Sanguineti, dal Belgio occhiolino a tricolore e Mediterraneo

13.06.2022
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«Se gira lei – così ripete Davide “Capo” Arzeni – gira tutta la squadra». Stavolta però lei, Ilaria Sanguineti, si è messa in proprio. Sabato 11 giugno in Belgio ha tagliato a braccia alzate il traguardo della Dwars door het Hageland regolando, nello sprint a due, la austriaca Christina Schweinberger della Plantur-Pura al termine di una fuga di cinque atlete evasa a 12 chilometri dalla fine.

Ieri poi la 28enne nativa di Sanremo – all’ottava vittoria in carriera, la prima in una classica delle pietre (di categoria 1.1) – è tornata ad essere decisiva per le sue compagne tirando la volata vincente a Chiara Consonni alla Spar Flanders Diamond Tour, per il terzo sigillo stagionale della bergamasca e nono di squadra.

Inevitabile quindi sentirla al termine delle due gare anche per capire il suo stato di forma e i suoi programmi a breve termine.

Yaya finalmente è arrivata la vittoria.

Sì, ci voleva. Non mi posso lamentare della mia stagione. Ero già felicissima, come se avessi vinto io, una settimana fa quando avevo tirato la volata a Chiara (Consonni, ndr) alla Dwars door de Westhoek. O come ogni volta che vince una mia compagna. Avevo vinto l’anno scorso a Tarzo (era il 25 luglio, ndr), ma era una gara open. Un successo UCI mi mancava dal 2016 dalla quarta tappa del Tour de Bretagne. Ormai non me la ricordavo più (ride, ndr).

Che valore ha questo successo?

Può essere un nuovo punto di partenza, quantomeno sotto l’aspetto morale. Sono una ragazza espansiva con tutti, ma su me stessa non lo sono, non ho molta autostima. Devo ancora convincermi dei miei mezzi mentre gli altri invece lo sono. Tuttavia sabato, considerando che il “Capo” mi aveva battezzata per fare la corsa, è stata la prima volta in stagione che mi sentivo davvero di poter vincere. Questa vittoria mi ha dato una bella percentuale di consapevolezza, anche perché…

Sanguineti è elite dal 2013. Quattro stagioni alla BePink e cinque alla Valcar
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Cosa?

Nell’ultima settimana avvertivo cattive sensazioni, non la muovevo proprio. Tant’è che ad Arzeni avevo detto che forse avrei dovuto saltare il Tour de Suisse (in programma dal 18 al 21 giugno, ndr) per recuperare in vista del campionato italiano. Invece dopo queste due gare in Belgio andrò in Svizzera con rinnovato ottimismo, anche perché se non corro perdo subito il ritmo gara. Quindi lassù cercherò di affinare la condizione e magari portare a casa una tappa.

Arriviamo al campionato italiano appunto dove hai già ottenuto due terzi posti, l’ultimo l’anno scorso. Quest’anno sei più libera per puntare alla maglia tricolore…

Sarà un terno al lotto quella gara. Ha un percorso piatto e paradossalmente si apre ad tante soluzioni. Fuga da lontano, colpo da finisseur o volata generale, con tante possibili vincitrici. Noi in Valcar non abbiamo una sprinter pura visto che Consonni correrà con le Fiamme Azzurre. La Gasparrini è quella più veloce di noi, mentre la Persico, le altre ed io potremmo giocarci le nostre carte in base a come andrà la gara. Non abbiamo ancora una tattica prestabilita, secondo me la vedremo direttamente in corsa.

Dopo l’italiano però non farai il Giro Donne. E’ stata una scelta sofferta?

Sì, molto difficile perché in ballo c’era la mia partecipazione ai Giochi del Mediterraneo con la nazionale. A me il Giro è sempre piaciuto e l’anno scorso ero andata molto bene. Poi ho pensato che ne ho già corsi 8 mentre la maglia azzurra non la indosso dal 2016, agli europei elite in Francia. Così ho deciso a cuore più leggero.

Ad Orano, in Algeria sede dei Giochi, con che ruolo correrai la gara del 2 luglio?

Innanzitutto sono contenta di essere stata convocata. Sono emozionata. Per me è un onore correre con la nazionale. Conservo anche un bel ricordo, quando nel 2015 avevo fatto seconda agli europei U23. Ancora non so che ruolo avrò, ma sarò totalmente votata alla causa.

Per la seconda parte di stagione hai già una bozza del calendario che farai?

Farò il Tour de France Femmes (dal 24 al 31 luglio, ndr) ma onestamente non so ancora cosa farò dopo. Dobbiamo decidere e vedere come starò ma so che ci saranno tante corse. Intanto l’intento è di mantenere la condizione fino al Tour. In Francia vorrei fare bene, essere la solita donna-squadra e vedere se salta fuori un’occasione per me. Insomma, vediamo come giro (ride di nuovo, ndr).