Van der Poel: paura, impennate e rientro a Santo Stefano

22.12.2021
4 min
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Il ritorno di Mathieu Van der Poel nel cross avverrà domenica 26 dicembre a Dendermonde senza nessun passaggio intermedio: sarà subito la sfida a tre, contro Van Aert e Pidcock. Si salvi chi può! Il debutto previsto per sabato scorso a Rucphen è stato rinviato per la scivolata dello scorso 25 novembre a causa della quale è saltato fuori un dolore al ginocchio che gli ha impedito di svolgere la necessaria preparazione.

«Il ginocchio non fa più male – racconta l’olandese in un incontro che si è svolto ieri su Zoom – la schiena invece è ancora lì che dà fastidio e dovrò conviverci. Dopo la Roubaix sono andato un po’ in vacanza e quello stupido problema al ginocchio non ci voleva. Ero in bici con un amico nel bosco, nemmeno un allenamento, piuttosto una girata. In un tratto scivoloso a ruota davanti mi è andata via e sono caduto battendo il ginocchio sulla ghiaia. Hanno pulito la pelle e tolto alcuni lembi e ho perso subito 4 giorni di allenamento. Poi sono ripartito, per ritrovare la forma, ma dopo 5-6 giorni ho dovuto fermarmi di nuovo. Ammetto di aver avuto paura. La mia stagione di cross quest’anno sarà già breve, poteva saltare del tutto, invece adesso sembra che vada tutto bene».

Il ritorno di Van der Poel, iridato nel 2021 sulla sabbia di Ostenda, avverrà il 26 dicembre a Dendermonde (foto Alpecin)
Il ritorno di Van der Poel, iridato nel 2021 sulla sabbia di Ostenda, avverrà il 26 dicembre a Dendermonde (foto Alpecin)

Volata e impennata

Tre giorni al Natale, il ragazzino con il cappello della Alpecin in testa ha l’aspetto quasi intimidito davanti all’inconveniente, ma in alcuni bagliori dello sguardo si intuisce che non veda l’ora di rilanciarsi. I giorni del ritiro hanno portato nella Alpecin il clima giusto e c’è stato anche il tempo per giocare, come quella volata vagamente… irriverente chiusa con un’impennata (foto di apertura) per battere i ragazzi della Zwift Academy che si sono allenati con la squadra.

«Volevo giocare – ride – in realtà sono veri atleti, ciascuno con le sue caratteristiche. Sono forti in salita e comunque sono stati giorni utili per allenarsi. Ma a dire la verità, non so in che modo potrò rientrare. Io parto sempre per vincere e credo di poter seguire il livello di quelli dietro Van Aert. Lui sembra per il momento molto superiore e non penso di avere le gambe per seguirlo, anche se mi piacerebbe stupirmi di me stesso…».

Voglia di stupire

La sensazione, a guardarlo negli occhi a distanza di 1.500 chilometri, è che la sua idea sia esattamente quella di rientrare in modo prepotente, mentre dopo la neve di Vermiglio Wout si sta allenando in Spagna e Pidcock, vittorioso nella prima prova di Coppa in carriera, arriva alla sfida con la giusta ispirazione. La differenza potrebbe farla il tracciato. Lo scorso anno Dendermonde, paesone fra Gand e Bruxelles, incoronò Van Aert in un giorno di acqua e fango. Quest’anno invece il meteo parrebbe meno ostile.

«In questo caso – dice Mathieu – le cose potrebbero andare bene anche a me. Non dovrebbe essere così duro, ma i percorsi cambiano. Potrebbero aver deciso di renderlo meno veloce e più scorbutico, ma se potessi scegliere io al momento lo preferirei pedalabile e con dei tratti tecnici. In Belgio ultimamente li disegnano con troppe curve che impediscono di fare velocità. Ma chiaramente è la mia opinione. Ho visto in televisione la gara di Besançon in Francia e mi è parsa molto bella, mentre da noi la migliore finora è stata Koksijde. La sabbia è il fondo che più mi si addice».

Al ritiro di Mallorca era presente anche l’ultimo acquisto Mareczko, qui al test del lattato (foto Alpecin)
Al ritiro di Mallorca era presente anche l’ultimo acquisto Mareczko, qui al test del lattato (foto Alpecin)

Mondiali a sorpresa

E così, dopo aver lanciato l’evidente guanto di sfida, che in parte sortirà anche l’effetto di aumentare l’incertezza tra i rivali, Van der Poel ha salutato con un cenno ai mondiali di fine gennaio a Fayetteville, negli Stati Uniti, che rappresentano il piatto forte della sua breve stagione offroad.

«I percorsi americani – annota – sono diversi dai nostri». I compagni di nazionale gli hanno raccontato che cosa hanno visto nella prima trasferta di Coppa, tuttavia l’olandese fa fatica a trovare un termine di paragone. Al momento il suo sguardo da killer è fisso sulla gara di domenica. Per le altre ci sarà tempo poi.