Longo Borghini, peccato: il giorno storto nel giorno sbagliato

04.08.2024
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PARIGI (Francia) – Elisa Longo Borghini è la personificazione della delusione. Come tutti i più grandi, in ogni sport, punta sempre al massimo. E quando non lo raggiunge, come è successo a Parigi, il colpo è duro da digerire. Era arrivata in Francia con ben altre ambizioni e magari con l’idea di tentare il colpo grosso, dato che di medaglie olimpiche già ne aveva, ma mancava la più preziosa. Non lo dice, ma lo si intuisce guardandola negli occhi. Lo intuiscono anche alcune rivali che, passandole accanto, la consolano. E le ricordano il grande Giro d’Italia che ha fatto. Lei ringrazia, ma per il momento non può essere sufficiente per farle passare la tristezza.

Elisa, che cosa è successo?

Mi dispiace tantissimo. Non è il risultato che volevo, non è il risultato che speravo. E’ andata malissimo. Non ho scuse e non le cerco. Semplicemente, le gambe non andavano. L’avevo immaginato già nella prima parte, naturalmente ci ho provato lo stesso. Poi a un certo punto mi sono spenta in un attimo. Chiedo scusa a tutti. Ai tifosi che mi hanno seguito da casa, ai tanti italiani che c’erano sul percorso. Li ho visti, li ho sentiti, ho percepito il loro incitamento. In generale, è stata una bella corsa e con una bella atmosfera. Ma in questo momento passa tutto in secondo piano perché sono molto delusa.

Pensi che se la gara si fosse sviluppata in modo diverso avresti avuto più possibilità?

Non è questione né di sfortuna né delle avversarie, che sono state brave. Faulkner ha vinto e si è meritata la vittoria. La responsabilità sta solo nelle mie gambe. Non c’erano, tutto qua. E mi dispiace tantissimo perché avrei voluto onorare in ben altro modo una manifestazione importante come le Olimpiadi, la maglia azzurra e l’Italia, che meritava un altro risultato.

Le azzurre al via: Persico, Longo Borghini, Cecchini, Balsamo
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Sei comunque nona in una prova olimpica, pur in una giornata no. Non sei troppo severa con te stessa?

Il punto non è il risultato. Potevo essere quarta o ventesima. Mi dispiace non essere stata al meglio, perché questo significa non avere onorato la maglia che indossavo. Tutto sommato penso che abbiamo fatto la gara giusta e che ci siamo mosse tutte bene. Anzi, ringrazio le mie compagne di squadra per il lavoro fatto. Ognuna di noi ha dato ciò che aveva oggi, purtroppo non è bastato. Non so veramente cosa dire, né penso che si debba cercare chissà quale spiegazione, perché ho percepito chiaramente di essermi spenta. Un metro prima c’ero, un metro dopo non c’ero più.

E adesso? La stagione non è finita e ci sono ancora appuntamenti importanti da onorare. Dove magari cercare il riscatto.

Adesso andrò a casa e inizierò a pensare al Tour de France. Non c’è un attimo di riposo e forse è meglio. Questa è una botta che fa male e che continuerà a farmi male, ma non posso permettere che condizioni il resto della stagione, perché c’è ancora tanto da pedalare.

Emotivamente gli ultimi chilometri quanto sono stati difficili?

Negli ultimi chilometri non vedevo nulla. Dal punto di vista emotivo sono stati molto difficili. Cercavo di remare fino all’arrivo, non sapevo più nemmeno dov’ero. Non sono riuscita a godermi il percorso. Ma ringrazio ancora una volta i tifosi che c’erano sul percorso. Se sono riuscita ad arrivare sul traguardo è grazie a loro, che hanno continuato a incitarmi soprattutto negli ultimi chilometri, quando ormai era chiaro che non sarei arrivata da nessuna parte.

Sei riuscita a sentirli?

Sì tanto che un altro motivo di dispiacere è non essere riuscita a dare il meglio di me stessa in un contesto così bello. Oggi l’atmosfera era veramente speciale. Purtroppo capita, lo so, è già capitato, ma ogni volta è sempre molto dura da accettare.

Per Sangalli si tratta delle prime Olimpiadi da cittì azzurro, dopo quelle da collaboratore di Salvoldi
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Un black-out inatteso

Stremata, Elisa lascia la spianata del Trocadero e non alza nemmeno lo sguardo alla Torre Eiffel. Segno ulteriore che avrebbe voluto guardarla dal podio. La parola passa quindi al commissario tecnico Paolo Sangalli e alla sua analisi.

«Siamo stati protagonisti – dice – fino al momento in cui Elisa si è spenta. Può capitare nello sport e purtroppo è capitato oggi a lei. Fino a quel momento si era mossa bene. Era nel gruppo giusto, per quelle che sono le sue caratteristiche e le sue capacità. Non tutte le giornate sono uguali».

E il 4 agosto 2024 a Parigi era una giornata meno uguale delle altre. Peccato.