C’è una firma italiana anche nella vittoria di Tao Geoghegan Hart a Piancavallo: quella di Matteo Tosatto. C’era il tecnico veneto, che ha ormai perso la voce, sull’ammiraglia alle spalle del gallese e sono stati i suoi consigli a spianare la strada del ragazzo dal volto simpatico e pieno di lentiggini.
«Tutta la Sunweb, i compagni di Kelderman hanno fatto un buon lavoro – ha detto il vincitore – dovevano guadagnare più tempo possibile sulla maglia rosa e hanno fatto un grande forcing. Io ho cercato di restare calmo e restare focalizzato sulla vittoria, anche se a volte la tentazione di muovermi prima l’ho avuta. Per fortuna da dietro Tosatto, che ha grande esperienza mi diceva di stare calmo».
La tattica di Tosatto
Dopo Cioni accanto a Ganna, un altro asso italiano dell’ammiraglia. Toso ascolta e sorride e forse nel cambio di mentalità del Team Ineos-Greenadiers dopo la caduta e il ritiro di Thomas c’è anche quel suo spirito pratico e scanzonato da vecchio combattente del gruppo.
«La squadra aveva dimostrato alla Tirreno – dice – che eravamo pronti a fare un bel Giro. Non ci siamo mai nascosti, puntavamo a vincere con Thomas e la squadra era pronta. Dopo l’incidente, a parte la condizione fisica che c’era, i ragazzi hanno cambiato mentalità con attacchi e vittorie. Oggi abbiamo voluto la fuga. Con Dennis, ma avremmo sganciato volentieri anche Puccio e Narvaez. Volevamo metterne due in fuga per tenere Tao tranquillo. E alla fine ha funzionato perché Tao ha vinto. Nel finale ha fatto una cosa stupenda ed è salito al quarto posto».
Reset mentale
In questa sorta di scambio fra il direttore e il suo pupillo, le parole di Tao completano il quadro.
«Niente di strano in questo nostro modo di correre – ha detto – eravamo venuti al Giro convinti di avere un super leader come Thomas in ottima condizione. Eravamo pronti per sostenerlo. E’ stato duro quel giorno in Sicilia, soprattutto per la natura della caduta. Abbiamo dovuto fare un reset, lui è andato a casa e noi abbiamo onorato la corsa. Abbiamo grande supporto dai nostri sponsor e vogliamo fare il massimo per loro. Abbiamo ancora sette giorni in cui fare il massimo.
«Dobbiamo prendere quello che viene. Ci saranno altri distacchi. Ci saranno le tappe di montagna successive. Sapevamo con il nuovo calendario che le cose potevano cambiare per il meteo. Ci saranno gap maggiori, alcuni attaccheranno da lontano come Froome nel 2018 e io non vedo l’ora. Sarà una terza settimana molto spettacolare».
Podio possibile?
Si pedala fra cautela ed entusiasmo. Ma se un ammiraglio esperto come Martinelli pensa che Geoghegan Hart possa essere l’uomo della maglia rosa finale, allora forse con Bramati bisogna approfondire il discorso.
«Tao già l’anno scorso al Tour of the Alps – dice Bramati – è andato forte, ha fatto vittorie, ha fatto il podio e ha aiutato Sivakov. Ha fatto la Vuelta, ha fatto fughe. E’ un giovane interessante, deve migliorare su certi punti di vista nella gestione della corsa. Oggi ha fatto una grande vittoria. Non parlo della sua classifica che è una sorpresa anche per noi, anche se non del tutto dopo la caduta di Thomas. Tao è quarto in classifica e ad un secondo dal podio. Da qui a dire che salirà sul podio o vincerà il Giro, il passo è lungo».