La svolta gravel dei pro’: il parere dell’organizzatore Panighel

28.08.2021
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Spesso sono mode, altre evoluzioni, ma una cosa è certa: siamo in piena era di “gravelmania”. Questo particolare mondo di matrice americana sta spopolando tra gli amatori e sta iniziando a catturare anche i professionisti. Abbiamo l’esempio di Lachlan Morton e soprattutto c’è l’interesse di Peter Sagan per questo modo di andare in bici, di fare ciclismo. Le dichiarazioni dello sloveno hanno messo un boost al gravel. E anche gli organizzatori hanno addrizzato le antenne. In Italia più avanti di tutti per quel che riguarda i pro’ c’è Filippo Pozzato, ma c’è un suo corregionale, Massimo Panighel che di grandi eventi e di innovazione ne sa qualcosa, che si sta muovendo.

Massimo Panighel (classe 1968) è un organizzatore di successo dell’offroad
Massimo Panighel (classe 1968) è un organizzatore di successo dell’offroad

Verso il gravel

Panighel ha organizzato due edizioni dei mondiali marathon di Mtb e anche i campionati italiani sono passati tra le sue mani. Adesso sta lavorando alla Mythos (altro evento di Mtb) e ha nel cassetto tre progetti gravel.

«Premetto che io ho le mie idee – dice l’organizzatore veneto – per me il gravel prima ancora di essere una disciplina è una filosofia di vita, o quantomeno di fare ciclismo. E’ un modo per vivere il territorio, un cicloturismo particolare. Poi c’è sempre quell’assonanza con la Parigi-Roubaix. Anche io quando passo da un tratto di veloce asfalto ed entro nello sterrato ho un’emozione.

«Il gravel in questo momento sta vivendo una fase incerta: cosa si vuole? E’ una gara o un semplice pedalare?».

Sagan (dietro a Bodnar) a Campo Felice al Giro. Lo slovacco non perse l’occasione per rilanciare sui social: montagne, pioggia e… gravel
Sagan (dietro a Bodnar) a Campo Felice al Giro. Lo slovacco non perse l’occasione per rilanciare sui social: montagne, pioggia e… gravel

La spinta di Sagan…

E qui scatta il dibattito vero e proprio. In America ci sono delle gare: un misto tra un cross country poco tecnico e tratti di asfalto da  fare con bici gravel (che comunque sono di derivazione stradistica). La visione europea invece è più legata al viaggio, al divertimento, ed è poi quello che ci ha detto anche Daniel Oss. «Già, quel che ha fatto Morton è un po’ troppo spinto. Noi, io Sagan, vorremmo divertirci, viaggiare, tenere un ritmo slow: il Just Ride».

«Se Oss e Sagan dicono questo ben venga! Gente come loro fa tendenza, attira le masse, muove gli sponsor e i marchi. Io ho tre progetti gravel – riprende Panighel – e non guardano alla prestazione o al cronometro. Il traguardo è il viaggio. Quello che intende Pippo invece è una gara con tratti sterrati. Le due basi sono diverse. So che la Federazione sta studiando un protocollo, ma sempre su una base agonistica. Si è parlato di cronometrare solo i segmenti offroad. O anche di premiazioni. Noi per esempio le intendiamo come squadra: si parte e si arriva in quattro».

E quella del Covid

Panighel fa poi un’analisi più generale, che si può legare all’esigenza di avere un momento di tranquillità per sé stessi. Per il grande pubblico l’esigenza è quella di evadere, per i corridori è quella di vivere la propria passione con meno stress.

«Il Covid ha cambiato molto le cose. La gente ha scoperto la bici e i tanti che già ci andavano non pensano più solo alle granfondo. Lo vedo sul campo, i numeri sono in sofferenza. Si ha voglia di libertà, di divertimento: “vado in bici come, dove e quando dico io”. E immagino che anche un pro’ voglia viverla diversamente.

«Se penso ad un evento gravel, penso ad una festa, anche di più giorni, con dei timbri da mettere magari in luoghi di particolare pregio e se si va a visitarli a fine percorso si avrà un premio ulteriore. C’è un evento, fatto con Stefano De Marchi, che si chiama La Ronda – Fiandre Trevigiane. E’ un mix tra la Roubaix (tratti sterrati) e il Fiandre (i muri della zona del Prosecco), non c’è crono e quest’anno ha visto al via 800 partenti a fronte di 2.200 richieste».

In ogni caso c’è prima da capire bene cos’è il gravel: è una gara? Una competizione simil cross country con una bici specifica? Una gara con prove speciali tipo un rally o un enduro? E’ un viaggio? Si va con le borse o senza? Il discorso è solo all’inizio…