Giovedì il volo per il Belgio, ieri la ricognizione, domani la gara. Soraya Paladin arriva al suo undicesimo Giro delle Fiandre sorretta da una buona condizione psico-fisica e con una formazione ben attrezzata che potrebbe essere l’ago della bilancia nell’economia della corsa.
La “Ronde” forse non è la gara preferita dalla 29enne di Cimadolmo, ma il bell’inizio dell’annata giustifica eventuali ambizioni personali e di squadra. Già, perché la sua Canyon-Sram parte con il ruolo di possibile sorpresa, ammesso che così si possa definire. All’orizzonte però ci sono altri appuntamenti che strizzano l’occhio alla trevigiana Paladin. Sentiamola.
Soraya, ultimi dettagli e poi sarà tempo di Giro delle Fiandre. Sei pronta?
Sì, certo. Abbiamo avuto tutte un buon avvicinamento. Per me è uno dei migliori inizi di stagione degli ultimi anni. Sono ottimista e le sensazioni sono soddisfacenti. A fine febbraio avevamo fatto una prima ricognizione del percorso dopo la Omloop Het Nieuwsblad. Gli ultimi cento chilometri fatti in maniera tranquilla proprio perché avevamo corso il giorno prima. Abbiamo testato alcuni materiali per il pavé e per capire se apportare modifiche. E poi abbiamo discusso della possibile tattica con Backstedt, il nostro nuovo diesse.
Uno che se ne intende di pietre del Nord…
Magnus è arrivato questo inverno ed è davvero molto bravo. E’ uno che in radio si fa sentire e ti tiene sempre in ritmo. Si vede che è stato un corridore. Anzi, si vede che è uno ha vinto quel tipo di gare. Ci ha dato un sacco di consigli. Ci ha detto dove correre, come prendere il pavè. Inoltre ha creato un bel clima in squadra. Non che non ci fosse prima, però adesso che io sono alla seconda stagione in Canyon-Sram noto che forse c’è un po’ più chiarezza.
Che squadra schiererete al via?
Partiamo con una formazione forte e molto equilibrata. L’intenzione è quella di arrivare alle fasi decisive con i numeri giusti. Kasia, Elise (rispettivamente Niewiadoma e Chabbey, ndr) ed io partiremo alla pari, con gli stessi gradi per fare la corsa. Andiamo tutte d’accordo. Ma abbiamo anche tre ragazze interessanti che sono particolarmente veloci, qualora dovessimo arrivare ad un sprint più o meno ristretto. Sono Bossuyt, Skalniak-Sojka e Van der Duin. Quest’ultima è stata un bell’acquisto, ci mancava una velocista come lei. In ogni caso penso che tutte noi possiamo fare bene. Cercheremo di fare gara dura. Poi vedremo come andrà e si lavorerà per quella che starà meglio domani.
Avresti voluto fare qualche gara in più prima del Fiandre?
No, a dire il vero. Personalmente non sono una che deve correre molto per trovare o mantenere la condizione. Quello è un lavoro che riesco a sviluppare bene anche a casa. Ho fatto due blocchi quasi identici. Ho corso la Strade Bianche e due settimane di allenamento. Poi Cittiglio e altre due settimane di allenamento. Per il Fiandre si parte tutte da zero. E poi è stato meglio vedere le ultime corse dal divano (sorride, ndr) perché adesso quando cadi ti fai male veramente. Meglio non avere preso rischi per non compromettere le Ardenne.
Sono quelle corse i tuoi veri obiettivi?
Sì, ma prima ci sarebbe anche la Roubaix. Ora sono riserva, ma la squadra vorrebbe farmela correre. E’ una gara che mi affascina tantissimo e che al tempo stesso mi fa un po’ paura perché lì le cadute si fanno sentire. Vedremo. Invece le classiche delle cotes sono più adatte a me. Nel trittico Amstel, Freccia e Liegi vorrei raccogliere dei risultati, specie nell’ultima che è quella a cui tengo di più. Ogni anno si alza sempre di più il livello e posso dire che i piazzamenti diventano quasi un contorno perché ormai, paradossalmente, contano più le sensazione e le prestazioni.
Cosa prevede poi il programma di Soraya Paladin?
Dovrei fare un altro periodo senza corse. Non dovrei correre la Vuelta, ma a metà maggio dovrei rientrare all’Itzulia Women (il Giro dei Paesi Baschi, ndr) e disputare la Vuelta a Burgos qualche giorno dopo. Poi decideremo cosa inserire nel mio calendario. Ad esempio, se verrà organizzato dovrei correre il Giro Donne, ma quella parte di programma la vedremo più avanti.
Al Trofeo Binda hai dimostrato di andare forte davanti al cittì Sangalli, proprio come l’anno scorso. Sappiamo che ti tiene sempre in considerazione. Ti ha detto qualcosa in particolare?
Il percorso di Cittiglio mi piace e sono contenta della mia prova, ma era difficile battere un’atleta come Balsamo in volata e sul quel tipo di arrivo. Ho parlato con Paolo e conosce i miei programmi. So che lui è sempre presente, sia alle gare sia telefonicamente. Non ci siamo detti nulla di particolare. Se io andrò forte tutto l’anno, soprattutto nelle gare prima degli appuntamenti con la nazionale, potrò pensare ad una convocazione per mondiale o europeo. Sono percorsi che mi si addicono e secondo me saranno salteranno fuori corse dure. Cercherò di farmi trovare in forma e guadagnarmi una chiamata.