Che fine ha fatto Alice Arzuffi? Della lombarda della Valcar Travel & Service si erano un po’ perse le tracce, la sua ultima gara internazionale è stata il 27 agosto in Francia, poi più nulla. Intanto si è cominciato a parlare delle sue prospettive nel ciclocross, ben diverse da quel che eravamo abituati a supporre: anche lei salterà almeno tutta la prima parte della stagione e forse non solo…
Ce n’era abbastanza per soddisfare le mille curiosità parlando direttamente con lei per capire che cosa attendersi: «Perché ho finito prima? Colpa del Covid, avevo in programma di gareggiare anche a settembre ma il virus mi ha messo KO e quindi abbiamo deciso d’accordo con la squadra di staccare prima. Attualmente sono ferma e lo sarò per tutto il mese, poi si valuterà il da farsi».
Come mai una pausa così lunga?
Nei giorni del Covid ho riflettuto, è come se il mio fisico mi stesse mandando dei messaggi: per anni sono andata avanti senza soste fra l’inverno nel ciclocross e le stagioni su strada, ora che sono negli anni principali della carriera (la Arzuffi ha 27 anni, ndr) devo cominciare a selezionare e intanto devo recuperare. E’ come se fossi andata in overtraining. Una volta che avrò ripreso gli allenamenti capirò che cosa fare.
Ti rivedremo nel ciclocross?
Per quest’anno non so ancora bene che cosa fare, come detto valuterò in corso d’opera. Potrei preparare la parte finale della stagione, quella più importante con le tappe finali di Coppa e i Tricolori oppure pensare direttamente alla stagione su strada, devo pensarci bene e valutare le situazioni createsi nel frattempo. Anche perché il prossimo anno cambierò squadra, entrando a far parte di un team del WorldTour, ma non posso ancora ufficializzare il nome.
La sensazione è che l’ultima stagione sui prati ti abbia lasciato qualche strascico psicologico…
Effettivamente sono rimasta delusa da alcuni episodi. Penso di aver dato molto a questo ambiente negli anni, anche con vittorie prestigiose, ho fatto grandi investimenti sulla mia carriera aprendo la strada verso l’ingresso in grandi team multinazionali, ma ho avuto la sensazione che tutto sia stato presto dimenticato. Poi per carità, ognuno fa le proprie scelte, ma alcune non mi sono piaciute e mi hanno un po’ tolto la voglia.
Con le compagne di team e di nazionale sei in buoni rapporti?
Sicuramente, ci sentiamo spessissimo, Silvia (la Persico, ndr) è stata un riferimento per tutte sia d’inverno che su strada. I suoi risultati se li merita tutti perché so bene quanti sacrifici ha fatto, quanto sia stata lunga e lenta la scalata verso i vertici, ma tra studio e problemi fisici la sua esplosione non arrivava mai. Ora ha fatto vedere di che cosa è capace.
Ti hanno sorpreso i suoi risultati su strada?
Io ho sempre pensato che fosse un po’ più stradista che crossista, ma solo trovando la sua dimensione avrebbe potuto ingranare le marce e acquisire la consapevolezza necessaria per i grandi risultati.
E la tua di stagione su strada com’è stata?
Di segnali positivi ne ho avuti pochi, forse proprio per quel discorso di eccesso di allenamento e gare fatto in precedenza. Ho fatto tanta fatica, mi sono allenata con puntiglio, ma ho raccolto poco e mi spiace perché non ho potuto compensare come avrei voluto gli sforzi della squadra, che mi è sempre rimasta accanto non facendomi mancare nulla.
Le tue gioie le hai vissute per interposta persona, attraverso i grandi risultati del tuo fidanzato Luca Braidot vincitore in Coppa del mondo Mtb e bronzo mondiale…
Anche il pensiero suo, di come è arrivato a questa bellissima annata, è stato oggetto di riflessione. So bene quanti sacrifici abbia affrontato, quanti anni ha passato arrivando sempre alle soglie di quel salto di qualità che non arrivava mai. Lui ha cambiato molte cose nella sua preparazione, si è rivolto a un mental coach e i risultati si sono visti.
Con lui hai parlato delle tue scelte?
Sì, ci confrontiamo spesso, mi stimola molto ad andare oltre la delusione di non aver portato a casa quanto volevo. Mi spinge a prendere le cose con più leggerezza senza guardare sempre i numeri. Forse faremo quest’inverno qualche gara insieme, ma senza l’assillo del risultato, pensando ai nostri obiettivi estivi. Poi comunque, settimana dopo settimana, deciderò il da farsi.