«Qualche anno fa – dice Marco Della Vedova dalla Sicilia – anche un’intervista come questa non ci sarebbe stata. Quando ho cominciato a fare il tecnico non c’erano ancora i social ed era tutto più semplice. Ogni volta che oggi vedo i genitori di qualche esordiente fare post e stories parlando del proprio campione, mi metto le mani sulla testa. Il ciclismo giovanile sta cambiando parecchio e velocemente».
Marco Della Vedova (in apertura nella foto scattata da Carlotta Ganna), oggi ispettore di percorso di Rcs Sport e direttore sportivo della Bustese Olonia, risponde da Selinunte dopo la tappa di ieri vinta da Molano. Nel viaggio fra gli juniores, la sua voce non poteva mancare. E’ il colpo d’occhio di un direttore sportivo che è stato professionista per sette anni, che in seguito ha portato fra gli under 23 corridori come Felline, Sobrero e Ganna e che oggi, pur guidando gli juniores, vive a strettissimo contatto con i professionisti.
Sta cambiando velocemente.
I social hanno un peso decisivo, per quello che mettono in movimento. Ci sono ragazzi che pensano già di essere campioni e non ne hanno le basi. Ugualmente hanno dietro i procuratori, chi gli fa le foto e i video. Ne ho visti tanti che si sono prima illusi e poi si sono smarriti. Puoi credere di essere arrivato, ma non sei neanche all’inizio. Due giorni fa leggevo sulla Gazzetta quel pezzo di Ullrich paragonato a Pantani. Con i soldi vale lo stesso discorso. Se non hai le basi non sai gestirli e arrivano i problemi seri.
Da cosa si capisce che il sistema è andato avanti?
Dalle squadre che si fanno sotto con offerte per corridori giovanissimi e famiglie che magari non sanno e le assecondano. Si stanno facendo dei disastri. Mentre questa è l’età in cui dovresti passargli dei valori diversi.
Di quali valori parliamo?
Oioli è tornato dai mondiali di venerdì e la domenica c’era la corsa del Ghisallo, che per gli juniores è importante. Ci siamo sentiti e non sapeva se doveva andarci. Gli ho chiesto se avrebbe preferito riposare e ha risposto di sì, che era un po’ stanco. Così gli ho detto che poteva non correre. Lo ha fatto, ma siccome aveva voglia di stare con i compagni e di divertirsi con loro, l’ha seguita sull’ammiraglia. Se con Ganna al sabato si faceva una cronometro, la domenica stavamo a casa. Alla Lvf era diverso. La Bustese Olonia invece è una società storica, un circolo. Ci sono i pensionati che si informano del risultato e magari aprono il portafogli e versano 100 euro per la squadra. Ma ce ne sono alcune che fanno solo gli juniores, hanno un budget e lo spendono facendo offerte ai corridori.
Che accettano sempre?
Noi siamo fortunati perché Oioli non ha abboccato. Ma ci sono famiglie cui quei 200 euro in più dati al figlio fanno comodo e firmano.
Parlavi dei procuratori.
Che ci sono, è un dato di fatto. Una volta ho provato a chiedergli in cambio dei materiali, per un certo… Filippo Ganna. Ci servivano scarpe numero 46 e anche il casco, perché di testa ha la 61. E poi anche la bici. Uno promise mari e monti e poi non lo abbiamo più visto, mentre adesso per vestire Filippo le aziende fanno la coda.
Cosa può fare la Federazione?
Credo che in primis si debba ragionare sulle categorie ancora inferiori. E poi la Fci si deve chiedere che cosa vuole dagli juniores. Se le medaglie o che facciano esperienza. Il sistema non lo cambi più, però magari puoi trovare il modo di starci dentro.
Torniamo ai social?
Guardano cosa fanno i pro’ e li imitano. Per questo mi dà fastidio quando questo o quel campione pubblica che è al pub a bere o a fare baldoria. Come glielo spieghi a dei ragazzini che quando si corre, si corre e basta? Vanno forte e non sono come noi, che non avevamo tutti questi mezzi. Noi avevamo al massimo il papà del Mori che era stato professionista e ci consigliava di andare più agili. Ora invece hanno accesso a un mondo di informazioni su cui devi aggiornarti, altrimenti perdi credibilità. Io invece a questo livello sarei più per un sistema artigianale…
Vale a dire?
Se vedo uno un po’ grassotto, non mi serve fargli la plicometria. Quest’anno non l’abbiamo fatta a nessuno. Non abbiamo il massaggiatore a casa, per me possono farne uno a settimana, oppure uno ogni due, mentre so di squadre che ce l’hanno fisso. E magari hanno anche il nutrizionista.
Argomenti che funzionano?
Trovi il ragazzo flippato, con il padre flippato e cambia squadra. Come glielo fai capire che a 17 anni non serve? E’ difficile invertire la rotta, si dovrebbe ragionare a livello mondiale, dove però i francesi vanno in corsa con l’11. L’unica soluzione è calibrare le cose e avere la fortuna di trovare un ragazzo come Oioli che in questa fase vuole soprattutto divertirsi. Secondo me fino ai 17 anni dovrebbero davvero provare tutti gli sport. Uno come Evenepoel che giocava a calcio e faceva la mezza maratona con ottimi tempi, è per forza un grande atleta. Invece da noi si sceglie uno sport e c’è solo quello.
La logistica in Italia non aiuta…
Vero, dalle nostre parti il territorio ci aiuta, se pensate alla Longo Borghini, alla Barale, a Ganna. Non abbiamo la pista, ma si riesce a lavorare bene lo stesso. Non abbiamo tante discoteche. Uno come Sobrero che abita in vigna, come distrazione aveva la bici. Tutto per dire che bisogna avere una visione a lungo termine.
Parole sacrosante.
La corsa del Ghisallo che ora ti sembra quella della vita, fra dieci anni magari neanche la ricordi più. Sono i discorsi che cerco di fare perché ho visto quello che c’è dopo. Altri che non sono mai usciti da questa categoria magari passano altri messaggi. Piuttosto ho letto che alcuni miei colleghi si sono schierati contro De Candido…
Vuoi aggiungere qualcosa?
De Candido ha sempre fatto così, dando i nomi alla fine e pretendendo sempre delle conferme. Un anno volle che portassi Ganna a fare una crono, altrimenti non lo avrebbe convocato. Certo, Bessega ha saputo all’ultimo che avrebbe fatto il mondiale. Poteva prepararsi meglio? Forse, ma ho chiesto a Villa di fargli fare la corsa a tutta e vedere quale fosse il suo limite. Per un primo anno va bene così. Cerchiamo insomma di tenere d’occhio le proporzioni, questo vorrei dire…