Il Piemonte punta in alto per far crescere i suoi giovani

21.01.2023
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Sulla nuova delibera del Consiglio regionale del Piemonte si è discusso tanto e molto altro è stato detto. «Vogliamo tutelare le nostre società – ha detto Massimo Rosso, Presidente del Comitato Regionale Piemonte – perciò abbiamo stabilito che nelle rappresentative regionali saranno convocati solo i ragazzi che corrono in regione». 

Un altro Lunigiana e un’altra vittoria per la regione di Massimo Rosso (foto CR Piemonte)
Per il secondo anno consecutivo, vittoria per la regione di Massimo Rosso (foto CR Piemonte)

Conservare il bacino interno

Per non lasciare nulla al caso ed approfondire un tema che deve essere discusso in maniera costruttiva, per portare alla luce problematiche che solo chi lavora a stretto contatto con questo mondo può vedere, abbiamo interpellato anche il Tecnico Regionale, Francesco Giuliani.

«Si tratta di una delibera volta a conservare il nostro bacino di atleti – spiega – andando a gravare sui ragazzi che escono dalla regione. Io sono un tecnico e devo adattarmi, ho il compito di fare attività e far crescere i ragazzi che rimangono. Con la speranza, sempre viva, di portare a casa anche dei risultati. Quando mi hanno chiesto un parere su questa delibera, ho detto che era una decisione importante, ma allo stesso tempo giusta. E’ un’arma a doppio taglio perché dei ragazzi che sono usciti (una decina, ndr) alcuni erano papabili per essere convocati nella rappresentativa regionale».

Le esperienze fuori regione non mancheranno, in programma qualche corsa in Spagna e Francia
Le esperienze fuori regione non mancheranno, in programma qualche corsa in Spagna e Francia

Ora su le maniche

Per far capire che quella maturata in seno al Consiglio Regionale non è una regola di ripicca, ma di tutela del patrimonio umano e sportivo, bisogna muoversi in una determinata maniera. Con la consapevolezza che non si può piacere a tutti, ma con la convinzione che si sta per intraprendere la strada giusta.

«Ho fatto richiesta – continua Francesco Giuliani – di ampliare l’attività che facciamo con la rappresentativa. L’obiettivo è quello di creare una sinergia tra noi e le società, andremo ad ampliare lo staff aggiungendo la figura di un preparatore. Avrà il compito di seguire gli atleti per portarli ad una determinata condizione in vista degli eventi principali. Si tratta di un investimento del Comitato Regionale che è volto a dare supporto alle società, non tutte hanno, o possono permettersi, un preparatore. Una figura del genere aiuterà i ragazzi a crescere ed allenarsi al meglio, insegnandoli anche qualcosa di nuovo».

L’attività del Comitato Regionale è volta a creare un gruppo coeso e competitivo
L’attività del Comitato Regionale è volta a creare un gruppo coeso e competitivo

Più attività di livello

Per “convincere” i ragazzi a restare bisogna dimostrare che l’attività proposta in Regione è valida, se non superiore, a quella che c’è al di fuori. L’obiettivo non deve essere una ripicca per chi se ne va, anzi, bisogna aprire gli occhi ai ragazzi mostrando loro che anche rimanendo a casa si può fare un percorso di crescita valido e continuo

«Nel 2023 – dice il tecnico – vogliamo allargare il calendario dell’attività della rappresentativa regionale. Uno degli obiettivi è portare i ragazzi a correre all’estero facendogli fare esperienza. Per fare un esempio: sono già cinque anni che andiamo alla “Classique des Alpes”: una corsa di un giorno che si corre il primo fine settimana di giugno. Si tratta di una gara UCI ed è organizzata dallo stesso team di lavoro del Giro del Delfinato, ASO. L’anno scorso la Jumbo ha visto Mattio proprio in questa corsa, capite dove vogliamo arrivare?

«Si vuole dare maggiore risalto ai nostri ragazzi, si fa tutto per il loro bene. Recentemente ho mandato anche la richiesta per partecipare a due corse a tappe di 4 giorni ciascuna: una è la Vuelta Besaya, in Spagna. L’altra, invece, è nel nord della Francia, il Tour de l’Eure. Vogliamo creare un bacino di utenza per i ragazzi, il gruppo con il quale lavoreremo sarà simile a quello della nazionale. Un insieme di atleti che si giocherà la possibilità di rappresentare il Piemonte agli eventi cui andremo a partecipare».

