Fontana batte Pavan e la pressione del favorito

10.01.2021
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«Quando si parte da favoriti la cosa più difficile è vincere. Non c’è di peggio che sentire la pressione e avere addosso gli occhi di tutti. Pensi: okay, sono il più forte, però potrebbe succedere questo o quello. Ho passato notti migliori di quest’ultima!», parole non caldo, ma a caldissimo di Filippo Fontana, appena laureatosi campione italiano di ciclocross U23.

A Lecce, nel catino del Parco di Belloluogo, il Carabiniere trevigiano partiva con i favori del pronostico, soprattutto dopo aver dominato alla stragrande l’ultima tappa del GIC a Porto Sant’Elpidio.

Filippo Fontana, in azione sulla scalinata

Un crescendo rossiniano

Pronti via e il gruppo si allunga subito. Già dopo mezzo giro i migliori hanno un piccolo margine. Tuttavia Filippo non è lì davanti a menare in testa. Ci ha messo un po’, ma poi è stato un crescendo rossiniano.

«In partenza sono riuscito a partire davanti e a tirarmi fuori dai rischi – spiega Fontana – poi più o meno a metà giro c’è stato un contatto con Pavan. Sono anche finito per terra e mi è caduta la catena, quindi ho perso parecchie posizioni. Ero indietro. Non ho perso i nervi e mi sono riavvicinato “senza fretta”. Ho visto che i primi tre ci stavano dando dentro. Sono rimasto due giri là dietro a pochi secondi a guardarli combattere. Finché ho potuto aspettare l’ho fatto, poi sono passato davanti, ho fatto il mio ritmo e… è andata bene».

Fontana è spesso autore di prestazioni e picchi di forma di assoluto valore. Alcuni tecnici, dicevano che avrebbe potuto lottare per il podio con gli elite senza problemi. Ma come mai Filippo ha questi picchi e poi sparisce?

«Non accadrà più – dice con sicurezza – prima dovevo studiare e ogni tanto mollavo, ma adesso ho finito».

Filippo Fontana, nell’ultima prova del mattino. Il Carabiniere era molto teso
Fontana, nell’ultima prova del mattino. Il Carabiniere era teso

Tensioni e previsioni

In prova Fontana era concentratissimo. Il suo volto era una maschera. Sguardo nel vuoto, apparentemente assente. Segno che era davvero sulle sue e che effettivamente la pressione c’era.

«Come detto la sentivo, però devo dire che poi ho fatto la gara perfetta – riprende Fontana – E’ andata esattamente come immaginavo. Era molto importante non sbagliare e io oggi non ho sbagliato nemmeno una curva. Al contrario di Pavan che secondo me più che di gamba si è staccato perché faceva troppi errori nelle curve.

«Inoltre per non rischiare nulla, prima dell’ultimo giro ho cambiato bici. Perché si era attaccato molto fango e cominciava a diventare pesante. Ed anche quella è stata una buona scelta».

Mentre si reca al podio per l’autovestizione della maglia, in tempi di covid si è visto anche questo, Filippo continuava a dirci le sue impressioni. Intanto qualcuno del suo staff gli pone un asciugamano, giusto per togliersi il grosso del fango.

«Ho capito che ce l’avrei potuta fare non tanto quando ho chiuso su Pavan, ma quando l’ho staccato del tutto, perché comunque nei rettilinei all’inizio mi rientrava sempre».

Marco Pavan, ha chiuso in seconda piazza
Marco Pavan (D’Amico Um Tolls) ha chiuso in seconda piazza

E Pavan?

Marco Pavan se l’è giocata sino alla fine, cioè a due giri dalla fine. Il ragazzo della D’Amico UM Tolls ci ha provato e per qualche tratto ci ha anche creduto.

«La differenza Pippo l’ha fatta sul guidato – dice Pavan – E’ stata una gara molto incerta nelle prime fasi, poi si è riusciti a fare un po’ la differenza. Ma quando è riuscito a rientrare, Filippo si è messo davanti nel tratto tecnico e non c’è stato più niente da fare. Nelle parti più veloci riuscivo a guadagnargli qualcosa, ma nella seconda parte del percorso lui riprendeva tutto il vantaggio.

«Avrei preferito un percorso un po’ più asciutto. Venerdì abbiamo provato ed era completamente diverso. Non dico che il terreno fosse più veloce, ma sicuramente era più compatto e si riusciva ad essere più tranquilli e stabili nella parte tecnica, però un argento non è da buttare. Quando siamo rimasti in due un po’ ci ho sperato. Sapevo che farlo passare davanti sarebbe stato un handicap e non sono riuscito a ripassarlo a mia volta. Lì si è vista la differenza. A quel punto ho guardato più indietro che davanti, cercando di salvare almeno la piazza d’onore».

Infine, terzo, un bravissimo Davide Toneatti. Il ragazzo della DP66 è stato autore di una bella rimonta, dopo essere stato costretto al cambio della bici per un guasto tecnico. Toneatti aveva dovuto correre a piedi circa 200 metri prima di raggiungere la zona dei box e saltare in sella alla bici di scorta.