Autozai Contri, pronta a rilanciarsi nel 2024

25.11.2023
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Pochi giorni fa ci siamo fatti raccontare dal promettente allievo, Alessio Magagnotti, come sia arrivato alla scelta della Autozai Contri per il suo passaggio tra gli juniores. La sua risposta basata sulla fiducia nel progetto ci ha incuriosito, così siamo andati a bussare al Riboli Team per farci spiegare il retroscena e le prospettive per il 2024

La Autozai Contri, che dalla prossima stagione perderà Petrucci come sponsor, ha portato sulla strada del professionismo atleti come: Davide Gabburo, Edoardo Affini, Filippo Zana, Luca Mozzato, Mattia Petrucci. Stiamo parlando di juniores è vero, ma in questi ultimi anni questa categoria sta diventando sempre più importante e un bacino da cui le grosse squadre hanno già iniziato ad attingere. Quest’anno il Riboli Team aveva due secondi anno che hanno trovato squadra rispettivamente Marco Martini con la Technipes #inEmiliaRomagna, e Riccardo Biondani alla General Store-Essegibi-F.lli Curia. Una dimostrazione della qualità del progetto Autozai.

Ripresa Autozai

Per parlare del dietro le quinte di questo rilancio della squadra veronese abbiamo chiesto a Enrico Mantovanelli, direttore generale della squadra.

«Siamo ritornati un po’ in auge nella campagna acquisti, chiamiamola così – racconta – perché abbiamo avuto un vuoto dopo Zana e Petrucci, dove non riuscivamo a portare a casa nessun atleta di valore. La svolta è iniziata un po l’anno scorso con l’arrivo di Erazem Valjavec. Che è stato il nostro primo atleta straniero anche grazie ad una nostra battaglia con la federazione che ci ha concesso questa possibilità.

«Grazie all’interessamento – afferma Mantovanelli – del nostro socio Gianni Bertoldo, che ha fatto una vita nel mondo del ciclismo, abbiamo iniziato alla fine dell’anno scorso in maniera non pressante, ad esporre il nostro modo di lavorare ad Alessio. Si dice che noi l’abbiamo convinto con i soldi, ma questo non è assolutamente vero. Abbiamo avuto poi la fortuna che all’interno della CC Forti e Veloci Trento ci fosse Luca Prada, che è stato un corridore di Bertoldo, ed è stato un mio compagno di squadra da dilettante. I genitori di Alessio ci hanno detto che noi siamo stati tra le poche società delle più di 20 che li hanno contattati che non hanno parlato male delle altre, ma che anzi si sono concentrate esclusivamente a raccontare il progetto.

«Per prendere Magagnotti e il suo compagno Idrizi abbiamo speso più di 10.000 euro. Sono d’accordo che la squadra che l’ha formato debba essere pagata in base al punteggio, ma dato che lui dal Trentino si trasferisce in Veneto, abbiamo dovuto pagare gli stessi punti anche al Comitato regionale».

Sempre prima

La categoria juniores sta diventando sempre più importante e a farne le spese come sempre sono i ragazzi. L’avvento dei procuratori è un segnale che le squadre partono fin dagli allievi per la selezione futura.

«Il tema è che oggi i procuratori – spiega Mantovanelli – hanno in mano già gli allievi. E’ un mondo che è cambiato. La filiera si è accorciata molto dal punto di vista delle categorie. Una volta l’atleta faceva due anni da junior e due/tre anni da dilettante, poi se aveva le carte in regola passava pro’. Adesso con la scusa che la categoria dilettanti è praticamente sparita, gli juniores sono diventati uno spartiacque pazzesco. E questo dal mio punto di vista, non è un bene perché ci sono atleti che non sono ancora maturi e al secondo anno da junior si trovano a dover smettere perché non hanno trovato la squadra.

«Valjavec è seguito dai Carera – dice Mantovanelli – ed è attenzionato dalla Soudal Quick-Step, questo non vuol dire niente perché anche se l’accordo c’è, deve sempre andare forte. Con Magagnotti non c’è nessun interesse nascosto sotto, perché poi quando passerà, so già che incasserò meno di quanto abbiamo speso per prenderlo. Zana come Affini, come Mozzato da junior, non avevano il procuratore e sono venuti da noi. Però è un ruolo che adesso esiste e bisogna rispettarlo. L’importante è che questi ragazzi tengano sempre i piedi per terra».

Parola al team manager

Alla direzione tecnica troviamo Emiliano Donadello, ex pro’ dal 2007 al 2010 e diesse con esperienza tra Autozai e Trevigiani: «Enrico ha voluto strutturare la società come un’azienda essendo abituato nel suo lavoro a essere molto metodico. Io con l’esperienza della continental, ho cercato di portare un po’ quello che ho imparato. La categoria juniores è completamente cambiata. Questa stagione tutto sommato è andata bene, non avevamo ancora una squadra, tra virgolette, super competitiva perché comunque avevamo dei ragazzi che non avevano mai vinto nelle categorie minori. Avevamo otto corridori e abbiamo ottenuto sette vittorie.

«Per il 2024 – afferma Donadello -posso dire che è facile partire con corridori forti, però bisogna anche essere bravi a gestirli, quindi dobbiamo farlo bene. La categoria è all’esasperazione, tra inviti e raduni della nazionale a cui Alessio verrà chiamato, tra pista e strada, bisogna veramente tenere i piedi per terra e  stare calmi. Occorre andare a stilare un calendario, essendo disposti a dire anche qualche no, per salvaguardare il ragazzo, anche perché non abbiamo solo Magagnotti. Siamo riusciti a prendere dei ragazzi che hanno fatto vedere belle cose e ci fanno ben sperare. Credo sempre nel gruppo e non privilegio nessuno».

Obiettivi

Con un roster rinforzato il 2024 si prospetta avvincente e potenzialmente ricco di vittorie. «Ho visto – dice Donadello – che è uscito il calendario provvisorio. Con le nuove normative che dicono che si può correre anche sabato e domenica e dove non c’è limite di corse a tappe, comincia a essere interessante. Ci piacerebbe fare qualche esperienza all’estero. Sarà importante fare un bel blocco di riposo durante l’estate, perché la stagione, anche negli junior è diventata veramente lunghissima, da Marzo a ottobre. Essere al top tutto l’anno è impossibile e come abbiamo fatto quest’anno dovremo fare un periodo di stacco a metà».

Talenti come Magagnotti meritano di non essere “spremuti”, a questa parola Donadello ha tenuto a rispondere fermamente: «Io non sono nessuno. A me piace sentire tutte queste belle parole che dicono alcuni ex pro’, i manager e i presidenti. Però nessuno sa com’è la realtà.  Questi ragazzini tornano a casa da scuola alle 14,45 e viene buio alle 16,30, quindi di cosa stiamo parlando? Un’ora di allenamento a tutta. Tutti ormai hanno un misuratore di potenza, il preparatore, il biomeccanico, il dietologo, lo psicologo e chi più ne ha più ne metta.

«Il ciclismo è una cosa molto semplice – conclude Donandello – ci vuole tanta voglia di far fatica. Se prendiamo un ragazzo come Magagnotti, quello che si deve fare è tenerlo lontano dalle pressioni e farlo lavorare con calma. Questi ragazzi non devono essere spremuti di testa. Il fisico è in un’età che può lavorare: con il giusto bilanciamento, ma può lavorare. E queste saranno le nostre premure più importanti».