Il primo ritiro collegiale sarà a febbraio, in programma una prima formazione teorica
Il primo ritiro collegiale sarà a febbraio, in programma una prima formazione teorica

I “collegiali”

Parlando con Giuliani a volte lo si deve quasi frenare, di cose da dire ne ha tante, ma la nostra biro non è veloce quanto le sue parole. 

«Si faranno – prosegue spedito – anche dei collegiali, ovvero dei ritiri, mensili con i ragazzi. I ragazzi verranno sottoposti a dei test e si cercherà di creare sinergia tra di loro, bisogna considerare che sono corridori che militano in squadre avversarie. Per creare il giusto affiatamento agli appuntamenti della rappresentativa regionale bisogna insegnarli a stare insieme e collaborare, e prima di tutto anche conoscersi. Il primo collegiale del 2023 è previsto a febbraio, con una prima selezione allargata a più ragazzi. Faremo una giornata dedicata alla formazione. Vogliamo dare loro delle nozioni di base sulle regole e figure che ci sono in gara: dal giudice di corsa alla giuria.

«Parteciperà anche Giovanni Ellena, e vorremmo portare anche un corridore professionista per creare una maggiore sinergia tra il mondo agonistico e quello giovanile. Questi eventi non sono riservati solo ai ragazzi che fanno strada. In estate vogliamo aprire i collegiali anche ai ragazzi della mountain bike, guidati dal tecnico regionale Lorenzo Piotti. Negli ultimi anni si è visto come gli atleti più completi del panorama mondiale si mettono in gioco su più terreni imparando dalle varie discipline».

Gli investimenti dovranno aumentare, i soldi che arrivano dal pagamento dei punti non bastano
Gli investimenti dovranno aumentare, i soldi che arrivano dal pagamento dei punti non bastano

Il discorso economico

Con il passaggio dei ragazzi nelle altre regioni è previsto il pagamento dei punti, qualche soldo in più nelle tasche del Comitato, ma non è questo che fa la differenza.

«Il Comitato prende una parte dei soldi che arrivano dal pagamento dei punteggi – replica Giuliani – e lo gira per sostenere l’attività, ma si parla di qualche migliaia di euro. La maggior parte del sostentamento arriva dalle affiliazioni e dalle iscrizioni dei ragazzi. L’attività che vogliamo fare è di alto livello e richiederà un maggiore investimento, questo io l’ho esposto al Comitato ed ora la palla passa alle figure politiche (dice con una risata, ndr).

«E’ chiaro però che se l’obiettivo è crescere gli investimenti vanno fatti. Per le corse all’estero sto contrattando per avere vitto e alloggio, la Classique des Alpes già ce lo paga ma è una corsa di un giorno. Per le gare in Francia e Spagna vedremo che cosa riusciremo a fare, può anche essere che il primo anno che si va i costi siano maggiori. Poi, se l’organizzazione vede che porti buoni corridori e prestigio, si può provare a trovare un accordo».

I giovani del fuoristrada verranno coinvolti anche nell’attività su strada (foto CR Piemonte)
I giovani del fuoristrada verranno coinvolti anche nell’attività su strada (foto CR Piemonte)

Senso di appartenenza 

“Appartenenza” è una parola che Giuliani usa spesso e chiedendogli quale significato attribuisce a questo termine si apre una porta che vale la pena spalancare.

«Bisogna dare la giusta importanza ed il giusto prestigio alla maglia della Rappresentativa Regionale. Può sembrare semplice campanilismo ma non lo è, si tratta di tutela del territorio e delle società che qui fanno attività. Dobbiamo rinforzare l’attività, per i nostri ragazzi, non devono pensare che per continuare ad andare in bici devono trasferirsi chissà dove. Per fare crescere la nostra attività siamo stati costretti a prendere determinate decisioni che ovviamente non possono fare contento chi le subisce.

«Sono convinto che creando un senso di appartenenza regionale poi si possa lavorare e creare un senso di appartenenza nazionale. La maglia del Piemonte deve essere un onore indossarla, come quella azzurra. Creando un senso di appartenenza ad un livello più basso, quello regionale, si rafforza di conseguenza anche a quello più alto, la nazionale».