abbastanza a lungo. Tra i caduti di giornata, il primo ad andare a casa è stato Robert Gesink, caduto nel mucchio dopo 37 chilometri assieme a Geraint Thomas, cui è uscita la spalla destra. Più avanti è toccato invece a Primoz Roglic, che è arrivato al traguardo con 1’21” di ritardo e l’aspetto malconcio.
«Lo hanno fatto volare – ha detto Plugge, team manager della Jumbo Visma – è contuso e dolorante al coccige, lo stanno portando in ospedale. Gli altri ragazzi dicono che un altro corridore lo ha urtato e lo ha fatto volare. Con gli ultimi 18 chilometri di discesa, prima di un arrivo in volata. Le strade giuste…».
Ewan e Sagan
L’ultima caduta in ordine di tempo è arrivata ai pochi metri dall’arrivo, quando a cadere ma per sua responsabilità è stato Caleb Ewan. Lanciato nella volata, il tasmaniano ha trascinato con sé Peter Sagan. Nella loro scia, Sonny Colbrelli ha evitato la caduta ed ha tagliato il traguardo al quinto posto, alle spalle di Ballerini. Mentre smaltita l’impresa di ieri, Mathieu Van der Poel si è piazzato al settimo posto, dopo aver tirato la volata al compagno. Eppure nel tono di voce di Sonny c’è qualcosa di strano. Prima dice di non voler parlare, poi comincia a raccontare.
Cade anche Jack Haig: Tour finito per lui e corsa in ospedale Thomas cade dopo 37 chilometro e gli esce una spalla. Gesink va a casa
Roglic a terra
«Mi dispiace per Roglic – dice – si è agganciato a me. Mi è venuto contro. Mi ero messo a ruota degli Alpecin per farmi portare davanti. Anche lui evidentemente aveva scelto quelle ruote, ma era indietro quando mi sono infilato. E forse non guardava o non lo so, ma mi ha preso in pieno. Per quello ho alzato il braccio. E per fortuna poi sono rimasto lucido nel finale, ai 300 metri, e sono riuscito a frenare. Altrimenti a Caleb Ewan e Sagan gli finivo addosso anche io…».
Con Roglic anche due compagni, la ripartenza è faticosa Rogllic viene spinto. Arriverà con 1’21” di ritardo
Con Roglic anche due compagni, la ripartenza è faticosa Rogllic viene spinto. Arriverà con 1’21” di ritardo
Rivediamo le immagini, l’inquadratura non riprende completamente la scena. Si vede Roglic che cade e Colbrelli che si volta e alza il braccio, come nel suo racconto, come se lo sloveno lo avesse tamponato.
Percorsi pericolosi
Il punto sono i percorsi, troppo stretti e contorti. Pericolosi, come può esserlo un tracciato di gara di continui su e giù e con una discesa tortuosa, di curve strette e a 90 gradi, andando verso l’arrivo. Non era più pericoloso il traguardo di oggi a Pontivy di quello di Cattolica?
Sagan si rialza e sembra non aver riportato danni Accanto a Caleb <Ewan a terra si fermano i compagni della Lotto Soudal Caleb ewan va via dall’arrivo in ambulanza: sapremo se potrà continuare
Sagan si rialza e sembra non aver riportato danni Accanto a Caleb <Ewan a terra si fermano i compagni della Lotto Soudal Caleb ewan va via dall’arrivo in ambulanza: sapremo se potrà continuare
«I percorsi sono brutti – conferma Colbrelli – e il gruppo è nervosissimo. Di questo passo il Tour lo vince un velocista. Io sto anche bene, sono arrivato quinto e la volata non l’ho quasi fatta. Mi butto dentro, ma ho paura. Succede quando vedi cadere un compagno. Noi oggi abbiamo perso Jack Haig che avrebbe fatto classifica. L’ha portato via l’ambulanza e adesso è in ospedale. Stavo cadendo ancora anche nell’ultimo chilometro, ma non sono tappe in cui un treno possa dare una mano. Sono tappe in cui al massimo puoi sperare di salvarti».