Egan Bernal è il più forte del Giro d’Italia. Dopo la tappa numero 11 è ufficiale. Il corridore della Ineos-Grenadiers nel finale mordeva il freno. Alla fine ha preso e se ne è andato. In quattro pedalate ha rintuzzato Vlasov e in poche centinaia di metri ulteriori ha chiuso su Buchmann. Il colombiano haguadagnato su tutti i suoi avversari. E non appena ha visto Evenepoel in difficoltà ha deciso di affondare il colpo.
In più, semmai ce ne fosse stato bisogno, ancora una volta la sua squadra si è mostrata la più forte. Un super Ganna, un super Moscon. Martinez e Narvaez nel finale a scortarlo in quella che già sembra essere diventata una lunga parata verso Milano.
Ma se qualcuno la pensa così, non è propriamente dello stesso parere Matteo Tosatto (nella foto di apertura), per il diesse della Ineos-Grenadiers non è una passeggiata.
Il tecnico veneto è incolonnato tra le ammiraglie bloccate in un viale parallelo all’arrivo in attesa che passi il gruppetto dei ritardatari e si possa riaprire la strada che porta ai bus.
Matteo, vi aspettavate di essere così forti a questo punto del Giro?
No, non si tratta di pensare di essere così forti. Andiamoci piano.
La Ineos ha corso alla grande…
Sappiamo di avere una squadra compatta e non ci dimentichiamo che ci manca Pavel Sivakov che era una pedina importante, tanto per frazioni così dure. Bisogna stare calmi, come ho detto ai ragazzi in questi giorni, e guardare tappa dopo tappa.
Però siete davanti e anche bene, ormai (Vlasov è secondo a 45”, ndr)…
Abbiamo la maglia rosa okay, ma si può dire che il Giro cominci qui. Nella seconda parte ci sono tante tappe dure, ci sono le Dolomiti, c’è un’altra cronometro a Milano. Ripeto: dobbiamo pensare giorno per giorno.
Okay “Toso”, ma tu sei stato corridore e quando si scatta in quel modo, si contrattacca, significa che si sta davvero bene…
Egan ha dimostrato di avere una buona condizione. Però in carriera ne ho visti tanti di corridori che sono arrivati all’ultima settimana e hanno perso il Giro, il Tour o la Vuelta negli ultimi due o tre giorni. Bisogna recuperare bene, riposare bene, correre bene. E’ lunga…
La schiena può essere l’avversario di Bernal?
Ha avuto male, adesso è in una buona posizione (posturale, ndr), però deve continuare a lavorare con i muscoli, perché comunque ha paura che ritorni.
Eppure stamattina al via da Perugia si è sentito dire che si tratta di pretattica, un bluff…
Ah – e fa un ghigno – mi viene da ridere. Gli farei vedere un documentario con gli esercizi che fa al mattino prima di partire per la gara. Fa i rulli per essere più caldo. Ha lavorato tanto per essere così e speriamo che duri ancora un po’…