Il gruppo dei giovani della Bardiani CSF Faizanè è una delle novità più attese della stagione che sta per iniziare. Questa iniziativa dei Reverberi desta molta curiosità. E ci fa porre anche delle domande, a partire da quelle relative al calendario che seguiranno i ragazzi seguiti da Mirko Rossato (nella foto di apertura).
Il regolamento della categoria under 23 infatti parla chiaro: chi appartiene ad un team professionistico può partecipare solo alle gare U23 internazionali e queste in Italia non sono molte. Come siamo messi quindi nel “reparto giovani” della Bardiani?
«Ci stiamo preparando al nuovo ritiro in Spagna – dice Rossato – che durerà fino al 23 gennaio. Poi divideremo i vari gruppi del nostro team fra le gare majorchine, quelle in Turchia e l’Etoile de Besseges».
Programma definito
«Il programma: noi ne abbiamo uno e anche ben dettagliato direi – chiarisce il diesse – Martinelli e Tolio, che sono più maturi, faranno anche delle gare con i professionisti. Mentre è logico che i primi anni, penso ad esempio a Marcellusi e Nieri che hanno meno esperienza, faranno gare che sono più alla loro portata».
«Il calendario internazionale italiano? Io dico che non è così piccolo ed è anche bellissimo. Un calendario che in molti ci invidiano all’estero. Al via ci sono spesso molte continental. In più noi oltre a queste gare in Italia abbiamo fatto richiesta per moltissime corse in Europa.
«Parlo di gare 1.2 e 2.2, che sono eventi professionistici, il cui livello è al pari di un nostro Trofeo De Gasperi, ma che non vedono al via delle WorldTour. Abbiamo fatto richiesta per la Liegi under 23 e per delle corse in Polonia…».
Scuola e gare
Rossato tiene molto a questo discorso. Lui è già stato direttore sportivo di squadre under 23 (e non è un caso che gli sia stata affidata anche questa) pertanto sa bene che non si può ridurre tutto solo ad un numero di gare da fare.
«Non si tratta solo di andare in bici o gareggiare – riprende Mirko – c’è anche una questione di stress derivante dal viaggiare, dal correre in altre Nazioni, ripartire, prendere un aereo, adattarsi a nuove situazioni, a venire dietro a prendere l’acqua in ammiraglia… E queste non sono difficoltà da poco nella vita del corridore.
«Qui pensiamo alla quantità di gare da fare, ma Pinarello e Pellizzari vanno ancora a scuola e questa per noi è una priorità. Bruno (Reverberi, ndr) stesso in fase di contratto lo ha detto chiaro e tondo: prima la scuola. Per loro è prevista un’attività mirata, adatta alla loro età. Magari all’inizio faranno solo una gara a settimana».
Un buon budget
«Noi abbiamo la fortuna di avere degli inviti all’estero. In Europa di corse ce ne sono tante, mica solo in Italia… E abbiamo, ripeto, la fortuna di non avere problemi economici per poter affrontare queste trasferte e creare un grande calendario under 23. Oltre alla Liegi e alle gare in Polonia, per esempio, abbiamo fatto richiesta per il GP Francoforte sempre under 23, per delle corse in Grecia e in Bulgaria. Io credo che un anno fatto in questo modo ne valga cinque che correndo solo in Italia.
«L’unica corsa per la quale non abbiamo richiesto l’invito sapete qual è? La Roubaix. E non per una questione di costi, ma semplicemente perché non abbiamo gli uomini adatti.
«In ognuna di queste gare si trovano situazioni diverse, per percorso, per Nazione, per modo di correre… E sono tutte esperienze necessarie per essere pronti in futuro.
«Qui ci si preoccupa tanto dei ragazzi, di tutelarli… Io credo che noi abbiamo l’esperienza per fare bene e farli crescere in modo corretto. Nessuno vuole rovinare questi ragazzi. Alla fine non faremo niente di diverso da quello che fanno Zalf, Biesse Arvedi o General Store, ma con più attività all’estero».
Obiettivo qualità
Con Rossato si passa poi a parlare anche degli impegni possibili con le rispettive nazionali. E’ un vantaggio o uno svantaggio per un team come la Bardiani dare i corridori alla nazionale? O al contrario ritrovarsi la nazionale nelle liste di partenza è un ostacolo?
«Per me – conclude Rossato – le gare con la nazionale fanno sempre bene. Non tutti hanno la fortuna di avere un team come il nostro che farà molta attività all’estero. La nazionale in questo caso diventa un buon mezzo per poter fare certe esperienze.
«Certo, la nazionale italiana nelle corse italiane la condivido un po’ meno, ma mi rendo conto che per un organizzatore che non può avere le WorldTour al via, magari ha la possibilità di ritrovarsi un Nibali in corsa e alla fine ci sta».
«Crediamo molto nel nostro progetto giovani. Abbiamo l’esperienza giusta per fare bene. Abbiamo di fronte a noi un calendario ben strutturato. Un calendario che terrà conto della maturità che dovranno affrontare i ragazzi con la scuola. Io dico che quando avranno fatto 40 giorni di corsa è già molto. Meglio fare poche ma belle corse e di qualità che farne tante. Perché è quando corri con i migliori… che migliori».