Consonni e la calma (quasi) olimpica: il quartetto affina l’intesa

29.07.2024
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Viene definita “calma olimpica” ed è quella caratteristica che contraddistingue uno stato d’animo serafico, misurato, distaccato, a tratti quasi ingenuo. Nell’antica Grecia era il periodo di pace, durante i quali ogni conflitto si fermava. Oggi è l’unica arma per contrastare la tensione di chi è chiamato a vincere una medaglia olimpica. Simone Consonni, uno dei quattro vagoni che comporrà il quartetto per l’inseguimento su pista vincitore della medaglia d’oro a Tokyo 2020+1, la “calma olimpica” la sta maturando in questi giorni. E a giudicare dalle sue parole, è già sulla buona strada.

Il quartetto prosegue con l’affinare tutti i meccanismi prima di partire per Parigi
Il quartetto prosegue con l’affinare tutti i meccanismi prima di partire per Parigi

Azzurri a Montichiari

La nazionale azzurra sta lavorando al velodromo di Montichiari per affinare il treno, per preparare la “gamba”, per oliare ogni meccanismo. Già il fatto che Consonni – 29 anni, bergamasco della Lidl-Trek – risponda al telefono a circa una settimana dalle gare la dice lunga su quanto la sua “calma olimpica” sia a buon punto. Del resto per lui quella di Parigi sarà la terza Olimpiade.

«L’Olimpiade è bella – spiega – ma l’atmosfera è delicata, ti prende, ti avvolge, ti trascina per cui è difficile da placare. Soprattutto lo diventa lontano dalle gare, gestire l’ansia non è sempre facile, ma resta un evento mondiale, che va oltre allo sport».

Parigi sarà la terza Olimpiade di Consonni, dopo Rio e Tokyo
Parigi sarà la terza Olimpiade di Consonni, dopo Rio e Tokyo

Ritorno a Parigi

Questo per l’aspetto emotivo che, aggiungiamo noi, viene accresciuto dal fatto che a Parigi correrà anche la sorella Chiara. Poi però c’è l’aspetto tecnico. Il quartetto partirà il primo giorno di agosto con la tre giorni di gare (se tutto filerà liscio…) in programma il 5-6-7 agosto.

«Dobbiamo riprovare la pista di St. Quentin en Yvelines – spiega Consonni – la conosciamo, l’abbiamo già testata, ma il feeling con ogni velodromo va affinato».

In pista è sempre questione di centesimi e di millimetri, i corridori sono già maniacali quando in ballo ci sono i minuti che si danno sui passi alpini, figuriamoci i pistard come vivono un appuntamento olimpico. Questa però è la vigilia di Consonni contraddistinta dalla maturazione della calma olimpica e allora anche la sua condizione non delle migliori nelle ultime settimane non lo scalfisce.

«Ho avuto una settimana di tosse e mal di gola – racconta – ma è stata provvidenziale, è arrivata nel momento giusto, non ha compromesso il mio avvicinamento a Parigi».

Dopo la crono di Parigi, da oggi Ganna è nuovamente a Montichiari con i ragazzi del quartetto
Dopo la crono di Parigi, da oggi Ganna è nuovamente a Montichiari con i ragazzi del quartetto

L’argento di Ganna

Insomma, Consonni da Brembate Sopra sta bene, ma la gara si fa in quattro e non basta che il singolo stia bene, serve che tutti e quattro siano al top. Ecco, tra questi quattro c’è Filippo Ganna, la locomotiva del quartetto. Colui che – per palmares – porta oneri e onori del più talentuoso. Il Pippo del ciclismo nazionale ha scaldato i motori nella cronometro su strada, con la medaglia d’argento alle spalle di Remco Evenepoel e davanti a Wout Van Aert. A Wout ha sfilato l’argento con un finale mostruoso, da Ganna. Ma quali segnali ha dato la crono al quartetto?

«Lo ha detto Pippo – risponde Consonni – non era la medaglia che si aspettava. Ma ha anche detto che in condizioni meteo complicate, come quelle nelle quali si è svolta la crono, lui non è un “drago”. Detto questo, è una medaglia importante. E’ stato battuto da un grande Remco, è un argento che sono sicuro darà morale a lui e a noi che lo abbiamo seguito dalla pista, con il maxischermo, durante gli allenamenti. Ora Pippo è con noi, in questi giorni lavorerà soprattutto ascoltandosi, sentendo le sensazioni fisiche e morali per calibrare l’avvicinamento alla corsa. La crono è una prova molto dispendiosa e i viaggi sono sempre stressanti. Ma saremo al meglio».

Consonni e Ganna sono stati compagni al Team Colpack ed entrambi (più Ravasi e Troia) passarono alla UAE Emirates
Consonni e Ganna sono stati compagni al Team Colpack ed entrambi (più Ravasi e Troia) passarono alla UAE Emirates

Tra vincere e confermarsi

Eppure, ancora non basta. Essere forti in quattro potrebbe non essere sufficiente perché poi ci sono gli avversari. Quali le nazionali più temibili? 

«La Danimarca senza dubbio – afferma il bergamasco – e poi la Nuova Zelanda che ha Tokyo abbiamo battuto per una manciata di decimi. Infine non dimentichiamoci della Gran Bretagna, di diritto tra le più temibili per tradizione. Noi però saremo lì, pronti per fare qualcosa di importante».

Consonni c’è, lo conferma e la sua “calma olimpica” si definisce anche nella saggezza e nella consapevolezza finale: «Sappiamo che la cosa difficile non è vincere, ma confermarsi». Un ragioniere nello scandire e scegliere le parole, ora occorre essere freddi calcolatori per sbriciolare tempo e avversari sull’ovale che potrebbe diventare un cerchio perfetto, magari dorato.