Cresce l’attesa per la prima edizione della Milano-Sanremo Women, che porta con sé tante domande e aspettative. Sarà una corsa per velociste, che terranno tutto chiuso aspettando la volata, o favorirà le scalatrici, che dovranno sfruttare le poche salite? Queste le principali incertezze che aleggeranno sulla corsa, ma anche sulle strategie delle squadre e degli atleti, pronti ad affrontare la storica Classicissima (in apertura, Arianna Fidanza e due compagne della Laboral Kutxa sull’iconico scollinamento della Cipressa).
In questo articolo, abbiamo avuto modo di ascoltare le opinioni di due tecnici di alto livello, Marco Pinotti della Jayco-AlUla, e Paolo Slongo della UAE-ADQ, che ci offrono un’analisi approfondita su come si prepareranno alla corsa e le prospettive per le rispettive atlete. L’approccio e la visione di due tecnici, alle prese con un evento che si preannuncia già ricco di emozioni e con due atlete agli antipodi: Longo Borghini, scalatrice (e non solo) per Slongo. Letizia Paternoster, donna veloce, per Pinotti.
Parola a Slongo
Il tecnico della UAE ADQ va dritto al sodo. Spiega che la scalatrice ha un passo tale da creare fatica a tutte le avversarie e quindi ha interesse a tenere un ritmo forte per tutta la gara, specie sulle salite. Un’altra opzione è che, se non questa situazione non dovesse verificarsi, bisognerà creare delle circostanze che rendano la corsa dura. I Capi rispetto agli uomini saranno più incisivi…
Quindi per la scalatrice sarà corsa dura sin dai Capi?
Direi di sì, ma non solo lì. Come abbiamo detto più volte ormai le ragazze sono tutte ad un buon livello, ma di certo i Capi faranno più selezione rispetto alla gara degli uomini. Tuttavia, secondo me, le favorite saranno in condizione e quindi, che siano scalatrici o velociste, a loro i Capi non creeranno grossi problemi. Creerà più problemi sicuramente la Cipressa o al limite il Poggio, se fatti in una certa maniera.
Hai detto Cipressa, un punto chiave: è possibile andare via lì per le donne?
Da sole è un po’ difficile, però se si crea un gruppetto di 4 o 5 ragazze con Vollering, Kopecky, Longo Borghini… sicuramente c’è la possibilità. Anche perché, oltre ad essere le più forti, rappresentano più squadre e quelle che poi possono controllare sono pochissime. Quindi, a differenza degli uomini, un attacco di leader da lontano è più facile. O più verosimile. Negli uomini diventa davvero complicato farlo sulla Cipressa, perché le squadre possono controllare anche per gli altri capitani.
Paolo hai tirato in ballo gli uomini: da un punto di vista tattico qual è la cosa più simile tra la Sanremo maschile e quella femminile?
Direi in generale la bellezza della Sanremo, che fino alla fine non sai mai chi può vincere. E’ una corsa talmente facile, ma allo stesso tempo diventa difficilissima da interpretare: questo aspetto penso sia uguale per uomini e donne.
E la differenza?
La differenza è che se le leader, specie le scalatrici o comunque quelle che sanno andare forte in salita, decideranno di attaccare da lontano, si potrebbe fare una corsa già selettiva con le leader che restano davanti. Una cosa è certa: tra le donne la corsa dura che ovviamente va meglio per le scalatrici, può fare più selezione. Certo, portarsi in volata una Kopecky, che su quelle salite va benissimo, è sempre una cosa rischiosa. Quindi, secondo me le altre avversarie, tra cui anche Elisa, dovranno comunque provare o pensare a qualcosa anche sulle salite precedenti al Poggio.
Parola a Pinotti
In relazione alla corsa di Letizia Paternoster, Pinotti analizza le dinamiche che porterebbero alla volata e la volata stessa, che vedrà comunque un gruppo ristretto. Come nelle classiche, la velocista che voglia arrivare in finale dovrà aver lavorato tanto sulla resistenza. I Capi arrivano dopo 110-115 chilometri e tanto dipenderà dalla situazione di gara in quel momento.
