SASSARi – «L’anno scorso non era stato possibile, ma questa volta voglio proprio farmi qualche giorno al mare qui in Sardegna». Farà piacere un bel mazzo di rose, come direbbe Paolo Conte, ma un tuffo in Sardegna fa gola di più anche a Blanka Vas, che ha già pensato come premiarsi per la bella vittoria in volata nell’ottava tappa del Giro Donne.
Dal cross alla strada
Qualche grado di pendenza sul rettilineo d’arrivo di via Duca degli Abruzzi, a Sassari, non basta a spiegare come abbia fatto questa ragazza di 51 chili e 21 anni a domare le velociste del gruppo, ma tant’è. Se ne faranno una ragione Chloe Dygert e Liane Lippert, ma anche la nostra Silvia Persico e anche Marianne Vos, giunta decima per un problema nei metri finali, perdendo una chance per bissare la vittoria sarda di Olbia 2022. Anche perché non è la prima volta che questa precoce ungherese dimostra di avere doti notevoli.
Specialista del ciclocross, collezionista di titoli nazionali, amante del cibo italiano, aveva già vinto la tappa inaugurale del Giro di Svizzera. In tre settimane ha infilato quattro vittorie, condividendo con Elisa Longo Borghini un successo in questo Giro Donne e la doppietta nel campionato nazionale (strada cronometro). In pratica, è la seconda maglia verde, bianco, rosso che vince una tappa in questa edizione, dopo la sfortunata piemontese a Borgo Val di Taro.
Tre giorni da turista
«Per me è incredibile aver vinto oggi», ammette Vas mentre cerca di ripararsi dal sole sardo che lo scirocco ha reso micidiale. «Ho pensato soltanto al miglior posizionamento e a stare calma. Sapevo che dovevo uscire il più tardi possibile perché era uno sprint in salita e mi sarei bruciata. Dovevo attendere il momento giusto».
Per lei la Sardegna è già un dolce ricordo ed è per quello che vuole trattenersi: «Resterò tre giorni, dato che l’anno scorso non avevo avuto tempo per visitare l’Isola e lo farò quest’anno. Credo che sia una vacanza meritata e ho davvero bisogno di un po’ di riposo dopo una corsa a tappe così dura».
Pizza, tiramisù e gelato
Non smette di sorridere Blanka Vas, che supera la voce dello speaker per chiarire cosa le piace dell’Italia: «Mi piace il cibo italiano – ammette, snocciolando un menù che è poco da ciclista professionista – pizza, tiramisù e gelato italiano».
Quando si tratta di scegliere i punti di riferimento nel ciclismo, invece, punta forte sui Paesi Bassi: «Mathieu van der Poel, Anna Van der Breggen e Marianne Vos. Correre con lei, sì, sembra un po’ strano, ma è bello stare accanto a lei sulla linea di partenza. Ricordo che nelle prime corse era una sensazione speciale».
Così come quelle vissute a Sassari, che magari potrebbero tornare. C’è un’altra occasione a Olbia: «Ci proverò – promette Blanka Vas – se passerò indenne le montagne».
Sfortuna Bastianelli
La Sassari-Olbia sarà la tappa nella quale completare un capolavoro per Annemiek Van Vleuten (che ha nuovamente fatto infuriare gli organizzatori, dribblando l’intervista-flash per la televisione, per infilarsi subito nelle stanze dell’antidoping), ma anche l’ultima occasione per tante.
L’ultimissima per Marta Bastianelli, che a Olbia appenderà la bici al chiodo e avrebbe voluto provarci già oggi, ma si è dovuta arrendere alla sfortuna, apparsa sotto le spoglie più comuni, quelle della foratura.
«Ero in ottima posizione e stavo bene – racconta – volevo puntare a un buon risultato o aiutare Silvia (Persico, ndr) nel finale. Ho cambiato bici, sono rientrata ai meno 4, ma ho forato anche la bici di scorta e a quel punto non potevo più inventarmi nulla».
Difficoltà supplementari in una giornata di caldo micidiale. Lo scirocco, però, ha dato una mano al gruppo (oltre 40 di media). Per andare da Sassari a Olbia, scavalcando Tempio, se non cambia se lo troveranno in faccia. Questo Giro Donne sarà da conquistare sino all’ultimo metro.