Giro archiviato, ma Scotti è già un passo avanti

03.12.2023
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Neanche il tempo di festeggiare la chiusura del Giro d’Italia che Fausto Scotti si è rimesso subito all’opera, per la prima delle due tappe del Giro delle Regioni. L’evento di Gallipoli di oggi ha una valenza particolare, ospitando anche la nazionale italiana di Daniele Pontoni (suo successore alla guida tecnica del ciclocross italiano) presente in Puglia per uno stage.

D’altro canto la mente di Scotti è sempre in movimento e i programmi si susseguono a ritmo enorme: «Se vedeste la mia scrivania… Il bello è che anche subito dopo la chiusura del circuito mi arrivano richieste per ospitare tappe del Giro».

Fausto Scotti, da sempre a capo del Giro d’Italia Ciclocross, ora si lancia in una nuova avventura
Fausto Scotti, da sempre a capo del Giro d’Italia Ciclocross, ora si lancia in una nuova avventura
Come giudichi quest’edizione del Giro?

Non posso che essere soddisfatto, i numeri ci hanno ancora una volta premiato. Molti mi chiedono quale sia il segreto della nostra challenge: io credo che sia nella professionalità nostra e dei vari comitati locali. Noi cerchiamo di offrire un circuito diversificato, che propone a ogni tappa di volta in volta un percorso pedalabile o uno più impegnativo. Ora dobbiamo già ragionare sulla prossima edizione: le località che hanno ospitato le 6 tappe hanno chiesto la riconferma, ma ce ne sono anche altre 13 che hanno fatto richiesta…

Il fatto che il Giro si esaurisca nei primi due mesi rappresenta un problema?

Di per sé no, ma allargando il numero di prove dovremo trovare altri spazi. La Federazione autorizza challenge fino a 6 gare, ma noi faremo richiesta per averne 8. Vogliamo provare a dare risposte alle società, agli sponsor e a tutti coloro che investono in questo movimento e che non possono essere trascurati. Il problema però è più profondo…

La rassegna rosa ha offerto tracciati molto diversi fra loro, alcuni più tecnici, altri molto semplici (foto organizzatori)
La rassegna rosa ha offerto tracciati molto diversi fra loro, alcuni più tecnici, altri molto semplici (foto organizzatori)
In che senso?

Nel calendario ci sono 55 gare nazionali. Dopo il Covid non si è più tornati indietro: chiunque fa richiesta, la vede accettata. Ma quante di queste gare hanno davvero i titoli per essere nel calendario nazionale? Vogliamo parlare di sicurezza? Dalle società mi arrivano testimonianze assurde, di gare che hanno pochi numeri (ma questo sarebbe il meno), nessuna cura dei percorsi, né dei servizi. Bisogna mettersi in testa che per allestire una gara di livello bisogna investire. Non puoi pensare di avere meno di 250-300 metri di transenne nella zona di arrivo. Poi servono almeno 10 postazioni per i box, messi in sequenza e lunghi dai 15 ai 30 metri. E così via, altri dettagli. Bisogna offrire qualità. A San Colombano c’era un giudice svizzero che organizza gare nazionali nel suo Paese, ci ha invitato da lui per portare la nostra professionalità…

Nel corso della challenge, non tutti hanno realmente seguito l’evolversi del circuito, gareggiando in qualche prova e basta. Questo non intacca il suo valore?

Io non credo, perché noi guardiamo innanzitutto ai numeri e questi ci hanno premiato con centinaia di concorrenti a ogni tappa. Il problema degli elementi di spicco che non lottano per la classifica ha molteplici ragioni. Intanto dopo la prima metà del circuito si sa già chi potrà competere per la vittoria e quindi c’è chi va a cercare gloria altrove. Poi il nostro circuito fatalmente si va ad accavallare con gare internazionali, con le prove di Coppa. Vedi Viezzi, che ha vinto le prime due tappe e poi si è dedicato con grande profitto al massimo circuito mondiale.

Luca Paletti è stato uno dei pochi pro’ che ha affrontato la challenge con continuità (foto organizzatori)
Luca Paletti è stato uno dei pochi pro’ che ha affrontato la challenge con continuità (foto organizzatori)
Le sei tappe saranno quindi confermate?

L’orientamento è sicuramente quello. Tarvisio è stata una rivelazione, certamente lontana geograficamente e onerosa, ma ha offerto un’inaugurazione di primissimo livello. Inoltre l’accoppiata con Osoppo è davvero quanto di meglio si possa avere a inizio stagione. Corridonia ha proposto un percorso veloce e tecnico, ora ci hanno chiesto per il 2024 di poter ospitare la tappa finale. Follonica è ormai una classica, un percorso unico che può essere seguito con lo sguardo nella sua interezza, credo anzi che ci si possa davvero investire sopra per un grande evento. Cantoira ha molto da offrire, soprattutto nella formula nuova che abbiamo congeniato quest’anno togliendo in due drittoni in salita. San Colombano è stata la degna chiusura: una gara rivoluzionata che ha stupito tutti.

E ora si è già ripartiti…

Con il Giro delle Regioni volevamo raccogliere un po’ delle richieste messe da parte nella costruzione del Giro d’Italia, ma non ci sono spazi nel calendario, quindi abbiamo proposto due tappe, quella pugliese e Roma a inizio gennaio. Il nostro progetto però va oltre, è molto ambizioso. Noi vogliamo allestire una gara in almeno 6 regioni, invitando i Comitati regionali e offrendo loro un contributo dai 500 ai 1.000 euro con un montepremi di almeno 20 mila euro. Dovrebbe essere uno stimolo per le categorie giovanili e l’attività locale, ma dobbiamo trovare spazi.

Francesca Baroni, vincitrice della prima tappa a Tarvisio. Poi si è orientata verso le gare estere (foto Billiani)
Francesca Baroni, vincitrice della prima tappa a Tarvisio. Poi si è orientata verso le gare estere (foto Billiani)
Il Giro delle Regioni è al secondo anno, ma anche questa quindi è un’edizione sperimentale.

Per quest’anno abbiamo ricalcato la formula del Giro d’Italia, ma il progetto come detto va molto oltre ed è focalizzato sulle categorie giovanili, infatti inseriremo anche i più piccoli oltre alle categorie per disabili mentali. Possiamo fare tanto, ma la Federazione deve sostenerci non tanto economicamente, quanto dandoci libertà di movimento e mostrando attenzione nella compilazione del calendario. Mi permetto di dare un suggerimento: servirebbe un delegato tecnico con competenza sui percorsi, che li ispezioni con anticipo e consigli le migliorie necessarie. Far crescere il movimento passa da queste decisioni…