Elezioni del Coni, anche il mondo del ciclismo è coinvolto

19.06.2025
5 min
Salva

Una settimana e lo sport italiano avrà un nuovo governo: il 26 giugno si eleggerà infatti il nuovo presidente del Coni, dopo tre mandati consecutivi per Giovanni Malagò costretto dalla legge (e non senza ripetuti tentativi di farla rivedere per togliere il vincolo) a cedere il passo. Che poi Malagò non uscirà dallo sport italiano, anzi. Intanto per i prossimi due mesi resterà in carica per il passaggio di consegne. Poi manterrà il posto in Giunta fino al 2029 come fino al 2029 manterrà il ruolo di membro del CIO. Senza dimenticare poi che ci sono le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, da lui fortemente volute e che lo vedono presidente della Fondazione che si occupa dell’organizzazione sportiva.

Giovanni Malagò lascia il posto dopo tre mandati di crescita dei risultati sportivi ma anche grandi problemi insoluti
Giovanni Malagò lascia il posto dopo tre mandati di crescita dei risultati sportivi ma anche grandi problemi insoluti

8 candidati, ma è corsa a 3

Detto questo, è tempo di elezioni, quindi è tempo di grandi incontri e lotte politiche fra i papabili. Ben 8 hanno presentato la loro candidatura, fra loro anche Giorgio Iannelli e la sua è forse quella che ha i maggiori significati umani, la volontà di un Don Chisciotte che si batte per i diritti del ricordo del suo sfortunato figlio puntando a rimodellare il moloch sportivo a livello politico. Un’utopia? Sì, irrealizzabile, ma già esserci ha un valore.

I candidati “veri” sono in realtà 2, forse 3. Luca Pancalli, presidente della Federazione Sport Paralimpici e Luciano Buonfiglio titolare della Federcanoa sono coloro che si stanno giocando la poltrona, ma c’è sempre l’incognita legata a Franco Carraro, 85 anni, che ha presentato la candidatura proprio allo scadere dei termini e che, per il suo carisma, è sempre in grado di spostare voti. Per l’elezione servono 41 voti su 81 grandi elettori: in queste ore è una caccia sfrenata a ognuno di essi, fatta di promesse, di richieste, fino all’ultima notte, quella che si trascorrerà in bianco per gli ultimi decisivi incontri. Ricordate il detto “è entrato in conclave Papa e ne è uscito cardinale”. Nel mondo sportivo vale ancor di più, spesso ci si gioca tutto nelle ultimissime ore.

La posizione di Dagnoni

Buonfiglio è sostenuto da molti suoi colleghi presidenti di federazione, tra cui anche Dagnoni che aspira fortemente a un posto in Giunta (e su questo torneremo). Altri sostengono Pancalli, per il quale depongono anche gli straordinari risultati e anche la crescita d’immagine dell’Italia ai Giochi Paralimpici. Ma si sa che a questi livelli i risultati contano molto meno dei rapporti interpersonali e del peso politico. Peso che ad esempio ha Paolo Barelli, da tempo immemore presidente della Federnuoto e uno dei deputati “opinion leader” di Forza Italia. Oppure Angelo Binaghi, presidente della Federtennis fiero avversario di Malagò e avverso a Buonfiglio.

Malagò insieme a Dagnoni: il presidente della FCI si candida per la giunta
Malagò insieme a Dagnoni: il presidente della FCI si candida per la giunta

Carraro e la rifondazione post-Montreal

Molto però dipende da che scelte farà il presidente uscente, perché può spostare un notevole pacchetto di voti, forse quello decisivo. Dai corridori traspare l’idea che potrebbe appoggiare Buonfiglio sentendolo più “vicino” alle sue posizioni. E Carraro? Chissà che il “grande vecchio” dello sport italiano non possa sparigliare le carte. In fin dei conti si è già seduto su quella poltrona, una delle innumerevoli della sua carriera e comunque chi ha antica memoria ricorda che ebbe un peso non indifferente nella lenta ma inarrestabile ripresa dello sport italiano dopo la debacle di Montreal 1976, quando la spedizione olimpica conquistò la miseria di 2 medaglie d’oro e poche altre (tra cui quella di Giuseppe Martinelli nella gara su strada). Carraro sarebbe un po’ il “pacificatore” di un ambiente sportivo dove c’è grande rivalità.

La Giunta del Coni, per i suoi 13 posti sono ben 36 i candidati
La Giunta del Coni, per i suoi 13 posti sono ben 36 i candidati

La caccia a un posto in Giunta

Questo si vede anche dal fiume di candidature per un posto in Giunta: per i 13 a disposizione si sono presentati in 36… 5 sono quelli riservati ai presidenti federali e fra loro c’è anche Dagnoni che vuole far valere il peso della tradizione ciclistica ma anche del grande spazio che, nonostante tutto, le varie specialità a due ruote hanno nel consesso olimpico. Tanti gli avversari a cominciare da Stefano Mei, che passa all’incasso dopo la perentoria crescita dell’atletica, prima cenerentola dello sport italiano ma dal covid in poi tornata ad essere la regina. Mei punta apertamente alla vicepresidenza e anche questo sposta equilibri. Dove si collocherà il massimo dirigente ciclistico? E’ chiaro che questo influirà anche sul valore della disciplina, basti pensare ai fondi messi a disposizione (fortemente ridotti negli ultimi anni).

Dagnoni a parte, analizzando le candidature, fra atleti, tecnici, rappresentanti regionali e provinciali si nota come ci sia una completa latitanza del movimento e questo rappresenta anche lo specchio delle difficoltà che tutto il mondo del ciclismo italiano vive, rischiando di essere messo sempre più ai margini.