Domani cercheranno di far divertire l’Italia

03.08.2021
5 min
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«E’ tutto merito tuo» grida il ragazzino del quartetto azzurro dei sogni Jonathan Milan. Il suo dito indica Marco Villa, il ct della pista che ha compiuto un altro miracolo, spedendo la squadra dell’inseguimento nella finale olimpica al velodromo di Izu, dove domani (sincronizzate gli orologi: ore 11,06) sfideremo i colossi danesi per l’oro. E’ stata un’Italia da brividi quella che ha battuto al fotofinish nel primo turno (ovvero una sorta di semifinale) la Nuova Zelanda per l’inezia di 0”090. E per lo stesso margine, gli azzurri hanno scritto il loro nome sul libro dei primati, realizzando il nuovo record mondiale in 3’42”307.

Dopo aver parlato da capitano, anche domani Ganna trascinerà l’Italia in finale
Dopo aver parlato da capitano, anche domani Ganna trascinerà l’Italia in finale

Lamon e Consonni

Velocissimo il lancio di Francesco Lamon, poi il testimone è passato a Simone Consonni che ha sua volta ha lasciato spazio a Jonathan Milan. I neozelandesi ci fanno soffrire, arrivano a mezzo secondo di vantaggio. Però a quel punto gli azzurri giocano il jolly, sfoderando la Locomotiva di Verbania. Filippo Ganna mette il turbo e si trascina dietro quel che resta dell’Italia, Consonni e Milan che in volata bruciano i rivali e ora sognano in grande.

Unanime da parte degli azzurri la dedica per il tecnico dell’Italia Marco Villa
Unanime da parte degli azzurri la dedica per il tecnico dell’Italia Marco Villa

Top Ganna

Quando arriva in zona mista, Top Ganna sorride e dichiara: «Oggi siamo arrivati con buona gamba e i ragazzi hanno dimostrato che il lavoro fatto negli anni ha portato davvero a tante cose, a tante emozioni. Più di una volta, l’abbiamo presa in quel posto e tutto torna prima o poi. Nel nostro gruppo ce n’è uno che ha già vinto una medaglia importante (Elia Viviani, oro a Rio 2016 nell’omnium, ndr) e lui sa cosa vuol dire vincerla e io voglio conviderla con gli altri. Gli dico di tenere duro 24 ore, poi se vogliono possono ubriacarsi e sarò il primo ad accompagnarli».

Fattore Elia

L’importanza di avere in gruppo un campione olimpico, nonché il primo ciclista portabandiera nella storia azzurra, è un valore aggiunto, come conferma chi lo conosce meglio di tutti, il compagno di squadra nella Cofidis, Simone Consonni: «Sicuramente, quello che ha fatto scattare questa attenzione per la pista è Elia. E’ grazie a lui che tutta l’Italia ci guarda e noi sentiamo il calore della gente, per cui speriamo di aver regalato emozioni anche oggi».

Futuro Milan

Capitan Top Ganna ringrazia i compagni per la prova da record: «Ridendo e scherzando dovevamo partire a 13”6, mentre al secondo giro eravamo a 13”3. Allora ho detto “Va bene ragazzi, fate quello come volete, ormai siamo lì”. Voglio dire un grazie a tutti, da chi è partito e non l’aveva mai fatto così forte (Lamon), a chi ha fatto il secondo uomo e ci ha portato subito “in tabella” (Consonni) e poi anche a uno alto e giovane che può essere il futuro del ciclismo su pista e non solo, perché anche su strada sa difendersi».

Un abbraccio anche per Lamon, che è andato molto meglio di ieri
Un abbraccio anche per Lamon, che è andato molto meglio di ieri

Berlino addio

L’ultimo riferimento è a Milan, che compirà appena 21 anni a ottobre ed è già sul podio olimpico. Nemmeno il diretto interessato ci crede: «E’ un’emozione indescrivibile, è tutto nuovo, faccio fatica a realizzare dove sono. Rispetto al bronzo di Berlino 2020, sono tanti step in più».

Provateci voi

Le parole quasi gli mancano e anche Lamon annuisce, ma lascia la parola a Consonni: «Siamo partiti subito con una tabella alta, perché sapevamo che era una semifinale impegnativa, in pratica era una “finalona” per entrambi. Siamo stati a tabella e poi sapevamo di avere l’uomo in più che è Filippo, che ci fa fare la differenza alla fine e si è visto anche oggi. Bravi a me e Milan che gli siamo stati a ruota perché non è semplice. Se non ci credete, provateci».

Nel nome di Villa

Top Ganna va così forte, che gli avversari tentano di fermarlo in tutti i modi, ma il verbanese replica a modo suo: «Ci sono nazioni che han detto che il mio manubrio non era omologato, anche se lo è dall’Uci. Avrei potuto correre anche con quello della corsa a punti. Dai, non voglio essere sborone, però volevano metterci il bastone tra le ruote».

Non ha funzionato e ora manca l’ultimo gradino da scalare: «Come già detto prima della semifinale, dobbiamo fare la gara su noi stessi e seguire una persona a bordo pista col tablet a cui crediamo ciecamente. Se lo facciamo alla lettera, abbiamo visto che possiamo fare. Domani Marco Villa sarà sempre il nostro faro e cercheremo di far divertire l’Italia». 

Con queste premesse, prendetevi un’ora libera domattina perché c’è una finale che può regalare i nostri ragazzi alla leggenda. Il vostro tifo si sentirà anche a migliaia di chilometri di distanza e sarà il turbo per i giri finali che eleggeranno il quartetto campione olimpico.