Dopo la grande paura, ecco il ritorno della Tomasi

10.09.2022
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Piano piano anche Laura Tomasi inizia ad affacciarsi sempre più spesso nei quartieri alti del WorldTour. La ragazza di Miane ha avuto un agosto decisamente impegnativo, ma anche importante, con piazzamenti di rilievo che le hanno restituito un sorriso che era andato un po’ appassendosi in una stagione obiettivamente difficile.

In un ciclismo femminile azzurro sempre in vista, dalla stagione delle classiche a quella delle corse a tappe, della veneta non si sentiva quasi mai parlare, poi ad agosto sono cominciati ad arrivare piazzamenti importanti con podi di tappa sia al Giro di Scandinavia che al Simac Ladies Tour. Che cosa era successo prima? Il suo racconto è un calendario di sfortune.

Laura Tomasi, nata a Miane (TV) il 1° luglio 1999, quest’anno ha corso 40 giorni (foto Manuela Heres)
Laura Tomasi, nata a Miane (TV) il 1° luglio 1999, quest’anno ha corso 40 giorni (foto Manuela Heres)

Un brutto trauma cranico

«A marzo c’è stata la prima caduta in Belgio, con un colpo alla testa – esordisce la veneta – a maggio è arrivato il Covid. Poi proprio il giorno prima del Giro d’Italia un’altra caduta, questa volta non in bici ma con conseguenze più gravi: un trauma cranico che ha richiesto un po’ di controlli e molta prudenza. Sono stata ferma tutto luglio. Per fortuna la squadra non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno e la sua fiducia pensando ad agosto».

Appena sei tornata abile, la tua agenda d’impegni è diventata fittissima: Giro di Scandinavia, Simac Ladies Tour, ora la Vuelta…

A me va benissimo così, intanto perché ho corso pochissimo, prima di partire per la Norvegia avevo fatto appena 25 giorni di corsa, poi perché essendo stata tanto assente, devo anche dare modo a chi mi ha sostituito di respirare. Ora farò tutte le gare del WorldTour fino a fine stagione.

Il saluto con Mavi Garcia sotto lo sguardo della Bujak. La trevigiana spera nella riconferma per il 2023
Il saluto con la capitana Mavi Garcia. La trevigiana spera nella riconferma per il 2023
Non solo hai potuto gareggiare, ma hai anche avuto la possibilità di metterti in evidenza…

L’occasione andava sfruttata. La squadra, non avendo Garcia e Bastianelli nel roster, aveva dato a tutte noi la possibilità di sfruttare la situazione non essendoci una capitana designata. Sarebbe stata la corsa a fare le gerarchie e quando sono stata chiamata in causa ho risposto presente. Ora sono pronta a tornare a svolgere i miei compiti in funzione delle altre, alla Vuelta Mavi era la nostra guida, ma se capiteranno altre possibilità non me le farò sfuggire.

Parliamo allora degli inizi di Laura Tomasi: hai subito individuato il ciclismo come tuo sport preferito?

Non proprio. Da bambina mi piaceva di più il pattinaggio artistico, poi però ho iniziato a vivere il ciclismo come mia attività preferita, gareggiando sin da esordiente. Devo dire che in famiglia all’inizio hanno fatto un po’ di resistenza: mio padre che aveva fatto attività in età giovanile mi sconsigliava di provarci dicendo che era molto impegnativo, poi però mi hanno sempre supportato nelle mie decisioni.

Sul podio della quarta tappa al Tour of Scandinavia, terza dietro le australiane Manly e Hosking
Sul podio della quarta tappa al Tour of Scandinavia, terza dietro le australiane Manly e Hosking
Tecnicamente come ti sei evoluta?

Diciamo intanto che non sono uno scalatore, questo è certo… Sulle salite brevi mi posso difendere anche in maniera brillante, ma le mie caratteristiche sono più legate alla velocità, allo sprint. Per questo gare come quelle in Norvegia e Olanda sono le più adatte a me.

Visto che sei veloce, quali sono i tuoi compiti in squadra?

Sono nel treno che lavora in funzione della Bastianelli, ma quando lei non c’è posso anche finalizzare, soprattutto se sono in fuga. Nei gruppi ristretti mi trovo molto a mio agio. Quando in grandi squadre come l’Uae Team ADQ hai capitani importanti è giusto dare tutto quel che si ha per loro, ma le occasioni per avere libertà in una stagione non mancano.

Lo sprint della quarta tappa al Simac Ladies Tour con la Tomasi quarta. Prima l’olandese Markus
Lo sprint della quarta tappa al Simac Ladies Tour con la Tomasi quarta. Prima l’olandese Markus
Dicevi di non essere tanto abile in salita, ma se andiamo a guardare gli eventi della corsa olandese, c’è la quarta tappa che sembra quasi smentirti…

Un po’ è vero. Era la frazione che presentava al suo interno il Cauberg, l’ascesa resa famosa dall’Amstel Gold Race, da affrontare ben 3 volte e io alla fine ho chiuso quarta. E’ andata via una fuga di una ventina di atlete con me presente e in volata ho fatto il mio. Mi hanno detto però che il percorso della classica olandese è un po’ diverso, più complicato.

Come l’affronteresti?

Sempre al servizio delle altre, di chi ha più possibilità per spuntarla. Io voglio essere utile, spero di poter rimanere. Per il prossimo anno ancora non ho firmato la riconferma, ma ho buoni segnali in tal senso. L’importante è che mantenga la condizione attuale e abbia occasioni per mettermi in mostra, anche in funzione delle altre. Gli ultimi risultati mi hanno dato tranquillità e questo è merito anche del lavoro intrapreso con la psicologa dopo gli incidenti della stagione. Hanno influito parecchio e spero di continuare così.