Al Casentino si rivede Bozzola: dove era finito?

27.08.2024
4 min
Salva

Torna alla ribalta Mirko Bozzola, vincitore del Giro del Casentino. Non è che l’ex vincitore del GP Liberazione si fosse perso, anzi. E’ alla sua prima stagione alla Q36.5, ha gareggiato spesso all’estero, ha anche assaggiato il clima delle classiche belghe di primavera, ma il suo rendimento non è stato pari alle attese, soprattutto alle sue.

In Toscana però, cogliendo la sua seconda vittoria stagionale a due settimane dalla prima, è come se si fosse sbloccato: «Era una corsa vallonata, abbastanza dura con un paio di salite di cui una di 5 chilometri da ripetere più volte. Nell’ultima salita siamo andati via io, Olivo e Bagatin, solo che mancavano 65 chilometri al traguardo… Abbiamo lavorato di comune accordo impedendo il rientro degli avversari, eravamo concordi nel giocarci la vittoria in volata fra noi e lì ho avuto partita vinta. Per me vincere una corsa che nell’albo d’oro ha Bartali, Coppi e Nencini è un titolo di merito».

La prima stagione alla Q36.5 è stata sfortunata. falcidiata di stop fisici
La prima stagione alla Q36.5 è stata sfortunata. falcidiata di stop fisici
Perché nel corso dell’anno non hai ottenuto risultati all’altezza di quelli dell’ultimo mese?

La forma è arrivata solamente adesso. Ho avuto tanti problemi, perso molti giorni di allenamento che non mi hanno fatto rendere come volevo. Avevo iniziato a trovare la forma giusta quando a giugno eravamo al Tour de Kurpie in Polonia, avevo fatto un paio di Top 10 ed eravamo andati abbastanza bene nella cronosquadre, la gamba stava girando ma nella quarta tappa sono caduto e dopo sono rimasto fermo due settimane perché avevo preso brutte botte sulla parte sinistra del corpo. Così ho dovuto ricominciare tutto daccapo.

Facile immaginare che non era questo l’approccio che volevi avere con il team…

Assolutamente, anzi devo dire che ho trovato tanta comprensione e fiducia. Mi trovo benissimo con i compagni e lo staff, si vede che è un team di altissima qualità, il top che ci può essere in Italia. C’è addirittura una casa a nostra disposizione per gli allenamenti di gruppo e i ritrovi pregara. Si è formato un bel gruppo, anche con gente forte come Oioli oppure il colombiano Martinez che ha un anno meno di me ma va davvero forte. I risultati al team non mancano, ma io voglio fare la mia parte.

Spesso i risultati non dicono tutto: rispetto allo scorso anno noti miglioramenti?

Direi proprio di sì, perché è profondamente cambiata la mia attività. Facciamo un calendario internazionale, di livello molto più alto dove ci confrontiamo con gli altri Devo team, quelli delle formazioni WorldTour. Vedo che il livello generale è molto più elevato e bisogna adeguarsi. Questo significa che anche l’allenamento è cambiato: ora faccio più ore e vedo che la mia resistenza è aumentata, nelle ultime fasi delle corse ho ancora molte energie. Al Giro del Casentino sono rimasto sorpreso io stesso di come riuscissi a spingere nelle ultime battute.

E ora?

Ora voglio continuare a sfruttare la condizione acquisita e prendermi quel che a inizio stagione non mi è riuscito. Magari a cominciare dal Giro del Friuli dove ci sono tappe adatte a me. E’ una corsa dove ci sarà tanta gente forte, una vittoria in essa può cambiare il giudizio su una stagione. Sto sfruttando questi giorni proprio per rifinire la preparazione, ho anche evitato ogni impegno agonistico proprio perché al Friuli voglio dare tutto e poi prendere lo spunto per il finale di stagione.

Il ventenne novarese punta tutto sul Giro del Friuli per rilanciarsi verso il 2025
Il ventenne novarese punta tutto sul Giro del Friuli per rilanciarsi verso il 2025
A una convocazione in azzurro ci pensi sempre?

E come si fa a non farlo? Ho già assaggiato l’azzurro da junior, è un onore, se non sarà quest’anno ci punterò con forza nel 2025. Magari una convocazione può sempre arrivare, potrei ad esempio dare una mano ad Oioli all’europeo. Io comunque penso già al prossimo anno che sarà quello decisivo per le mie ambizioni, per trovare la strada verso il professionismo e sicuramente una convocazione in azzurro sarebbe un bel viatico.