Alla base di tutto c’è il passaggio di categoria e una crescita costante fondata sui meriti. Se poi ci si aggiunge la possibilità di progredire e avere una base solida su cui lavorare anche in pista l’originalità è servita. La Campana Imballaggi Geo&Tex Trentino (foto in apertura di Sportcity-fotoBolgan) nei suoi primi due anni nella categoria U23 sta costruendo qualcosa di unico nel suo genere, con la formazione maggiore che attinge dalla squadra juniores e collabora con il movimento velocità della nazionale coordinato da Ivan Quaranta.
Ne parliamo con il regista di tutto ciò, Alessandro Coden che per primo ha avuto l’intuizione di un collettivo che riuscisse ad essere competitivo su più fronti. I risultati stanno iniziando a venire a galla, Matteo Bianchi e Mattia Predomo con le quattro maglie europee su pista e i primi risultati individuali che stanno arrivando dagli atleti della strada. Un progetto che vive a pieno l’obiettivo senza però mettere fretta ai giovani, che possono crescere con i loro tempi e tutti i mezzi a disposizione. Nella prospettiva anche il passaggio a Continental con qualche interrogativo da parte del diesse trentino.
Descrivi la tua formazione a chi non la conosce a fondo?
Ci dedichiamo a tutte le gare, non abbiamo disegnato la squadra per un terreno specifico. Non abbiamo i leader, ma ci difendiamo su tutti i fronti. Come team il nostro focus è sempre fare una squadra media. Mi spiego meglio. Come ben si sa gli atleti cercano gli squadroni. Però non sanno che forse stanno meglio nelle squadre piccole. A metà anno si pentono, si lamentano e ti richiamano. Il pensiero di alcuni juniores è di vincere e sbaragliare le gerarchie ma poi si trovano a fare i muli. Non abbiamo pretese di risultato ma lavoriamo costantemente per emergere.
Siete nell’ultimo capitolo della stagione, che bilancio dai alla tua squadra?
Ci possiamo ritenere soddisfatti della stagione che stiamo facendo. La vittoria l’abbiamo conquistata, nei primi dieci riusciamo a piazzarci in maniera ricorrente con delle belle prove di squadra. Il nostro gruppo anche se piccolo è coeso e forte, ci possiamo ritenere contenti.
Parlaci dei tuoi ragazzi…
Partiamo con Michael Minali, avevo previsto venisse fuori nel mese di giugno/luglio e così è stato. Tra i giovani abbiamo Matteo Sperandio che si è piazzato tre volte. Il colombiano Brayan Malaver che ha fatto un 4° e un 8°. Da adesso fino a fine stagione per quanto riguarda la strada se arriva qualcosa in più siamo contenti. Mi aspettavo qualcosa in più da Lorenzo Visitainer. Ma è molto sfortunato, tra cadute ed epiloghi di gara sfortunati non ha raccolto quanto previsto. In più con lui abbiamo preparato le crono ma per élite sono state praticamente inesistenti.
Su strada state crescendo, su pista invece avete già raccolto risultati importanti…
E’ il secondo anno che facciamo la categoria U23, gli sponsor non mi fanno pressione e ci permettono di crescere con fiducia. Su pista invece stiamo raccogliendo risultati ottimi con Matteo Bianchi e Mattia Predomo. Quattro titoli europei under 23 ad Anadia e l’exploit di Matteo con la medaglia d’argento e il record italiano sotto il minuto nel chilometro da fermo agli europei di Munich 2022.
Hai intenzione di ampliare la rosa per quanto riguarda la pista?
Sì, nel gruppo pista ne aggiungerò altri due di quelli che erano all’europeo e ai mondiali. Quindi saremo quattro l’anno prossimo. Posso solo dire che saranno uno junior e un under 23.
Come gestite pista e strada?
Facciamo i lavori su pista e su strada in modo tale da dare una preparazione completa. Gli atleti possono andare tranquillamente a Montichiari durante la settimana. Con Quaranta riusciamo a collaborare in sintonia. Si può lavorare insieme e accetta anche dei consigli, non è una cosa scontata. Il movimento velocità sta dando una grossa mano, si stanno gettando basi solide per il futuro. Però è una gestione separata, chi va su strada fa solo quello e vale lo stesso per i pistard.
Che rapporto avete invece con i gruppi sportivi?
Non abbiamo rapporti. La preparazione passa tutta tra noi e la nazionale. E’ una sicurezza personale per i ragazzi che hanno uno stipendio a fine mese. Bianchi è stipendiato dall’Esercito e questo riguarda solo la base economica del ragazzo.
Per quanto riguarda la rosa strada invece avete già degli innesti decisi per il 2023?
Salgono quattro dalla nostra formazione juniores. Sto parlando con altri atleti per completare la rosa, ma non posso dire niente.
Che aspirazioni avete per il prossimo anno?
Vogliamo dare continuità al progetto. Gli sponsor vorrebbero che diventassimo continetal. Geo&Tex è sponsor dell’Adriatica Ionica Race e ci vorrebbe partenti alla corsa.
Cosa ne pensi di un eventuale passaggio a continental?
In italia i giovani cercano queste tipo di squadre. Ma a livello italiano secondo il mio parere personale, se la situazione non cambia non serve a niente. Quante gare fanno le Continental con i professionisti? Non ne vedo molte. Se si va in altri parti d’Europa come la Germania, la categoria U23 è inesistente corrono già tutti insieme con i pro’, diventa chiaro che si corra di meno ma si alzi la qualità. In italia le continental sono come se fossero under 23, è stato sbagliato il modo di intendere il passaggio.
Veniamo a Bianchi e Predomo, come li hai scoperti?
E’ iniziata da lontano, cinque anni fa quando erano allievi. Entrambi penso che se non avessero preso questa strada sarebbero già rispettivamente indirizzati in altro tipo di carriere. Uno starebbe studiando e l’altro sarebbe nell’azienda di famiglia. Con noi sono cresciuti. Erano due ragazzi che nelle categorie giovanili su strada avevano fatto poco o niente. E se non raccogli niente su strada in Italia vieni lasciato indietro dalla stragrande maggioranza delle squadre.
Gli hai dato i mezzi e una prospettiva…
Hanno tutti e due la stessa storia. Li ho rispediti indietro subito perché erano abituati male e un po’ viziati sportivamente. All’inizio mi hanno dimostrato poca voglia e poco impegno e gli ho fatto riconsegnare tutto. Bianchi tornò in lacrime dopo tre giorni. Mi ha detto: «Da oggi in poi non sbaglierò più». Così ha ricominciato il percorso e si sono visti i risultati. Anche Predomo mi ha dimostrato di che pasta è fatto e ora puntano entrambi in alto.
Ti aspettavi un tempo così da Bianchi agli europei di Munich 2022?
Un tempo così no, perché non era mai stato provato. Pensavo stesse a ridosso del minuto, ma non sotto. A 59 secondi ci si poteva arrivare ma non in quel modo. Ero fiducioso perché veniva da un bel carico di lavoro ed era in fiducia dopo gli europei U23.
Per Predomo quali sono i prossimi impegni?
Lui potrà fare bene ai mondiali juniores a Tel Aviv che inizieranno proprio oggi. Farà tutte e tre le discipline: chilometro da fermo, velocità e keirin. Il programma è spalmato bene quindi c’è spazio per recuperare.