Per chiarezza. Si è chiuso così il post del Team Gauss sulla loro pagina social in cui il presidente Luigi Castelli ha voluto mettere qualche “puntino sulle i” relativamente ad alcune affermazioni che venti giorni fa ci aveva rilasciato Daniele Fiorin sul trasferimento di Federica Venturelli nella formazione veneta ad inizio 2022.
Il diritto di replica non si nega a nessuno ed è stato normale prendere spunto da quelle righe per fare un briciolo di… chiarezza in più sulla questione. Potremmo dire che è una storia tipica dello sport giovanile in generale (o forse solo italiano) già vissuta in passato da qualcun altro e da altre parti. Ma attenzione, vi facciamo un piccolo spoiler. Non c’è nessuna polemica o alcun caso in atto che abbia intenzione di protrarsi. La vicenda è già risolta, chiusa. Questo ce lo conferma con tutta la serenità del mondo lo stesso Castelli, che tuttavia non ha potuto fare finta di nulla, in onore quanto meno di quella attività che svolge dal 1996. E così col dirigente bresciano del Team Gauss ne abbiamo approfittato per ampliare il discorso al ciclismo femminile giovanile e al suo importante passato (in apertura il presidente nel 2014 con Martina Alzini tricolore nell’ominum junior e Maria Vittoria Sperotto terza).
Dovere di presidente
«Quando ho letto il vostro articolo – ci spiega Castelli al telefono – sono rimasto piuttosto spiazzato da ciò che aveva detto Daniele. Anche presidenti o diesse di altre formazioni mi hanno scritto o chiamato dicendomi che pure loro erano straniti. Non mi sono arrabbiato e non lo sono nemmeno adesso, anche perché ormai ci si può fare poco o nulla. Delle sue parole mi ha dato solo fastidio la concezione che è passata della Gauss, come di una squadra non ritenuta all’altezza. Io l’ho intesa così. Magari posso pure essermi sbagliato però mi si doveva concedere il fatto di chiarire alcuni passaggi imprecisi a scanso di equivoci.
«Noi alle spalle – prosegue il presidente della Gauss – abbiamo una bella storia fatta di vittorie di prestigio anche tra le elite, tra 2006 e il 2012. I primi in abbinamento con Chirio e FRW, gli ultimi quattro da soli. Nel nostro palmares ci sono il bronzo olimpico con Guderzo nel 2008 e l’oro mondiale con Bronzini nel 2010, giusto per citare i successi più importanti. Nel 2013 è stata poi una nostra scelta di ripartire dalle junior quasi da zero e quindi farci nuovamente conoscere. In ogni caso ora non vorrei che si innescasse un meccanismo dove controbattono le mie dichiarazioni perché non voglio che la questione diventi molto più grande di quella che è. Ognuno ha detto la sua opinione e siamo a posto così. Io di sicuro lo sono».
Un altro chiarimento. Venturelli nel 2022 in alcuni ordini d’arrivo compariva come Team Guass e in altri come Cicli Fiorin. Ci sono stati problemi di comunicazione in questo senso?
L’anno scorso avevamo fatto un’affiliazione plurima. A quella classica in Veneto ne avevamo aggiunta una in Lombardia per quattro atlete visto che c’era ancora il vincolo di non poterle fare uscire dalla regione. Eravamo stati chiari fin da subito visto che il budget e le spese erano coperte interamente dal Team Gauss. I nostri comunicati sono sempre usciti con il nome Gauss Fiorin, perché ci chiamavamo così. Purtroppo non era così per le convocazioni di Federica in nazionale. Lo abbiamo segnalato fin da subito pur adeguandoci alla situazione per il quieto vivere di tutti. Solo da fine giugno abbiamo visto che veniva indicato il nome corretto negli ordini d’arrivo.
C’era mai stata la possibilità di trattenere Venturelli anche per questa stagione?
Avevamo un accordo di base col padre e con lo stesso Fiorin, però noi non potevamo garantire ciò che le davano da altre parti in termini economici. La mia filosofia nelle junior è sempre stata quella di non fare differenze tra le ragazze e di ottimizzare il nostro budget a disposizione. Naturalmente Federica l’avremmo voluta tenere volentieri, ma non era possibile a certe condizioni. Lei è davvero qualcosa di fenomenale. Siamo contenti di averla avuta così come lo siamo per i suoi successi e la sua crescita attuali. Tifiamo per lei e speriamo che possa raccogliere ancora tanti risultati da U23 ed elite.
Ci sembra di capire che diventa difficile fare ciclismo giovanile, specialmente le juniores. E’ realmente così o è solo una impressione sbagliata?
Partiamo dal presupposto che in questa categoria devi gestire atlete il cui rendimento ha curve… gaussiane, se mi concedete il gioco di parole (sorride, ndr). Ed è normale che sia così. Ammiro tanto queste ragazze che hanno davvero tanti impegni tra scuola, compiti, vita sociale, famiglia, palestra, allenamenti in bici. Già si vive sempre più immersi nello stress che non possiamo nemmeno noi crearne di ulteriore se i risultati sportivi non arrivano. Per fortuna nostra, Gauss è il nostro sponsor principale dal 1996 e non è assillato dai risultati. Ma è ovvio che ci siano dei problemi che abbiamo più volte segnalato alla federazione. Alcuni regolamenti sono cambiati e non necessariamente in bene. Prima le allieve più forti che passavano juniores venivano distribuite su più squadre in modo da avere un certo livellamento. Ora chi ha più potere economico può prendere le migliori tutte assieme se volesse. Non è finita qua…
Ci spieghi meglio.
Nel 2024 i numeri delle juniores potrebbero scendere ancora. Valcar e Acca Due O chiuderanno, quindi tante ragazze potrebbero non trovare squadra. E’ impossibile pensare a formazioni da 20 atlete. Già quest’anno avevamo avuto un’avvisaglia quando al campionato italiano c’erano solo 60 partenti. In più c’è il problema dei percorsi troppo duri che sono un deterrente per alcune squadre, proprio per quello che dicevo prima. Alcune atlete sentono il salto di categoria dalle allieve poi magari vanno bene il secondo anno, altre viceversa. Dobbiamo tenerne conto. In questo senso le gare open non aiutano molto, troppa disparità col ritmo delle elite. Al momento le ragazze del Team Gauss stanno crescendo bene e siamo contenti. Carola Ratti ha conquistato un bel bronzo ai mondiali di Cali nel team sprint. Vedremo cosa sarà del futuro ma in generale il ciclismo femminile giovanile deve pensare a non perdere ragazze troppo presto.