A Zocca vince Artz, ma i riflettori sono tutti per Privitera

15.06.2024
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ZOCCA – Occhi azzurri e guance rosse per lo sforzo, Huub Artz si presenta alla conferenza stampa dopo il podio ancora con i segni della fatica addosso. L’olandese classe 2002 della Wanty-ReUz, che ha già in mano un contratto di due anni con il team WorldTour, centra il suo secondo successo stagionale. Prima di oggi aveva alzato le braccia al cielo nella Gent-Wevelgem under 23. A Zocca ha messo la firma su un’altra vittoria importante (in apertura foto LaPresse). 

«Oggi era la tappa giusta per me – dice Artz – sono veramente felice di com’è andata. Non sono ancora sicuro che tipo di corridore sono, sicuramente dopo la tappa di ieri non mi piacciono le salite lunghe. Penso di essere un corridore da Classiche o tappe come queste, con strappi brevi. L’anno prossimo sarà tutto da scoprire, spero di fare un bell’inverno e di crescere con i giusti passi. Magari sarò pronto per vincere subito oppure mi servirà un periodo di adattamento. Ho già corso con i professionisti, ma l’anno prossimo sarà sicuramente diverso».

Scatto di rabbia

48 secondi dopo Artz taglia il traguardo Samuele Privitera. Il volto tirato in una smorfia di dolore e le gambe che faticano a far girare i pedali. Anche lui è uno dei famelici ragazzi classe 2005 che in questo Giro Next Gen stanno prendendo ruoli da assoluti protagonisti. 

«Questa prima avventura al Giro Next Gen non è partita nel migliore dei modi – racconta – dopo la cronometro iniziale ho avuto febbre e raffreddore. A Pian della Mussa sono arrivato alla fine della tappa per miracolo, non nascondo che ho pensato di andare a casa. Anche ieri a Fosse ero ancora intasato, ma mi ero ripromesso che con la condizione che avevo era doveroso provare qualcosa. Così oggi, nei primi chilometri, ho fatto uno scatto e sono uscito dal gruppo. Mi ha seguito Isidore e siamo stati 20 chilometri al vento, spingendo al massimo. Sono rientrati anche gli altri sei ragazzi e siamo andati al traguardo di comune accordo».

Privitera, in maglia bianca, è stato il primo a rispondere all’attacco di Artz (foto LaPresse)
Privitera, in maglia bianca, è stato il primo a rispondere all’attacco di Artz (foto LaPresse)

Orgoglio e rivalsa

Nel momento più difficile della stagione ha tirato fuori dal cilindro la sua migliore prestazione. Sintomo di quanto bruciasse dentro di lui il fuoco della rivincita. 

«Ho pensato – spiega con energie nuove – che fosse tutto un fattore mentale. Mi sono detto che era giunto il momento di farsi furbo e provare a risparmiare qualcosa in pianura. Non ho dato proprio tutti i cambi e iniziata la salita finale ho spinto al massimo. Peccato perché sono arrivato a pochissimo dalla vittoria, è contata più la testa che le capacità. Oggi è un terzo posto di cuore. Il Giro Next Gen mi ha fatto crescere tantissimo, sia mentalmente che fisicamente. Resistere alla tentazione di abbandonare e fare terzo in una tappa del genere mi ha fatto fare uno step importante».

Sul traguardo è stremato, ma oggi ha dimostrato di avere tanta forza d’animo e di volontà
Sul traguardo è stremato, ma oggi ha dimostrato di avere tanta forza d’animo e di volontà

Dalla bici ai libri

Privitera, al suo primo anno da under 23 alla Hagens Berman Jayco, ha fatto passi in avanti da gigante. 

«Quest’anno – conclude Privitera – sono stato in costante crescita dall’inverno fino ad adesso. Prima di venire qui al Giro ero all’Alpes Isère e ho pedalato benissimo, con numeri molto buoni. Devo solo dire grazie alla squadra perché non ci manca mai nulla: nutrizionista, cuoco, massaggiatori… Axel Merckx in me crede tanto, è stato il primo a dirmi di non mollare, è un diesse con la “D” maiuscola. Domani finisce questa avventura e iniziano gli esami di maturità, quindi la testa andrà lì. Poi mi concentrerò sul ciclismo, che ad ora è diventato il mio lavoro, anche se non escludo di iscrivermi all’Università: Scienze Motorie».