«La Sanremo – dice Pinotti – non è una corsa lunghissima come ci si poteva aspettare, ma per le donne le prime salite arrivano dopo oltre tre ore di gara e potranno già dire qualcosina».
Quando dici che la sprinter deve aumentare la resistenza intendi quei lavori di 3′-5′?
Quelli, ma anche la resistenza in generale, quella che si fa a gennaio. E’ chiaro che certi lavori, certe rifiniture si fanno con l’avvicinarsi dell’evento. E poi quei minuti vanno bene per i Capi e il Poggio, ma la Cipressa per le donne dorerà almeno 12′.
Fra i Capi quale sarà quello più duro per una sprinter come Letizia?
Il Berta, sicuramente, è il più selettivo. Gli altri due non troppo.
L’ostacolo principale per Letizia, secondo te, sarà la Cipressa o il Poggio?
Secondo me, sarà la Cipressa, non tanto per le pendenze, ma perché è più lunga. Su questa salita la posizione conta meno. Il Poggio è più facile, anche per le donne, e la pendenza è meno impegnativa. La velocità però conta molto e ci si può staccare di più. Il problema del Poggio è che arriva dopo 145 chilometri, quindi dopo parecchie ore e il posizionamento conta moltissimo.
Ecco il posizionamento: quanto è importante, specie per una velocista che deve risparmiare il più possibile, e quanto conta il ruolo della squadra?
Il posizionamento è fondamentale. Bisogna stare davanti, ma questo è importante anche nelle salite minori come il Berta. Sulle salite più dure, la squadra aiuta a prendere la posizione e a stare coperti, soprattutto per evitare danni durante le salite e per fronteggiare eventuali problemi meccanici. Dopo la Cipressa e il Poggio, se ci sono atlete con buone gambe, la squadra dovrà intervenire per ridurre i distacchi (gli attacchi delle big che paventava Slongo, ndr). Per il resto Paternoster è molto brava a anche a districarsi nel gruppo e sa stare coperta… merito della pista.
C’è la concreta possibilità di una volata con parecchie velociste?
Sì, una volata tra velociste è possibile, ma a questo punto diventa una questione di gambe più che di velocità pura. Se arriva giù dalla salita un gruppo più folto, una velocista potrebbe avere un vantaggio maggiore: una Wiebes, tanto per dire, potrebbe arrivarci e sarebbe dura da battere. Ma se l’arrivo avviene in un gruppo selezionato, anche se ci fossero le velociste più forti queste potrebbero avere più difficoltà.
Chiaro…
Lo abbiamo visto anche al Binda. Alla fine dopo una gara di oltre 2.300 metri di dislivello ha vinto la Balsamo, che è una velocista. Letizia è arrivata quinta (e la Longo decima, ndr). Tra le donne oggi il livello è elevato anche tra le sprinter. Vero che le salite erano diverse e nessuna superava un certo minutaggio, ma non sarà facile eliminarle alla Sanremo Women.
La discesa del Poggio può fare la differenza?
Sì, la discesa può essere cruciale, anche se non ci si pensa troppo. La differenza tecnica tra le atlete potrebbe essere maggiore rispetto agli uomini, con alcune che potrebbero avere più difficoltà nelle curve. Ciò potrebbe causare dei buchi. Bastano 10″ e si può andare all’arrivo.
Quanta curiosità
In conclusione, la Milano-Sanremo Women si preannuncia una corsa incerta e ricca di potenziali sorprese. Le risposte dei due tecnici, Pinotti e Slongo, mostrano come le strategie siano legate tanto alla preparazione fisica e alle caratteristiche tecniche, quanto alla capacità di affrontare i momenti più cruciali della corsa. Insomma, all’intersecarsi di varie tattiche.
E’ tutto da scoprire: il dilemma e lo spettacolo al tempo stesso sono tutti qua. Scalatrici contro velociste e non solo. Andamenti tattici. Poggio o Cipressa? Via Roma o i Capi? Questa prima edizione della Classicissima donne segnerà una traccia importante anche per i prossimi anni. La Sanremo Women si prepara a regalare grandi emozioni.