Il ritorno in corsa, un po’ a sorpresa, di Marta Cavalli

19.03.2023
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Cittiglio non ha visto solo la vittoria di Shirin Van Anrooij, ma anche il ritorno alle corse di Marta Cavalli. La campionessa della Fdj-Suez, dopo essersi fermata per qualche intoppo fisico, ha deciso di riattaccare il numero sulla schiena.

Al Trofeo Binda è sempre stata con le migliori, tanto da essere una delle protagoniste nel finale. L’olandese della Trek-Segafredo ha tremato soltanto sotto le trenate di Marta nell’ultima salita, quella di Orino. Il distacco si è dimezzato in poche centinaia di metri. Un bel segnale dalla lombarda.

Tanti tifosi a Cittiglio, dopo l’arrivo Marta ha lanciato una borraccia a dei bambini
Tanti tifosi a Cittiglio, dopo l’arrivo Marta ha lanciato una borraccia a dei bambini
Marta, partiamo da oggi, quali sono state le sensazioni del tuo ritorno in corsa?

E’ stata una gara alla riscoperta di me stessa. Stamattina non mi aspettavo niente, non sapevo come sarei potuta stare, quindi sono partita leggera, tranquilla, senza un piano in testa. Salita dopo salita, ho cercato di capire come stavo.

E come stavi?

Bene nel complesso, ma fino all’ultimo non sono riuscita a dare indicazioni precise alla squadra sulla mia condizione perché non sapevo fino a quando sarei potuta andare avanti, quanto avrei tenuto. Però alla fine ciò che avevo nelle gambe è stato sufficiente. Sull’ultima ascesa a Orino ho provato ad attaccare per riprendere un po’ di feeling con l’aggressività, diciamo così. Quindi sono assolutamente contenta.

Non sei riuscita a dare indicazioni precise, ma alla fine ve la siete cavata…

Nel finale Vittoria (Guazzini, ndr) è rientrata nel nostro gruppo e pertanto lo sprint lo ha fatto lei. Abbiamo portato a casa un bellissimo terzo posto che ci ripaga di questa dura giornata. Ci manda a casa soddisfatte.

Marta Cavalli al UAE Tour Women. Negli Emirati una fatica esagerata. Poi il ritiro alla Het Nieuwsblad, quindi lo stop e il 13° posto di oggi
Marta Cavalli al UAE Tour Women. Negli Emirati una fatica esagerata. Poi il ritiro alla Het Nieuwsblad, quindi lo stop e il 13° posto di oggi
Torniamo a te: che stavi bene si percepiva anche dal fatto che nel finale raramente cercavi le ruote, non cercavi di essere coperta, ma eri spesso col vento in faccia….

Sì, perché comunque in salita preferisco avere una via d’uscita in caso di un attacco. Voglio avere spazio e in questo caso stare al vento è quello che mi da più sicurezza per reagire in fretta. 

Nell’ultima intervista che hai fatto con noi, hai detto – anche se può sembrare un controsenso – che tornavi a casa per ritrovare il giusto ritmo per la corsa. Evidentemente lo hai trovato. Si vedeva chiaramente che spingevi bene il rapporto in salita. Quando hai fatto il forcing tutte si sono allungate…

Sicuramente ho guadagnato tanta freschezza. Io credo che la questione del girare bene il rapporto sia legata soprattutto al fatto che ero meno stanca di altre. Mi spiego, è vero che ho meno ritmo corsa, ma è anche vero che la maggior parte delle atlete aveva già partecipato a minimo 6-7 corse e anche in un tempo ravvicinato. E queste si fanno sentire. Senza contare tutti i viaggi… E questo influenza il recupero. Invece io essendo tornata a casa ho avuto il tempo di finalizzare gli allenamenti e di recuperare soprattutto. E ha pagato.

Ci hai parlato anche di dietro motore: nello specifico cosa facevi? Quanto ne facevi?

Solitamente lo faccio una volta a settimana, poi dipende anche dal tipo di corsa che mi aspetta. Per esempio prima di oggi non l’ho fatto. Mi sono concentrata più sul recupero. Quando lo faccio però, faccio da una a tre ore dietro moto, magari su un percorso vallonato. La moto va costante: in discesa recuperi e salita ci si tira il collo!

Marta Cavalli (ieri 25 anni) a Cittiglio con suo padre. Dopo le buone notizie della corsa, una bella festa del papà per lei
Marta Cavalli (ieri 25 anni) a Cittiglio con suo padre. Dopo le buone notizie della corsa, una bella festa del papà per lei
A mente fredda, cos’è che ti ha portato a questo stop poco dopo l’inizio della stagione?

Più che altro credo sia dipeso dal lungo periodo senza corse. Perché è vero che sono tornata alle gare a fine ottobre scorso, ma si è trattato di poche corse e brevi e non di prove intense come le classiche. Quindi penso di aver pagato più di sei mesi lontano da una gara a ritmo elevato e intenso. Non avendo poi un buon riscontro fisico è diventato difficile trovare un buon feeling e reagire.

Da qui la decisione di fermarsi…

Esatto. A casa mi sono vista le Strade Bianche dal divano e ho detto: «No, io non voglio guardarle dal divano le corse. Voglio esserci. Piuttosto mi stacco, però voglio essere là».

Adesso qual è il tuo programma?

Va detto che oggi la mia presenza al Trofeo Binda è stata un’eccezione. Ci tenevo molto perché siamo in Italia. Pertanto farò ancora un bel periodo di lavoro a casa. Poi penso che rientrerò appena prima delle Ardenne per completare il lavoro che abbiamo ri-iniziato in queste settimane.