Alaphilippe_Hirschi_Liegi2020

Alaphilippe ingenuo, Roglic fa festa

04.10.2020
4 min
Salva

Non si può chiamarla maledizione, se proprio sul più bello Alaphilippe ha perso la testa mentre Roglic ha continuato a usarla. E forse prima della testa, Julian aveva perso le gambe. La Liegi si è accesa sulla Cote de la Roche aux Faucons, quando gli uomini del campione del mondo hanno alzato l’andatura. E mentre davanti c’era ancora Dumoulin, a 13,8 chilometri dall’arrivo, Alaphilippe ha sferrato l’attacco.

Alaphilippe_Hirschi_Liegi2020
Si fa la selezione, il francese attacca sulla Roche aux Faucons
Alaphilippe_Hirschi_Liegi2020
Sulla Roche aux Faucons, Alaphilippe attacca. Con lui, Hirschi, Roglic e Pogacar

Alaphilippe, insolita vigilia

«Sono davvero entusiasta di unirmi alla squadra – aveva detto alla vigilia Alaphilippe, rientrato dal primo allenamento – per la prima volta dalla vittoria ai campionati del mondo e di rivedere i miei compagni di squadra. Quando sono arrivato in Belgio non vedevo l’ora di salire sulla mia nuova Specialized personalizzata e di uscire per il primo allenamento da iridato insieme al Wolfpack. E’ stata una bella pedalata, resa ancora più piacevole dai fan sulla Redoute, che mi hanno applaudito. Non vedo l’ora che arrivi domenica e alla mia prima gara da campione del mondo, quando sarò pronto a dare il massimo per un buon risultato».

Julian avrebbe dovuto correre la Freccia e staccare la spina dai festeggiamenti, lasciando chiusa quella porta fino a che la stagione non si fosse conclusa. Invece ha scelto di saltare la corsa che l’ha applaudito due volte e di schierarsi direttamente alla Liegi.

Alaphilippe_Liegi2020
Gioia effimera per il francese dopo l’arrivo: non si è reso conto della scorrettezza?
Alaphilippe_Liegi2020
Gioia effimera per il francese dopo l’arrivo: davvero non si è reso conto della scorrettezza?

Hirschi, debuttante coi fiocchi

Dietro Alaphilippe si è mosso subito Hirschi, che con la Freccia nel taschino si è presentato alla Doyenne senza il minimo timore. Poi è arrivato facile Roglic. Quindi Pogacar e Kwiatkowski.
Sono troppi, ha pensato Hirschi, che ai meno 11 dà un’altra botta, staccando il polacco e restando da solo fra il campione del mondo e i due sloveni.

Hirschi_RoglicPogacar_Liegi2020
Alla fine sul podio di Liegi salgono Hirschi (a sinistra), Roglic e Pogacar
Hirschi_RoglicPogacar_Liegi2020
Alla fine sul podio di Liegi salgono Hirschi (a sinistra), il vincitore Roglic e Pogacar

La Roche aux Faucons è l’ultima salita della Liegi, da quando lo scorso anno si è ritornati col traguardo nel centro della città. E così la corsa a quel punto è diventata uno stillicidio di sguardi di traverso e scatti di assaggio.

Alaphilippe a quel punto si è guardato intorno. Ha ritenuto di essere il più veloce e, come pure alla Sanremo, si è preparato per la recita da campione. Come Ganna a Palermo, ma senza la certezza numerica dei cronoman.

Si è lanciato per lo sprint, ma ha sentito che la bici non prendeva velocità. Oppure ha sentito che gli altri ne prendevano di più. E così ha scartato verso il centro, spostando Hirschi, che ha perso il pedale e ha dovuto smettere di pedalare.

Alaphilippe_Roglic_Hirschi_Liegi2020
Il fotofinish è impietoso: Roglic passa Alaphilippe e conquista la Liegi
Alaphilippe_Roglic_Hirschi_Liegi2020
Alaphilippe_Roglic_Hirschi_Liegi2020

Roglic, la forza di crederci

Roglic ha fatto la sua volata. Senza nulla aggiungere. Senza nulla togliere. Non ha avuto ostacoli davanti. E ha fatto quel che gli hanno sempre insegnato: ha dato il colpo di reni, mentre al suo fianco l’airone iridato aveva già allargato le ali pregustando lo champagne.

«E’ incredibile – ha detto a caldo – era così vicino. Questo dimostra che non si può mai smettere di credere e non smettere mai di spingere fino all’ultimo centimetro. Era la prima volta che facevo la Doyenne. Era nella mia lista dei desideri vincerne una. E sono super felice di essere riuscito a vincerla dopo questa estate così particolare per me».

Pogacar in agrodolce

Picachu dalla maglia gialla, che aveva già attaccato al mondiale, ha visto sfumare la possibilità di vittoria proprio negli ultimi metri.

«Ho sensazioni contrastanti – ha detto – perché mi sono sentito bene tutto il giorno. La squadra ha lavorato duramente e alla fine ho iniziato lo sprint in buona posizione. Vedevo la riga e ho pesato che avrei vinto. Un secondo dopo, ho sentito che stavo per mollare. Ho tenuto duro. Ho tagliato il traguardo al quarto posto, poi hanno squalificato Alaphilippe e sono arrivato terzo».

Per avere un commento di Alaphilippe dovremo aspettare la serata. Non è facile digerire una botta come questa. Per sua fortuna c’è ancora il Fiandre. E per sua fortuna c’è quella maglia da guardare allo specchio ogni volta che la malinconia prenderà il sopravvento.