Barale apre a Ciabocco le porte del Team DSM

07.09.2022
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Onori di casa e consigli. In casa Team DSM dal prossimo autunno Francesca Barale sarà la guida di Eleonora Ciabocco che la raggiungerà alla formazione olandese a partire dal 2023. La 19enne di Domodossola farà da chioccia alla sua connazionale, più giovane di un anno. Sembra incredibile, quasi paradossale, ma questi sono gli effetti della migrazione delle nostre atlete verso il WorldTour.

Barale, impegnata alla Challenge by La Vuelta da oggi fino all’11 settembre, sta completando la sua prima stagione da elite e finora ha potuto appuntarsi una serie di spunti da passare alla junior azzurra. Ciò che ha vissuto Francesca in tutti questi mesi, presto lo vivrà Ciabocco. La passista-scalatrice piemontese la troviamo alla vigilia della corsa spagnola pronta sia a supportare le compagne che a dispensare suggerimenti. E con una aspirazione personale da realizzare legata ad una sua più famosa conterranea.

Anche se in una cronosquadre, per Barale quello di Vargarda è il primo podio in una gara WorldTour
Anche se in una cronosquadre, per Barale quello di Vargarda è il primo podio in una gara WorldTour
Francesca com’è andata la maturità e come sono andate le corse successive?

Chiaramente c’è stato un prima e un dopo. Finché sono andata a scuola ho dovuto fare di necessità virtù in relazione alle corse che potevo fare. Infatti la mia media si è un po’ abbassata ma sono riuscita a diplomarmi con 85/100. Un range che mi soddisfa considerando tutti gli impegni. Dopo l’esame mi sono potuta concentrare solo ed esclusivamente alle gare. Da due mesi sono entrata più nella parte del corridore. Faccio le cose con tranquillità, rispettando i giusti tempi per alimentazione, allenamento e recupero. Ora ho più ritmo. A Plouay, che era quasi 160 chilometri di gara, la più lunga che abbia mai fatto, sono riuscita a finirla qualche secondo dietro al gruppo principale nonostante fossi caduta. Ecco, lì è stata la maturità della bici…

Come mai?

Perché ho battuto un braccio e si era aperta una ferita. Ma mi sono alzata subito, mi sono fatta medicare restando attaccata all’auto del medico. Mi hanno dovuto applicare dei punti. Faceva male però non potevo certo ritirarmi. Da junior, se mi fosse capitata una cosa del genere, probabilmente mi sarei fermata o avrei chiuso a fine gruppo. Qui no. Qui c’è da aiutare la squadra e queste situazioni ti aiutano a crescere. In quel frangente ho capito che sono davvero una elite e la mia attitudine alle corse migliora sempre di più.

Barale, qui alla Freccia del Brabante, ha sofferto in primavera. Dopo la maturità il ritmo gara è migliorato
Barale, qui alla Freccia del Brabante, ha sofferto in primavera. Dopo la maturità il ritmo gara è migliorato
Intanto è arrivato il tuo primo risultato, seppur non individuale.

Esattamente. Abbiamo centrato il terzo posto nella cronosquadre di Vargarda in Svezia, una gara WorldTour sempre molto sentita. Abbiamo fatto una prestazione inaspettata. Eravamo su con una squadra molto giovane, avevamo provato poco questo tipo di gara e non sapevamo cosa avremmo combinato. Invece per un po’ abbiamo avuto il miglior tempo. Comunque arrivare dietro a due squadroni come Trek-Segafredo e SD Worx è tanta roba. Ed è stato bello condividere con le mie compagne sia la fatica che la gioia del risultato. Mi piace che La Vuelta parta proprio con una cronosquadre perché ci affiata ancora di più. Fa bene al gruppo.

Arriverà Ciabocco, come la accoglierai?

Intanto devo dire che se avessi dovuto scegliere una ragazza che mi raggiungesse, avrei detto proprio Eleonora. Sono molto contenta, con lei mi sono sempre trovata benissimo. Siamo sempre state avversarie nelle categorie giovanili, ma non mi dispiace se era lei a battermi. Inoltre grazie alla nazionale abbiamo rafforzato la nostra amicizia. Sarò ben felice di darle dei consigli e di introdurla in squadra.

Selfie pre-podio a Vargarda. Francesca Barale si è inserita bene nel Team DSM (foto instagram)
Selfie pre-podio a Vargarda. Francesca Barale si è inserita bene nel Team DSM (foto instagram)
Quali consigli le darai?

In primis di avere tanta pazienza. Anche se so che è una ragazza che sa gestire e comprendere circostanze del genere, in questo siamo simili. Fino alla maturità farà una vita, dopo ne inizierà un’altra. Non dovrà abbattersi se farà fatica in corsa, se si ritirerà o se non arriveranno i risultati o le prestazioni. La nostra squadra è l’ideale per giovani come noi. Io quest’anno non ho avuto pressioni e non ne avrà nemmeno lei. Anche col cibo non dovrà preoccuparsi quando farà i periodi nel nostro centro a Sittard. Viviamo in appartamenti e possiamo fare la spesa più indicata a noi oppure portarci la roba dall’Italia.

Tu sarai per lei ciò che non hai avuto quest’anno. Ad esempio con la lingua…

Sicuramente ci sarà quello scoglio. In squadra quella ufficiale è l’inglese. Onestamente mi avrebbe fatto comodo una compagna italiana già presente, ma non è andata male. Quindi deve stare tranquilla se farà fatica inizialmente. Anche se l’inglese lo abbiamo studiato tutti bene a scuola, qui lo devi imparare nuovamente. Parlare, ragionare, comprendere e farsi capire con le altre persone del team è una cosa che non hai mai fatto prima. Eleonora, così come ho fatto io, deve pensare che tutte noi siamo passate da queste iniziali difficoltà. Potrà contare su di me per ogni cosa.

Ti abbiamo vista alla festa di Longo Borghini. A lei invece hai mai chiesto consigli?

Sì e no. Diciamo che quando usciamo assieme in allenamento, parliamo davvero di tante cose, tra cui le storie del gruppo. Adesso che abbiamo entrambe spesso obiettivi e calendari comuni, riusciamo a confrontarci meglio e da Elisa posso trarre tanti insegnamenti.

Ciabocco e Barale sono già state compagne di nazionale: qui agli europei di Trento 2021
Ciabocco e Barale sono già state compagne di nazionale: qui agli europei di Trento 2021
Cosa rappresenta lei per te?

E’ sempre stata l’esempio da seguire, il mio idolo. Anche lei è cresciuta nel Pedale Ossolano prima che mio padre (l’ex pro’ Florido, ndr) ne diventasse il presidente, benché lui collaborasse con la società quando c’era lei. Non so se dove viviamo possiamo crescere tutti allo stesso modo, ma qualcuno dice che io somigli a lei nelle caratteristiche fisiche. Bene in salita, bene a crono, non velocissime (sorride, ndr).

Allora abbiamo trovato la sua erede.

Bè, qua in Val d’Ossola di sicuro perché ci sono solo io (ride, ndr). Magari potessi diventare come lei! Mi piacerebbe conquistare la metà, o anche meno, dei risultati che ha ottenuto. Però adesso non ci penso. Devo pensare a sopravvivere qui alla Vuelta…