Menegotto: l’obiettivo al Giro U23? Tappe e contratto

26.05.2021
4 min
Salva

Jacopo Menegotto corre nella General Store e quest’anno, anche se non ha ancora vinto si è fatto vedere in gare importanti come il Belvedere e il Piva. Figlio d’arte, suo papà Roberto, è stato pro’ nella seconda metà degli anni ’90: lui il ciclismo lo ha fortemente voluto. 

Jacopo Menegotto è un classe 2000, compirà 21 anni a fine luglio
Jacopo Menegotto è un classe 2000, compirà 21 anni a fine luglio

«Ho provato anche tanti altri sport – dice Menegotto – calcio, rugby, atletica leggera, pattinaggio, ma io volevo la bici e appena ho potuto, da G1, ho iniziato a correre. Fino agli juniores ho vestito maglie di squadre non troppo lontane da casa, San Donà di Piave, e poi da under 23 sono andato a Bergamo alla Biesse Arvedi, prima di arrivare alla General Store.

Che corridore è Menegotto?

Sono un passista scalatore, potente, ma anche esplosivo per quel che riguarda gli sprint ristretti.

Come mai hai cambiato team?

Mi ha cercato Giorgio Furlan (diesse della General Store, ndr) che in questo modo mi ha dato la possibilità di avvicinarmi a casa.

Se ti dovessi paragonare a qualche pro’ per le tue caratteristiche chi scegli?

Oddio… di strada da fare ce n’è tanta, proprio tanta ma direi Alaphilippe! Mi piace il modo in cui corre, non ha paura di prendere vento in faccia, attacca da lontano ed è cattivo quando prende gli strappi. Senza contare che spesso va a fare anche le volate di gruppo. Ha una grande cattiveria agonistica.

Menegotto terzo sull’arrivo di San Vendemiano
Menegotto terzo sull’arrivo di San Vendemiano
Sei di San Donà di Piave tutta pianura: con le salite come fai?

Giorgio organizza dei ritiri infrasettimanali a Verona con la squadra e andiamo in Valpolicella soprattutto. Lì hai tutte le salite che vuoi. Altrimenti mi organizzo con la macchina e con altri corridori andiamo verso Vittorio Veneto. Altre volte mi aiuta un mio amico, Gino De Vecchi ex corridore e confidente, che mi fa fare dietro motore.

Jacopo, tra poco inizia il Giro U23: ci sarai?

Sì ci sarò. Lo vivrò tappa per tappa cercando di fare il meglio in base a quello che verrà. Non punterò alla classifica. L’anno scorso con Conca e Colleoni ho visto da vicino cosa significhi ed è molto difficile. Sarà il mio terzo Giro e in questi anni ho imparato molto. Ragionare sui 10 giorni è diverso. Cambia tutto.

Spiegaci meglio…

Rispetto ad una corsa di un giorno in cui dai tutto qui ti devi gestire, devi risparmiare, devi essere sempre molto attento in gruppo, appena arrivi devi mangiare subito, la sera spegni il telefono presto perché devi riposare e rilassarti. L’aspetto mentale è la prima cosa.

Quest’anno Menegotto è stato quinto al Trofeo Piva, gara internazionale
Quest’anno Menegotto è stato quinto al Trofeo Piva, gara internazionale
C’è qualche tappa che ti piace?

Quelle iniziali in Romagna sono adatte alle mie caratteristiche e anche le ultime due, che tra l’altro non sono lontane da casa. Io preferisco le salite pedalabili se sono lunghe, o i muri ripidi per quelle più corte. Sono comunque potente (Menegotto è alto 171 centimetri per 63 chili, ndr).

Hai già un contratto da pro’?

No, non ancora. Infatti voglio andare forte al Giro anche per questo motivo. Passare professionista è l’obiettivo principale.

Tuo papà Roberto correva, ti dà consigli? 

Ho un bellissimo rapporto con lui. Mi ha aiutato tanto. Nei momenti buoni mi lascia tranquillo, in quelli no invece c’è sempre. Magari ho un mese difficile in cui non ci sono con la testa e lui, che lo capisce, cerca di farmi rigare dritto. Sapete papà ci è passato, ha abbandonato avendo il contratto in mano, e sa bene cosa significhi poi… smettere di correre. “La giostra c’è adesso ed è adesso che devi ballare”, mi dice.