Il ragionamento di Pino Toni, allenatore di Marta Bastianelli, non fa una grinza. «Nel 2019 – dice – Marta era l’unica che poteva competere e che batteva le olandesi. Ha cominciato con la Vos e poi le ha messe in fila tutte. Se arriva in fondo alle Olimpiadi, per le altre è buio profondo, perché lei pesca energie dove in apparenza non ce ne sono. Ci sono dei motivi se finora non è andata forte come allora e ce ne sono altri per dire che tornerà a quel livello».
Dritto all’osso, senza voler per forza lanciare messaggi. Con chi andare a Tokyo, oltre che con Elisa Longo Borghini? Quale delle nostre ragazze ha già vinto grandi corse? Pino ragiona e anche se la sua è ovviamente una posizione di parte, proviamo a capire se ci siano effettivamente i margini per dire che Bastianelli (in apertura nella foto di Francesco Lasca) tornerà quella del 2019, quando vinse il Giro delle Fiandre.
Perché dopo quella stagione c’è stato il blackout?
Marta ha fatto un grande anno con la Virtu di Bjarne Riis, uno che sa motivarti. Ci ho lavorato per 10 anni, prima come uomo di Srm e poi in squadra. Alla fine di quella stagione, anzi durante, venne però fuori che la squadra si fermava e alla ripartenza con la Alé, è arrivato il lockdown che l’ha costretta a fermarsi. Zoppicava. Non si riusciva a fare due allenamenti di fila fatti bene. E a quel punto è saltato fuori il virus nella maniera più subdola.
Perché subdola?
Perché è difficile accorgersi che qualcosa non va, se l’unica attività puoi farla sui rulli. Si poteva pensare a stanchezza, la scarsa motivazione vista la situazione e il rinvio delle Olimpiadi… di fatto i sintomi non sono stati riconosciuti subito.
Le Olimpiadi sono una grande spinta come dice?
Le ha nella testa. Con il suo palmares, che comprende un mondiale, un europeo e decine di grandi corse, è incredibile che non vi abbia mai partecipato. Inoltre chiunque faccia parte di corpi militari, sa che le Olimpiadi sono il vero motivo di esistenza di quei gruppi sportivi. Te le inculcano. E per il bene ricevuto dalle Fiamme Azzurre e per sdebitarsi con chi l’ha sempre supportata, Marta vede nelle Olimpiadi un passaggio chiave per andare avanti.
Mononucleosi e citomegalovirus insieme sono stati un bel colpo.
A primavera era sotto schiaffo, una concomitanza come quella debilita.
Perché, da allenatore, pensi che possa tornare al livello del 2019?
Perché vedo i suoi numeri e credo che a 33 anni, ne abbia ancora 3 davanti in cui essere a livelli altissimi. Ma dipende da lei e da chi con lei lavora.
Che cosa significa?
Il ciclismo femminile sta andando nella direzione degli uomini. Si corre sempre di più all’estero e si sta tanti giorni via da casa. Per una mamma non è facile, servono motivazioni molto superiori. Non ci sei a un’età in cui tua figlia cresce un po’ ogni giorno. Va bene che hai accanto un marito come Roberto e le rispettive famiglie che ti aiutano, ma tu sei la mamma. E sai che se vuoi rimanere ad alto livello, devi adattarti, perché vanno tutte più forte. Il WorldTour sta cambiando le cose.
E’ così palpabile?
Stanno arrivando i riscontri pubblicitari, ci sono le dirette. Aumenta tutto. E vedrete che i team WorldTour che finora hanno gestito tutto appoggiando le donne allo staff degli uomini, fra poco saranno costretti a diversificare ulteriormente i gruppi, proprio per stare dietro alle ragazze. In questo contesto, Marta è ancora competitiva. Lo deve volere lei, deve essere super convinta che tanti sacrifici portino da qualche parte. Chi è intorno a lei deve darle stimoli alti.
Lo hai già detto: che cosa significa?
Ricordo che al primo raduno con la Virtu, senza che Bjarne neppure la conoscesse, ci ritrovammo a parlare di programmi. E lui cominciò a dirle che doveva puntare sul Fiandre. Andò avanti a dirglielo finché il Fiandre lo vinse davvero. Nell’Italia ci sono ragazze che possono lottare per un piazzamento e lo hanno dimostrato. Il percorso di Tokyo è meno duro di quello degli uomini, la salita si farà di rapporto. Marta se arriva in fondo lotta per vincere, non mi pare un aspetto trascurabile. Ma deve sentire che le persone che ha attorno credono in lei.