Da Zwift al ciclismo reale, così Vine ha preso a schiaffi la Vuelta

28.08.2022
5 min
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Zwift aveva organizzato un concorso alla fine del 2020. Il vincitore sarebbe stato premiato con un contratto da professionista.

«Per me era una possibilità – racconta Jay Vine – adesso o mai più. Avevo 25 anni, a nessuno importava molto delle competizioni amatoriali australiane. Avevo ottenuto alcuni risultati nelle gare australiane UCI, ma in Europa nessuno ne sapeva nulla. Quindi, se volevo diventare un professionista, quella era la mia occasione. Sì, mi sono preparato in modo molto specifico per quella gara. Comunque in Australia non avevo molto altro da fare. Quando ho saputo che avevo vinto la gara di Zwift, ho capito subito che la mia vita sarebbe cambiata completamente. Avrei dovuto firmare con la ARA Pro Racing Sunshine Coast, mi sono ritrovato alla Alpecin».

E’ stata la sua vittoria della challenge virtuale a lanciare Vine tra i pro’ (foto Zwift)
E’ stata la sua vittoria della challenge virtuale a lanciare Vine tra i pro’ (foto Zwift)

Doppietta spagnola

Ieri Jay Vine, australiano alto 1,84 per 69 chili, ha preso a calci i pregiudizi e vinto la seconda tappa della Vuelta in due giorni. Prima al Pico Jano, precedendo Evenepoel. Poi al Collado Fancuaya, precedendo questa volta Marc Soler.

«Quando Lutsenko ha provato ad attaccare – dice – stavo bene. A quel punto sembrava che non ci sarebbero stati più attacchi. Così ho deciso di mettere un po’ di pressione al gruppo e di accelerare. Quando mi sono guardato intorno dopo il tornante, ho visto che non c’era più nessuno alla mia ruota, così ho continuato. E’ stata una fatica di 25 minuti, ma dopo la mia prima vittoria, avevo molta fiducia. Mi sono davvero divertito. E’ stata una bella giornata».

Anche nei tratti più ripidi della salita, Vine è rimasto seduto alzando la cadenza
Anche nei tratti più ripidi della salita, Vine è rimasto seduto alzando la cadenza

La salita finale non faceva sconti, ma davvero a guardare la compostezza in sella dell’australiano, è venuto di pensare che sia riuscito a trasferire su strada l’attitudine ai grandi sforzi sui rulli, dove non ci si scompone e si lavora tanto sulla frequenza di pedalata.

La prima Vuelta

I fratelli Roodhooft, capi della Alpecin-Deceuninck, sono stati inizialmente molto accorti con il nuovo arrivato australiano. Prima della Vuelta 2021 il suo calendario parlava di appena 15 giorni di gara, anche se il secondo posto al Giro di Turchia aveva fatto intuire il suo talento di scalatore.

«La salita è il mio terreno – diceva forse con eccesso di entusiasmo un anno fa al via della corsa spagnola – cercherò di seguire il più da vicino possibile gli uomini di classifica. Più i percorsi sono difficili, più mi piace. Il caldo? Sono australiano, non dovrebbe essere un problema. Quando sono venuto in Europa, il tempo non era così buono. Ma nelle ultime settimane mi sono allenato principalmente in altura e al caldo. Non ho mai corso in un gruppo così grande, ma non ho paura. Sarà una nuova esperienza e il team mi guida in modo eccellente. La Vuelta è la gara migliore per debuttare. Le strade sono larghe, ci sono poche curve e piove raramente. Voglio imparare il più possibile e restare un ciclista professionista il più a lungo possibile».

Un anno dopo

E’ passato un anno e il vincitore del mondiale sui rulli sta vivendo i giorni più belli della sua carriera. Dopo essersi guadagnato un contratto, Vine è tornato sul luogo del… delitto e ha partecipato nuovamente alla gara di Zwift. 

La vittoria aò Pico Jano, 6ª tappa della Vuelta, è stata una grande sorpresa
La vittoria aò Pico Jano, 6ª tappa della Vuelta, è stata una grande sorpresa

«La competizione quest’anno non è stata eccezionale – sorride – con un velocista come Bryan Cocquard in partenza, non ho avuto scampo. Perché ho deciso di partecipare? Il premio in denaro. C’erano 8.000 euro per il vincitore, per un’ora di ciclismo. Un sacco di soldi, eh? E’ iniziato tutto alla fine del 2019, prima del Covid. Dove vivevo, c’erano gravi incendi boschivi, quindi l’allenamento all’aperto non era un’opzione. Dieci minuti di pedalata all’aperto equivalevano a fumare tre sigarette. Ma io volevo andare bene all’Herald Sun Tour e quindi ho dovuto allenarmi».

Vine è alto 1,84 e pesa 69 chili: numeri da scalatore e azione sempre composta
Vine è alto 1,84 e pesa 69 chili: numeri da scalatore e azione sempre composta

«Poi è arrivato il Covid anche in Australia e improvvisamente non ci è stato più permesso di lasciare la nostra casa. La soluzione? Continuare sui rulli. Ma intanto vedevo diminuire le mie possibilità di una carriera da professionista. Finché all’improvviso è saltata fuori quella competizione della Zwift Academy».

Stupore permanente

Quando vive in Europa, fa base ad Andorra. Si allena in altura e racconta che se anche venisse convocato per il mondiale australiano, gli piacerebbe comunque tornare in Europa e partecipare alle corse italiane di fine stagione.

Seconda tappa vinta da Vine in due giorni, la sorpresa continua…
Seconda tappa vinta da Vine in due giorni, la sorpresa continua…

«Se mi chiedete di confrontare la mia vita con quella di un anno fa – sorride – non trovo le parole per descrivere la mia situazione. Faccio parte di una squadra vincente. Non ho perso un minuto dell’ultimo Tour de France e anche lì abbiamo vinto delle tappe. E’ davvero bello far parte di una squadra del genere. Un anno fa partecipavo a gare amatoriali in Australia, in un gruppo di quaranta corridori. Oggi sono in uno dei Grandi Giri al fianco di corridori che hanno vinto grandi corse, inclusi tre campioni olimpici. Ho vinto due tappe e questo è davvero surreale. Rimarrò stupito per i prossimi diciotto giorni».