Storia di Ciuccarelli, il re marchigiano di Poggiana

21.08.2021
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Riccardo Ciuccarelli ha di recente vinto il Gran Premio Sportivi di Poggiana con una bella azione in solitaria, arriva da un momento positivo della stagione, ha vinto anche una tappa del Giro d’Italia Under 23: la Aprica-Andalo.

E’ un ragazzo promettente, ha 21 anni ed è al suo terzo anno nella categoria under 23. Da questa stagione corre per la Biesse-Arvedi, squadra di Cremona, team che ha lanciato nel professionismo corridori come: Kevin Colleoni e Filippo Conca, Riccardo spera di seguire le loro orme.

E’ nato a Fermo, nelle Marche, e lì vive e si allena. Si definisce determinato, con una punta di egoismo che deve ancora imparare a dosare. Ama la montagna e stare in compagnia dei suoi amici, con i quali condivide la maggior parte dei momenti in cui non è in sella alla sua bici.

Si parte dal centro Poggiana, frazione di Riese Pio X: il Gran Premio si corre dal 1975 (foto Scanferla)
Si parte dal centro Poggiana, frazione di Riese Pio X: il Gran Premio si corre dal 1975 (foto Scanferla)
Partiamo da questa ultima vittoria ottenuta, te l’aspettavi? Non era un percorso molto adatto alle tue caratteristiche.

Vero, non lo era, le mie caratteristiche sono quelle di uno scalatore puro, però la squadra era pronta e determinata a far bene e così è stato. Al contrario di quanto si potesse pensare, il percorso era impegnativo e pieno di insidie tecniche, l’ultima vera salita era a 30 chilometri dal traguardo. Tuttavia, da lì alla fine c’era davvero poca pianura.

Come siete riusciti a fare la differenza in una gara complicata come questa?

Ci siamo concentrati sui passaggi fondamentali della corsa. I nostri direttori sportivi sono stati bravi a segnalarceli e a spiegarci come muoverci. Uno dei punti più importanti era la salita di Forcella Mostaccin, distante dal traguardo, ma con una discesa molto tecnica che ha infatti spezzato il gruppo a metà. L’abbiamo affrontata in testa. Quello è stato uno dei momenti di maggior stress, tutti volevano stare davanti ma ci siamo imposti bene.

E tu quando hai sferrato il tuo attacco decisivo?

Alla fine della discesa del Mostaccin eravamo rimasti in pochi, io mi sono messo nella pancia del gruppo e sono rimasto tranquillo. Negli ultimi 20 chilometri siamo rimasti in una quindicina, e sfruttando un momento di disattenzione sono andato via da solo, è stato strano perché ad un certo punto pensavo mi riprendessero, erano tornati a sei secondi da me.

Ciuccarelli con Bonin che organizza Poggiana (a destra) e Spinozzi di Capodarco (con il telefono), marchigiano come lui (foto Scanferla)
Ciuccarelli con Bonin che organizza Poggiana (a destra) e Spinozzi di Capodarco (con il telefono), marchigiano come lui (foto Scanferla)
E poi che cosa è successo?

Non lo so neanche io sinceramente, avevo anche smesso di pedalare talmente ero rassegnato. Poi il distacco è aumentato di nuovo, probabilmente non hanno trovato accordo dietro. Non me lo spiego ancora bene, ma non ho più rialzato la testa fino al traguardo ed è andata bene.

Raccontaci un po’ di te, fatti conoscere dai nostri lettori, come ti sei avvicinato a questa disciplina?

A Natale, avrò avuto 7 anni, chiesi come regalo una bici rosso fiammante. Mi piacevano i colori esuberanti e con quella prima bici ho iniziato a correre. Ho sempre corso vicino a casa, in squadre piccole in cui il primo obiettivo era divertirsi e imparare ad amare questo sport. E’ una cosa che mi porto dietro ancora adesso.

Quando hai capito che avresti potuto fare del ciclismo la tua principale occupazione?

Quest’anno me ne sto rendendo sempre più conto, tuttavia so che la strada è ancora lunga e che devo impegnarmi molto per realizzare il mio sogno. Ora con la Biesse-Arvedi ho trovato un team che mi piace e con cui mi trovo bene, sono distante dai miei compagni, ma questo non mi pesa.

Ti alleni da solo o preferisci allenarti in gruppo?

Sono uno che sta bene anche con se stesso, non mi lamento, anzi mi prendo i miei tempi, il mio ritmo e pedalare in solitudine mi fa stare e pensare meglio. Non nascondo che ci sono delle giornate difficili, ma il tempo poi di condividere un allenamento con i miei compagni lo trovo, facciamo ritiri di una o due settimane in cui mi ricarico e trovo nuovi stimoli.

Nel tempo libero cosa ami fare? Stacchi dalla bici o non riesci a separartene?

Mi piace lo sport e lo stare in movimento, infatti studio Scienze Motorie a Urbino. Un impegno non facile, che mi permette di costruirmi un futuro anche al di fuori dei pedali. Ho il mio gruppo di amici con cui amo andare in montagna a camminare o passare dei momenti insieme, sono la mia boccata di ossigeno. Sapete, il ciclista è solo per la maggior parte del tempo e avere degli amici su cui contare è fondamentale.