La stagione degli under 23 è iniziata lo scorso weekend. Ed è iniziata un po’ alla solita maniera, vale a dire con i nomi noti a dettare legge. In quattro gare: due vittorie per la Colpack-Ballan, una per il CTF e una per la Trevigiani. Ma sarà così per tutto l’anno? Ne abbiamo parlato con Gianni Faresin, direttore sportivo della Zalf Eurombil Desiree Fior.
Cosa ci possiamo attendere da questo 2023? Gli equilibri saranno quelli di sempre? O magari ci potranno essere delle sorprese? Certo, come detto, l’inizio dell’anno sembra proseguire nel segno della continuità in modo deciso.
La Zalf c’è
Con Faresin si inizia a parlare della sua Zalf. I suoi ragazzi non hanno raccolto dei super risultati in questo primissimo assaggio di stagione, ma le gambe sembrano esserci e questo è ciò che conta di più.
«In linea di massima – spiega il direttore veneto – la preparazione invernale è andata secondo i programmi. Sì, qualche intoppo c’è stato, ma roba di stagione. E’ normale che ce ne siano in questo periodo.
«Abbiamo un ragazzo, Andrea Guerra, che sta recuperando dalla rottura della clavicola dopo una caduta in allenamento. Ma si tratta di tutte cose risolvibili. Credo ci vogliano un po’ di gare per rodare un po’ il tutto. Ma noi ci siamo».
E come può non esserci la squadra veneta? Alla fine resta un punto di riferimento del movimento e tanti, tanti giovani (anche juniores) di tutta Italia ambiscono a vestire quella storica maglia.
«Che stagione mi aspetto in generale? Si sono disputate solo le prime gare e non si è visto tanto. La sensazione però è che il Cycling Team Friuli sicuramente quest’anno ha la squadra più forte... come si sapeva. Ha uomini veloci, gente scaltra e ragazzi bravi in salita. E’ la squadra più attrezzata.
«Poi c’è la Colpack direi. Che è partita meglio dell’anno scorso e ha anche lavorato meglio… dell’anno scorso. Ha dei buoni velocisti, ma quelli li ha sempre avuti, e qualche giovane interessante. Vedi Romele.
«E anche la #inEmiliaRomagna ha fatto un bel salto. Ha dei corridori di esperienza e anche degli ex pro’ alla guida. E’ sicuramente una squadra che farà bene. Ma dico che in generale è bene aspettare».
Le nuove regole
E tutto sommato non è sbagliato, sia perché si parla di giovani, in cui tutto è ben più mutevole visto che di mezzo c’è lo sviluppo fisico, sia perché ormai con le crescite accelerate ci sta che arrivi uno juniores a fare da mattatore. Senza contare le variabili come la scuola, gli interessi adolescenziali… che ci sono sempre.
Ma forse in ballo entrano anche le nuove regole: dal 2023, infatti, nelle gare regionali under 23 le squadre continental come la Zalf potranno schierare solamente ragazzi del primo e secondo anno. E fu lo stesso Faresin a fine novembre a sottolineare la questione. Lui parlò di “rivoluzione forzata”.
«Sorprese? Magari con le nuove regole ci saranno – va avanti Faresin – le corse saranno più aperte, specie quelle regionali. E in queste corse credo che le squadre più “piccole” saranno avvantaggiate notevolmente rispetto ai team continental come il nostro. I ragazzi comunque li devi far correre e si andrà a fare anche quelle.
«Ma poi penso a squadre come la Trevigiani, per esempio, già molto competitiva di suo, che potrà fare bene. Hanno corridori di ultra esperienza, tipo Zurlo, che l’altro ieri è andato già forte. E presentarsi alle gare regionali con gente così non è poco. Si confronteranno con ragazzi di primo e secondo anno.
«Gare che, come ripeto, bisognerà fare se si vuol far correre tutti i ragazzi, tanto più che in Italia quasi non ci sono corse a tappe. Anche se oggi a parlare di queste gare più piccole, sembra che si parli di chissà quale tabù o “demone”. Sembra che neanche vadano più toccate, poi invece sono la base, ci vanno tutti e a tutti piace dire: “Ho vinto questo, ho vinto quest’altro”.
«Per me sono gare. Punto. Se le vinci, comunque ti danno fiducia. Prende morale la squadra… E in ogni caso, in ogni gara, anche la più piccola, c’è sempre qualcosa da imparare».
Sui calendari
A questo punto Faresin apre il discorso dei calendari. E la questione verte proprio sulle corse a tappe, merce sempre più rara in Italia e che invece il cittì Marino Amadori brama da tempo per i nostri atleti… tutti, non solo quelli di punta.
«Benvenga se Amadori le vuol fare anche come nazionale – spiega Faresin – è un’opportunità in più, ma se devo fare i conti con il movimento italiano il calendario è quello. Non si inventa nulla. Per fortuna noi abbiamo l’invito al Giro di Sicilia che arriva ai primi di aprile ed è già importante.
«E’ importante che una corsa a tappe arrivi abbastanza presto nel corso della stagione perché serve anche per la preparazione. Piu in là c’è il Giro U23, poi con le gare a tappe andiamo a finire praticamente a fine stagione… E per certi aspetti è un po’ tardi. Semmai ci vai per cercare il risultato, ma non per altro. Non per la preparazione. E se il livello è il Giro di Sicilia per noi non è facile».