Scartezzini ha in testa i mondiali, ma intanto ha seguito la finale dell’inseguimento a squadra in uno studio televisivo vicino casa, per stare in compagnia. Quando poi si è trattato di vederli salire sul podio, l’altro veronese Viviani lo ha videochiamato, permettendogli di essere a suo modo presente.
Villa lo ha ringraziato, raccontando di aver mandato a lui il primo messaggio dopo l’oro. E Michele conferma, quasi incredulo. Poi torna a parlare di quel record che non aveva voluto rivelarci all’indomani della sua esclusione dal quartetto.
«Avevamo già battuto il primato del mondo facendo 3’44” in allenamento – dice – solo che lo avevamo fatto con il 62, a Montichiari e con il body che usavamo normalmente. La pista di Tokyo si è rivelata molto veloce, hanno usato il 63 e a volte il 64 e il nuovo body è più aerodinamico. Sapevo che potevano farlo».


Mondiali? Forse…
Ci sarebbe stato bene anche lui, ma forse per farsela andare bene, saputo che sarebbe dovuto restare senza correre come Bertazzo, disse che sarebbe stato meglio viverla da casa. Anche se al momento dell’inno, vissuto attraverso uno smartphone, ha scoperto che la pelle d’oca in loco è sempre più spessa. Il discorso semmai è capire adesso come proseguirà la sua stagione.
«Quando Villa mi disse che non sarei andato – spiega – aggiunse che avrei dovuto farmi trovare pronto per i mondiali, ma adesso vediamo. E’ difficile smontare un quartetto come questo, che ha fatto per due volte il record del mondo. Non so cosa faranno gli altri di qui all’autunno. So però che Pippo vuole tirare fino ai mondiali, perché vuole vincerli. Bisognerà vedere Consonni e Milan, per i piani che avranno con le loro squadre. Perciò a Villa lo dirò che ai mondiali ci andrò soltanto con la certezza di essere all’altezza».


Road to Paris
In effetti la prova di solidità offerta dal quartetto di Tokyo e il fatto che si tratti di un gruppo molto giovane, fa pensare che per quanto invitante, la strada verso Parigi 2024 rischi di somigliare a quella per Tokyo. Con qualificazioni da conquistare sul campo ad opera di chi della pista ha fatto la sua attività principale e il rischio poi di non correre per l’arrivo dei… titolari.
«Vedremo – ammette – sarà una scommessa. Intanto il primo traguardo è quello dei mondiali. Ho avuto venti giorni per riposarmi al meglio e ripartire. Anche loro avranno la possibilità di fare lo stesso. E non crediate che per gente come Ganna e Lamon sarà un problema farsi il giro delle trasmissioni e delle feste, proprio no…».
Vale quello che ha detto Villa e resta anche nelle sue parole. E’ l’oro di tutti, discorso giusto. Ma dovendo dirla proprio tutta, è soprattutto l’oro di chi c’era. Gli altri hanno gioito allo stesso modo, ma la sensazione è che in fondo al cuore la ferita continui a sanguinare.